Riprendiamo dal CORRIERE FIORENTINO di oggi, 05/03/2024, la cronaca di Luca Lunedì dal titolo: "Pisa, studente palestinese parla all'inaugurazione dell'anno accademico: Il nostro popolo non ha più diritti".
L'università di Pisa inaugura l'anno accademico per la 680esima volta nella sua storia, una cerimonia già rinviata per la tragedia di via Mariti a Firenze e che inevitabilmente deve fare i conti anche con le aggressioni agli studenti avvenute a pochi metri di distanza, la settimana scorsa. In un fuori programma dal peso politico non indifferente il rettore Riccardo Zucchi ha invitato a parlare, durante la cerimonia, Anas Khalil, laureando italo-palestinese in medicina all'Università pisana, figlio dell'imam cittadino, e rappresentante di “Rompere l'Assedio”, gruppo di studenti e ricercatori delle tre università pisane, che da ottobre organizza eventi sulla questione israelo-palestinese: «Porto la voce di palestinesi e non che in questi giorni si sono riversati nelle piazze in opposizione alle bombe sulla nostra democrazia ovvero alle limitazioni sulla nostra libertà di manifestare sia in opposizione alle bombe su Gaza, quindi sulla nostra umanità. Lo spazio universitario è privilegiato perché libero e autonomo e la libertà accademica è un diritto fondamentale negato per decenni ai palestinesi, a Gaza come in Cisgiordania». «Siamo di fronte a un genocidio in potenza - ha detto ancora Khalil - ogni palestinese è una vittima possibile che sia uomo, donna, bambino o anziano. Ma voglio soffermarmi in particolare sulle donne palestinesi, che sono costrette a sopravvivere in condizioni disumane: alcuni rapporti di organizzazioni internazionali ci raccontano di metodi terrificanti per gestire il ciclo mestruale, per partorire, senza antidolorifici, anestesia, elettricità, nei pochi ospedali rimasti. Non siamo antisemiti – ha concluso - rivendichiamo un convinto antisionismo: l'opposizione alle pratiche di colonizzazione, insediamento illegale, apartheid, razzismo, pulizia etnica e controllo militare della vita di un popolo intero. Molte comunità ebraiche in tutto il mondo hanno espresso durissime posizioni antisioniste e di condanna al governo d'Israele».
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