Riprendiamo da LIBERO di oggi, 04/03/2024, a pag. 7, con il titolo "I pacifici centri sociali: botte alla polizia", la cronaca di Massimo Sanvito
Manca un quarto d’ora alle sette di sera. «Via via la Polizia». È il coro che fa da preludio all’avanzata antagonista.
L’obiettivo, come sempre, è quello di calpestare i divieti.
Ossia forzare il cordone di Polizia e Carabinieri in assetto anti-sommossa che chiude la strada per evitare che il manipolo raggiunga l’evento dell’europarlamentare leghista, Silvia Sardone (definita “razzista e islamofoba”) che si trova qualche centinaio di metri più in là per la presentazione del suo libro “Mai sottomessi. Cronache di un’Europa islamizzata”.
Siamo a Milano, via Padova, il quartiere più multietnico della metropoli. Alla testa del gruppo - 150 persone in tutto - ci sono quelli del centro sociale Lambretta. Sventolano bandiere di Rifondazione Comunista e Sinistra Italiana, oltre a vessilli palestinesi.
Fra loro anche due consiglieri comunali, Carlo Monguzzi e Tommaso Gorini (Verdi), e Onorio Rosati, consigliere regionale Verdi-Sinistra.
I “bravi ragazzi” provano a sfondare e gli agenti sono costretti a rispondere. Volano manganellate nel mucchio, gli scudi parano le bastonate, i pugni e i calci dei manifestanti. Il presidio vuole farsi corteo ma così non sarà, grazie al sangue freddo delle forze dell’ordine che aumentano di numero col passare dei minuti vista la tensione palpabile nell’aria di periferia.
Dopo la prima carica, parte il celebre “Tous le monde detest la police” (tradotto: “Tutto il mondo detesta polizia”), il coro d’ispirazione parigina che viene intonato dagli immigrati nelle banlieue durante le rivolte di piazza.
ZONE FUORI CONTROLLO
L’odio anti-divise da parte della galassia antagonista e della sinistra extraparlamentare è racchiuso tutto qui, ma va anche oltre. Scatta un secondo tentativo di andare oltre gli uomini schierati dalla Questura. Cercano di passare facendosi strada a colpi di bastoni di legno e aste di bandiere ma non ce la faranno. Celerini e carabinieri infatti mantengono la linea serrata e compatta.
Volano insulti («bastardi, figli di puttana») e i cori si fanno sempre più forti. La pattuglia antagonista è costretta a retrocedere e si disperde in direzione di piazzale Loreto.
Quello del Lambretta non è un nome qualsiasi all’interno del mondo antagonista. A novembre, come anticipato da Libero, la costola “istituzionale” di questo centro sociale (“Mutuo Soccorso Milano”) ha ricevuto dal Comune di Milano un immobile di 380 metri quadrati per 18 anni, senza aver partecipato ad alcun bando pubblico e con un canone d’affitto irrisorio (circa mille euro al mese). Tutto questo nonostante undici anni di abusivismo da parte del centro sociale, con cinque diverse occupazioni maturate nel silenzio del centrosinistra milanese. Un trattamento di favore che è diventato un caso in città.
Ma il sindaco, Beppe Sala, non ha mai trovato il tempo per spendere una sola parola a riguardo.
STOP ALLE VIOLENZE
«Volevano bloccare la presentazione del mio libro e la fiaccolata che come Lega abbiamo organizzato insieme ai cittadini di via Padova per chiedere più sicurezza e meno degrado. Sono andati all’assalto della Polizia provando a sfondare in più di un’occasione il cordone degli agenti: a loro va il mio ringraziamento e la mia solidarietà» ha spiegato Silvia Sardone che ha definito «Una vergogna quel che è successo». Anche l’onorevole Sardoni ha ricordato che il primo cittadino di Milano, di recente, ha regalato un immobile proprio al Lambretta. «E ora, dopo tutto questo, il sindaco dovrebbe dissociarsi immediatamente da queste violenze. Basta favori ai centri sociali, basta illegalità, basta estremisti di sinistra padroni dei quartieri».
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