Pisa: l’odio anti Israele non è Normale
Analisi di Brunella Bolloli
Testata: Libero
Data: 31/03/2024
Pagina: 7
Autore: Brunella Bolloli
Titolo: No, l'odio anti-Israele non è Normale

Riportiamo da LIBERO di oggi, 31/03/2024, a pag. 7, l'articolo di Brunella Bolloli dal titolo "No, l'odio anti-Israele non è Normale".

Collettivi studenteschi protestano a Pisa contro i rapporti fra Italia e Israele. La Normale si arrende e rompe veramente i rapporti con gli atenei israeliani. Ma non tutti sono d'accordo. L'influente Associazione Amici della Scuola Normale Superiore di Pisa non è per niente d'accordo e protesta

Professori, economisti, manager e banchieri, luminari ed ex premier compongono il Comitato direttivo dell’Associazione Amici della Scuola Normale Superiore di Pisa e, ieri, hanno espresso «sconcerto» per la decisione del Senato accademico di voler fermare il bando Scientifico di cooperazione internazionale Italia-Israele. Il Comitato, presieduto dall’ex vicegovernatore di Bankitalia Salvatore Rossi (Giuliano Amato è past, Enrico Tommaso Cucchiani e Stefano Lucchini vice, tra gli altri nomi di spicco Alberto Quadrio Curzio, Riccardo Prodam, Monica Barni, per citarne alcuni), ha preso le distanze dalla mozione passata a maggioranza il 26 marzo su sollecitazione dei collettivi studenteschi pisani, ormai tutti pro-Gaza e contro Gerusalemme.
Un comunicato dell’Associazione sottolinea la «contrarietà» di molti membri «alla richiesta di riconsiderazione del bando ritenendo che istituzioni universitarie come la Normale debbano piuttosto, nel rispetto delle opinioni dei singoli, preoccuparsi di valorizzare sempre la scienza, la cultura e l’arte come elementi di dialogo e di raccordo universale». La vicenda è tutt’altro che chiusa. «L’Associazione», prosegue infatti il testo, «ha chiesto al direttore della Scuola di rendere note al Senato accademico queste considerazioni». Luigi Ambrosio, matematico, dirige la Scuola ed è nel Comitato direttivo e ieri ha provato a disinnescare la polemica: «Non si tratta di boicottaggio», avrebbe assicurato. Distinguo anche da parte di Alessandra Nardini, assessore Pd della Regione Toscana e pure lei nel Comitato direttivo, sostenitrice, a differenza degli esimi colleghi della contestata mozione. Mentre il professor Alberto Quadrio Curzio è in linea con la maggioranza degli Amici della Normale: la cooperazione con Israele non si deve fermare.
La mozione, del resto, ha subito diviso: da una parte il plauso di sinistra e dem, dall’altra il ministero dell’Università e della Ricerca guidato da Anna Maria Bernini che ha dichiarato: «Ogni forma di esclusione è estranea alla tradizione e alla cultura dei nostri atenei». Tanto più che il Bando Scientifico 2024 che il Senato accademico ha chiesto al ministero degli Esteri di bloccare, non ha nulla di militare, non contiene riferimenti alla guerra, non è affatto bellicoso (nella mozione si cita a sproposito l’articolo 11 della Costituzione), ma si concentra sullo studio di nuovi prodotti e strumenti per rendere più fertile il suolo e sulle migliori tecnologie idriche, ambiti in cui gli israeliani sono maestri.
Eppure, in un clima sempre più surriscaldato nelle scuole italiane e nei centri di cultura, anche un’intesa sulla dissalazione delle acque, se siglata con “il nemico” Israele, è da vietare. E le mobilitazioni negli atenei sono appena cominciate: da Torino a Bari, da Roma a Firenze, a Bologna, ci si prepara a un aprile di occupazioni.
Piazza dei Cavalieri a Pisa è diventata un po’ il simbolo di queste proteste. È lì che si inneggia alla «resistenza palestinese» senza accennare al massacro del 7 ottobre, è lì che il rettore dell’università ha invitato Anas Khalil, figlio dell’imam, a parlare nel giorno dell’inaugurazione dell’anno accademico e il suo discorso, con la kefiah al collo, si è trasformato in un comizio contro «il regime di Netanyahu».
In piazza dei Cavalieri c’è anche la sede di quel tempio del sapere che è la Scuola Normale Superiore, il più antico istituto universitario italiano, a ordinamento speciale, il cui prestigio è riconosciuto a livello internazionale, recita il sito. Peccato che adesso sia conosciuto anche per avere approvato una mozione che soddisfa i collettivi, ma lascia «sconcertati» gli illustri membri dell’Associazione degli Amici della Scuola Normale di Pisa, che poi sono enti e imprese redditizie, che si propongono di sviluppare un collegamento tra il mondo economico e imprenditoriale e la Normale stessa. Se la nota dell’Associazione porterà a una retromarcia del Senato accademico, si vedrà. Di sicuro il parere del Comitato direttivo conta, ha un peso. E Marco Carrai, console onorario di Israele per Toscana, Emilia Romagna e Lombardia, non ha dubbi: «Ridicole e vergognose le motivazioni con le quali la Normale ha deciso di interrompere le collaborazioni in atto con gli atenei israeliani. Sotto un falso pacifismo, la Normale prende la parte di coloro che invitano all’odio e non alla pace rinnegando il valore universale che incarnano l’università.

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