Vergogna, sarebbe questo il tuo nome, ONU?
Analisi di Michelle Mazel
8 ottobre. Israele è sotto shock. Nei kibbutz devastati dove si annida l'odore della morte, i corpi torturati e carbonizzati testimoniano la mostruosa ferocia di un attacco che non ha risparmiato né neonati né donne incinte. Sui social media, dei terroristi divertiti mostrano le loro mani insanguinate e si vantano delle loro imprese. In Qatar, i leader di Hamas esultano e si prostrano ripetendo “Allah è grande”. Fioccano le condanne, ma già l’Organizzazione delle Nazioni Unite corre in aiuto di Hamas. “Le sue azioni”, dichiara il suo Segretario Generale, “non sono avvenute nel vuoto”. Ci sarebbe “occupazione”, “oppressione”. Ma il signor Guterres ha mai letto lo statuto del movimento terroristico Hamas? Non sa che il suo obiettivo è l’eliminazione di Israele, l’instaurazione di un califfato islamico e l’applicazione della legge della Sharia in tutta la “Palestina”? Pensa davvero che possa esserci una giustificazione per atti indicibili – aprire il ventre di una donna incinta per estrarne un bambino innocente e decapitarlo prima di infierire su sua madre? Bruciare vivo un altro neonato? Non capisce che sta legittimando a posteriori queste azioni, come anche la cattura di bambini molto piccoli, di donne e di uomini che serviranno come ostaggi di mostri pronti a sottoporli a sofferenze indicibili? Eppure l’ONU continuerà a scatenare la sua ira contro lo Stato ebraico. La Signora Francesca Albanese, relatrice speciale dell'ONU sui territori palestinesi, nominata nel maggio 2022 malgrado, se non proprio a causa della sua ostilità verso Israele, ha appena inviato un tweet rancoroso al Presidente della Repubblica Francese, Emmanuel Macron, che durante la solenne cerimonia di commemorazione delle vittime francesi, a Les Invalides, ha avuto “l'audacia” di definire i fatti del 7 ottobre come “il più grande massacro antisemita del nostro secolo”. Ascoltiamo la signora: “Il più grande massacro del nostro secolo? No, signor Emmanuel Macron. Le vittime del 7/10 non sono state uccise a causa del loro giudaismo ma come reazione all'oppressione di Israele”. Insomma, un nuovo occultamento delle motivazioni religiose di Hamas e del suo statuto e, anche in questo caso, un tentativo di giustificare l’ingiustificabile. Completiamo questo trio con un altro funzionario dell'ONU, il commissario generale dell'UNRWA Philippe Lazzarini. Mentre l'organizzazione tenta di minimizzare l'impatto della scoperta che molti dei suoi agenti hanno contribuito al massacro di ottobre, lui ha affermato di ignorare la presenza del tunnel lungo 700 metri che corre sotto il quartier generale dell'UNWRA a Gaza. L’impianto elettrico era collegato alla sede dell'UNRWA che l’alimentava. Dei fotografi di Reuters e dell’AFP erano stati tra i giornalisti portati giovedì dall'esercito israeliano nell'edificio e nel tunnel. Secondo dei documenti e un deposito di armi rinvenuti nel complesso stesso, anche gli uffici sarebbero stati utilizzati dai terroristi di Hamas. “Abbiamo lasciato questo edificio da quando sono iniziati i bombardamenti”, risponde Lazzarini senza ridere, “e non siamo a conoscenza di alcuna attività che possa essersi svolta lì”. Probabilmente i funzionari erano sordi, muti e ciechi e non avevano notato nulla... Non è vietato quindi ritenere che questo tacito sostegno abbia incoraggiato Hamas a inasprire le sue richieste e quindi a prolungare la guerra...