Daesh, Hamas e la Russia 26/03/2024
Commento di Michelle Mazel
Autore: Michelle Mazel

Daesh, Hamas e la Russia
Commento di Michelle Mazel
(traduzione di Yehudit Weisz)
https://www.dreuz.info/2024/03/daesh-le-hamas-et-la-russie-295837.html

Una delegazione di Hamas incontra Lavrov, a Mosca. Fra il gruppo terrorista palestinese e il regime di Putin ci sono sempre stati ottimi rapporti. L'Isis, che ha compiuto la strage di Mosca, è animato dalla stessa ideologia. Ed è caratterizzato dalla stessa ferocia. Solo le circostanze hanno posto Hamas e l'Isis su due fronti opposti

“Hamas, Daesh, stessa lotta”, avevano proclamato le autorità israeliane dopo le atrocità del 7 ottobre. Come dimenticare, in effetti, la ferocia dei combattenti dello Stato Islamico e la spietatezza con cui hanno messo in scena la tortura e l’esecuzione dei loro prigionieri per seminare il terrore. Di certo, queste due organizzazioni terroristiche rivendicano la stessa ideologia – quella dei Fratelli Musulmani – e lo stesso fanatismo. Entrambe mirano a istituire un califfato islamista sunnita globale, con l’imposizione della Sharia, la legge islamica. Daesh era riuscito anche a creare uno Stato islamico in parte dell’Iraq e della Siria. L’Occidente, tuttavia, continua a ignorare la dimensione religiosa di questi movimenti. Di certo non è stato gridando “ Viva la Palestina” che Hamas ha compiuto i suoi crimini. È glorificando il nome di Allah – il Misericordioso, il grande Misericordioso – che i suoi militanti hanno violentato, torturato, massacrato, non esitando a filmare i loro atti abominevoli e a trasmetterli sui social network.

Certo, tra questi due movimenti, oggi ci sono delle differenze geopolitiche essenziali. Hamas gode del massiccio sostegno degli Ayatollah. L’Iran sciita, che tuttavia cerca di imporre la propria “mezzaluna islamica” all’intero Medio Oriente, come preludio alla sua estensione al resto del mondo, ha come priorità l’eliminazione dello Stato ebraico, e utilizza per questo scopo l’Hezbollah sciita. Non vede alcun problema nell'utilizzare anche l’Hamas sunnita, al quale dà un notevole sostegno.

D’altro canto, Teheran conduce una guerra spietata contro Daesh, che seppur molto indebolito, è lungi dall’essere scomparso, e cerca di moltiplicare gli attentati sul suo territorio e ovunque possa, attraverso le sue ramificazioni, in particolare in Africa e in Afghanistan.  Il movimento terroristico prende di mira anche la Russia, che ha decimato le sue truppe in Siria. L'attacco perpetrato venerdì scorso nella periferia di Mosca è stato il suo successo più spettacolare fino ad oggi. In una dichiarazione rilasciata venerdì sera tardi, l'organizzazione dello Stato Islamico (IS) ha rivendicato la responsabilità dell'attacco compiuto da diverse persone armate:

"Dei combattenti dell'ISIS hanno attaccato un grande raduno (...) nelle vicinanze della capitale russa Mosca", ha diffuso il gruppo jihadista su uno dei suoi account di Telegram. Ha detto che il suo commando è poi “tornato alla sua base sano e salvo.”

Si noterà che i potenti servizi di sicurezza russi, avvertiti dai loro omologhi americani dell’imminente  attacco terroristico su larga scala, non ne hanno tenuto conto e non hanno alzato il livello di allerta. Un commentatore sottolinea inoltre che “ sul campo, le autorità e le forze d'intervento russe hanno dato prova di un incredibile dilettantismo. Incapaci di intervenire nell’azione, incapaci di catturare gli aggressori.”

Sappiamo che, senza aiutare materialmente Hamas, Mosca lo sostiene nelle sedi internazionali, e recentemente ha accolto una delegazione dei suoi rappresentanti. Senza dubbio come ringraziamento, il succitato Hamas ha appena pubblicato il seguente comunicato stampa, da leggere con una certa incredulità:

“Noi condanniamo con la massima fermezza l’attacco terroristico che ha preso di mira i civili a Mosca, provocando decine di morti e feriti.”