Zelensky salvo per miracolo
Analisi di Mirko Molteni
Testata: Libero
Data: 07/03/2024
Pagina: 16
Autore: Mirko Molteni
Titolo: Droni di Putin su Odessa: Zelensky vivo per miracolo

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 07/03/2024, a pag. 16 con il titolo "Droni di Putin su Odessa: Zelensky vivo per miracolo" l'analisi di Mirko Molteni. 

Mirko Molteni
Mirko Molteni

il presidente ucraino Volodymir Zelensky e il premier greco Kyriakos Mitsotakis, in visita a Odessa. Sono rimasti incolumi, ma sul luogo dell’impatto, un hangar portuale, ci sono stati 5 morti. I due stavano commemorando l’attacco russo del 2 marzo, quando un drone Shahed ha centrato un condominio uccidendo 12 civili, fra cui 5 bambini.
Il presidente ucraino Volodymir Zelensky e il premier greco Kyriakos Mitsotakis, in visita a Odessa per commemorare l’attacco russo del 2 marzo che uccise 12 civili, fra cui 5 bambini. Un missile russo ha colpito a soli 150 metri di distanza dai due leader. Ennesimo segno dell'arroganza russa che va fermata, subito!

Un missile russo ha sfiorato ieri di soli 150 metri il presidente ucraino Volodymir Zelensky e il premier greco Kyriakos Mitsotakis, in visita a Odessa. Sono rimasti incolumi, ma sul luogo dell’impatto, un hangar portuale, ci sono stati 5 morti.
I due stavano commemorando l’attacco russo del 2 marzo, quando un drone Shahed ha centrato un condominio uccidendo 12 civili, fra cui 5 bambini. L’ordigno russo di ieri ha colpito l’obiettivo a poca distanza dal convoglio di auto di Zelensky e Mitsotakis, testimoni delle esplosioni che avrebbero potuto ucciderli. E scatenare un domino dalle conseguenze difficilmente immaginabili, certamente devastanti a livello di possibile reazione occidentale. Per il presidente ucraino «abbiamo sentito e visto questo attacco oggi. Vedete con chi abbiamo a che fare». E il greco: «Abbiamo sentito le sirene e le esplosioni molto vicino a noi. Non abbiamo avuto il tempo di andare nei rifugi.Un’esperienza impressionante». Il Ministero della Difesa russo ha affermato che il missile ha centrato «un hangar che ospitava i droni navali ucraini».

PRESSIONI DIFFUSE

Pare una rappresaglia per l’affondamento, due giorni fa, del pattugliatore russo Sergej Kotov al largo della Crimea. I droni navali che salpano da Odessa sono i Magura V5, di produzione ucraina, motoscafi telecomandati lunghi 5 metri e mezzo, con autonomia di 800 km e 320 kg d’esplosivo.
La realtà è che Odessa è sempre più nel mirino di Mosca. Si teme che la richiesta di protezione rivolta ai russi dallo stato-fantoccio della Transnistria, zona ribelle della Moldavia, prepari il terreno a una “tenaglia” da Est e da Ovest per ghermire la costa sud dell’Ucraina. Ieri il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha detto: «Il rifiuto del dialogo con la Russia da parte delle autorità della Moldavia è un errore mostruoso, speriamo che a Chisinau lo capiscano». A Sochi il direttore dell’Agenzia atomica internazionale AIEA, Raphael Grossi, ha invitato il presidente russo Putin a non riaccendere la centrale nucleare ucraina di Zaporizhia, occupata da due anni. Lo zar vigila sul fronte domestico, in vista delle elezioni russe del 17 marzo. L’ex-asso degli scacchi Garry Kasparov, esule all’estero, è stato aggiunto alla lista di “terroristi ed estremisti” contrari al governo. E la vedova del dissidente russo Alexei Navalnij, Julia Navalnaja, invita i cittadini «ad andare in massa ai seggi per votare qualsiasi nome che non sia Putin».
Kiev resta decisa a liberare il suo territorio e il generale Oleksandr Pavliuk preannuncia il piano per «raggruppare le forze e condurre operazioni di controffensiva quest’anno». Saranno necessari però i rifornimenti d’armi occidentali. Dovrebbe rimediare, in parte, il preannunciato accordo sull’EPF, il Fondo Europeo per la Pace, volto ad aumentare la produzione di armamenti europei, che stando a indiscrezioni diplomatiche dell’Ansa, dovrebbe essere raggiunto al vertice UE del 21-22 marzo. Purché gli altri Paesi accettino l’invito di Francia e Germania a privilegiare l’acquisto di armi made in Europe, anziché in Usa.

ANCHE IN AFRICA...

Al fronte, i russi sostengono che un ulteriore carro armato americano M1 Abrams, il quarto in 10 giorni, sarebbe stato «distrutto al primo colpo vicino Avdiivka dall’equipaggio di un carro russo T-72». Intanto, il Wall Street Journal ha confermato quanto si vociferava da settimane, ovvero l’intervento di forze speciali ucraine nella guerra civile in Sudan in appoggio all’esercito governativo contro le milizie affiancate dai mercenari russi del gruppo Wagner. Ad aiutare Khartum, in una sorta di diramazione africana del conflitto Mosca-Kiev, ci sarebbero 100 commandos ucraini dell’unità Timur, con l’ausilio di droni.

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