Le jene da querela 28/03/2024
Diario di guerra di Deborah Fait
Autore: Deborah Fait

Le Iene da querela
Diario di guerra di Deborah Fait

Una delle manifestazioni oceaniche a Londra per la Palestina, leggasi per Hamas. E questi manifestanti, oltre agli studenti che cacciano gli ebrei dalle università, non sono soli. C'è tutto l'apparato mediatico che li sostiene, così come i docenti. I promotori dell'odio contro Israele andrebbero denunciati

Qualche volta la sera si fa il solito zapping saltando da un programma all’altro per cercare qualcosa di guardabile, nel mio caso anche di rilassante e rasserenante. Invece cosa capita! Capita che, salta di qua e clicca di là, evitando accuratamente programmi come Di Martedì per preservarmi il fegato, sono finita sulle Jene, trasmissione a me sconosciuta. Ho pensato -proviamo a guardare-e mal me ne incolse. Non aveva ancora visto niente (se si esclude il prof. Orsini già querelato dalla Comunità ebraica) di così schifoso, letteralmente grondante falsità, pregiudizio e bieca propaganda.  I poveri palestinesi che vivono in Giordania e che non possono tornare a Gaza perché “gli israeliani non lo permettono”. Il palestinese che dice di vivere sulla terra rubata da Israele praticamente dall’epoca di Adamo ed Eva. Palestinesi che piagnucolano di non aver mai visto la Palestina. Ti credo che non l’hanno mai vista, non è mai esistita. Il tutto condito con panoramiche di Gaza distrutta, bambini affamati ma stranamente paffuti. Poi la pretesa che lo status di rifugiato debba essere tramandato per ereditarietà. Uno ha mostrato il suo documento e ha detto chiaro e tondo che, alla sua morte, quello sarà l’eredità dei suoi figli. E nessuno protesta per questa immane porcheria? Dal 1948 questi ereditano il privilegia di essere rifugiati, cioè mantenuti dalla comunità internazionale, giustificati e spesso ammirati se ammazzano gente innocente perché…gli hanno rubato la terra… Nessun popolo al mondo ha mai goduto di questi privilegi, nessun dei milioni di profughi europei dopo le due guerre mondiali, non un solo profugo istriano-dalmato, non i vietnamiti. Solo i palestinesi, per gentile concessione dell’ONU, possono godere di questo status e fregare tranquillamente il mondo intero che li mantiene, li coccola anche quando le loro bombe colpiscono, anche quando ammazzano bambini a Roma o sventrano ragazze in Israele. Tutto questo ha qualcosa di immorale e di vergognoso. Da Genova a Palermo le università sono piene di teppaglia che pretendono l’interruzione di ogni rapporto con le accademie israeliane. Ho letto da qualche parte su Facebook un aforisma molto simpatico e ironico su questi teppistelli da quattro soldi: ”Israele delle collaborazioni con la Sapienza ne può fare a meno. La Sapienza può tranquillamente collaborare con le Università islamiche, magari insieme inventeranno la ruota.

Firmato: Alterchiton”

Purtroppo i teppisti che urlano “fuori Israele dalle università”, non sono soli, sono appoggiati dai loro professori che spesso sono peggiori degli allievi. Infatti hanno firmato una lettera che porta migliaia di nomi e che parla di “pulizia etnica” in Israele dove vive con uguali diritti il 20% di arabi. Arabi deputati e ministri alla Knesset (il Parlamento), arabi rettori e docenti (naturalmente studenti) nelle Università. Arabi nell’esercito. Non so con quale faccia tosta costoro, che hanno rapporti con paesi tra i più dittatoriali e oscurantisti, Iran, Cina, Nord e Sud Corea, Russia, Turchia e chi più ne ha più ne metta, osano pretendere il boicottaggio delle accademie israeliane, cioè di un paese libero e democratico. Forse il problema è che loro, questi para-comunisti, non sanno cosa sia la democrazia.

Ormai siamo al paradosso, siamo arrivati alla vergogna più totale. Giorni fa due ragazzi israeliani sono arrivati in Inghilterra, si trattava di due ragazzi rapiti dai terroristi il 7 Ottobre, liberati con i primi cento e ancora sotto cura psicanalitica. La polizia di frontiera britannica li ha tenuti sotto interrogatorio per ore trattandoli malissimo e umiliandoli in tutti i modi.  Alla fine li hanno lasciati andare con questo saluto “Speriamo che non facciate in Inghilterra quello che state facendo a Gaza!”. Commenti? Credo che non ce ne sia bisogno. Solo ribrezzo.

Questa gente, gli studenti teppisti, i professori antisemiti, i media che mentono e diffondono odio e pregiudizi su un popolo, sono tutti fiancheggiatori di Hamas e vanno denunciati. Mi piace riportare ( e ringrazio l’amico Alberto), per capire meglio la situazione in cui ci troviamo, un pezzo scritto da Howard Klinegerg, ebreo inglese che fu pubblicato tempo dal Jerusalem Post:

Quando fummo condotti nelle camere a gas, il mondo non disse nulla.

Quando fummo convertiti con la forza, il mondo non disse nulla.

Quando fummo cacciati da un paese solo per il fatto di essere ebrei, il mondo non disse nulla.

 

Quando all'improvviso ci difendiamo, il mondo ha qualcosa da dire.

Come ci siamo vendicati dei tedeschi per la loro Soluzione Finale?

Come ci siamo vendicati degli spagnoli per la loro Inquisizione?

Come ci siamo vendicati dell'Islam per averci trattato come dhimmi?

Come ci siamo vendicati delle menzogne dei Protocolli di Sion?

 

Abbiamo studiato la nostra Torah,

abbiamo innovato la medicina,

abbiamo innovato i sistemi di difesa,

abbiamo innovato la tecnologia,

abbiamo innovato l'agricoltura,

abbiamo scritto musica,

abbiamo scritto poesie,

abbiamo fatto fiorire il deserto,

abbiamo vinto premi Nobel,

abbiamo fondato l'industria cinematografica,

abbiamo finanziato la democrazia,

abbiamo adempiuto la parola di Hashem diventando una luce per le nazioni della Terra.

Quindi, o mondo, quando ci critichi per aver difeso la nostra eredità e la nostra patria ancestrale, noi ebrei del mondo facciamo esattamente quello che hai fatto tu, ti ignoriamo. Negli ultimi 2.000 anni ci avete dimostrato che quando la posta in gioco è bassa, non vi importa di noi.

Ora lasciateci in pace e andate a sistemare il vostro orticello mentre continuiamo la nostra missione di 5784 anni, migliorando il mondo che condividiamo.

di Howard Klineberg.

Deborah Fait
Deborah Fait