Riprendiamo da LIBERO del 26/03/2024, a pag. 1/9, con il titolo "Sapienza occupata: via gli israeliani" cronaca di Daniele Dell'Orco.
Daniele Dell'Orco
All’università La Sapienza a Roma gli studenti hanno occupato il rettorato al grido di «basta alle complicità con Israele». Lo afferma una nota degli universitari del Collettivo “Cambiare rotta” su Instagram: «Nel giorno precedente il Senato accademico della Sapienza (in calendario per oggi, ndr), gli studenti occupano il rettorato: basta complicità con Israele, fuori la rettrice da Med-Or, no alla partecipazione al bando del ministero degli Esteri, basta accordi con università israeliane e filiera bellica». Prosegue poi la nota: «Dopo i partecipati cortei cittadini e dentro l’ateneo, dopo le numerose iniziative di solidarietà con la resistenza palestinese, la comunità studentesca riprende iniziativa. La rettrice e la governance di ateneo finora hanno rifiutato di ascoltarci, ora il Senato Accademico di domani (oggi per chi legge, ndr) dovrà discutere le nostre rivendicazioni e mettere fine alla complicità con Israele».
RISULTATI
Ma non solo, perché il comunicato scende più nel dettaglio: «Il rifiuto dell’università di Torino di partecipare al bando Maeci e l’annuncio delle dimissioni del rettore dell’Università di Bari dal suo incarico in Med-Or, fondazione di Leonardo Spa, mostrano che il boicottaggio accademico sta dando i suoi frutti e che si può porre fine alla criminale complicità del nostro sistema formativo con la barbarie del genocidio in Palestina e delle guerre».
Gli antagonisti oggi alle 12 terranno un «contro-senato accademico» per chiedere che l’istituzione «accetti le rivendicazioni degli studenti in mobilitazione». “Cambiare Rotta” è la stessa realtà studentesca di ultrasinistra che per settimane dopo il 7 ottobre 2023 ha organizzato manifestazioni, iniziative e picchetti a sostegno della Palestina e occupato, già a novembre, la facoltà di Scienze politiche della Sapienza.
Le rivendicazioni sono sempre le stesse di allora, compresa una lotta senza quartiere contro la rettrice Antonella Polimeni, che chiedono di incontrare prima del Senato Accademico.
Il conflitto con i collettivi iniziò quando la rettrice propose e votò una mozione che secondo gli studenti pro-Paleatina era ingiustamente «a sostegno di Israele», anche se in realtà si trattava di una secca e inequivocabile condanna nei confronti del raid di Hamas che il 7 ottobre ha ucciso 1.400 israeliani, per la maggior parte civili, e la richiesta di liberazione degli ostaggi. Una mozione votata all’unanimità proprio dal Senato accademico, che i collettivi volevano venisse «revocata».
Da allora è seguita un’iniziativa dopo l’altra in contrasto con la direzione dell’ateneo. Tra gli “accordi” che vorrebbero la rettrice stracciasse ci sono sempre stati quelli con Leonardo (che consente a diversi studenti ogni annodi frequentare stage di specializzazione, ma che per gli antagonisti è un «partner di morte» di Israele) ma anche quelli con atenei israeliani come il Technion di Haifa.
Ma i protagonisti del blitz sono pure gli stessi che poco più di un anno fa nel cortile di Scienze Politiche cercarono di impedire a Daniele Capezzone e agli studenti di Azione Universitaria di tenere un convegno all’indomani della vittoria elettorale del centrodestra. Anche questa brutta abitudine non l’hanno certo persa.
Più di recente, una settimana fa, gli stessi attivisti pro-Palestina avevano infatti impedito anche al giornalista David Parenzo di tenere un convegno nelle facoltà.
Gli studenti lo chiamarono «fascista, sionista e razzista» e lo accusarono di non avere «spazio né agibilità politica» per poter parlare alla Sapienza. Come se a decidere debbano essere loro e loro soltanto.
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