Boicottare Israele “per il suo bene”.
Analisi di Michelle Mazel
Il comunicato. La Federazione Internazionale di Hockey su Ghiaccio per motivi di sicurezza esclude Israele da tutte le sue competizioni: la squadra israeliana, che in aprile avrebbe dovuto partecipare alla Coppa del Mondo Gruppo B in Serbia, sarà sospesa “fino a quando non saranno garantiti la sicurezza e il benessere di tutti i partecipanti”, giustifica l'IIHF. Avete capito bene. Alla Federazione non interessa veramente la sorte degli atleti israeliani; ciò che la preoccupa è il pericolo che la loro presenza rappresenterebbe per gli altri. Cosa volete, in questi giorni molte organizzazioni terroristiche non risparmiano sforzi nell'attaccare delle istituzioni israeliane in tutto il mondo; un attentato all'ambasciata israeliana in Svezia è stato sventato appena in tempo. Già in passato furono presi di mira degli atleti israeliani: ricordiamo la strage di Monaco, poco più di cinquant'anni fa. Naturalmente, la Federazione non ha nessuna informazione concreta, ma chi lo sa! Nel dubbio, è meglio evitare di correre il rischio che gli atleti stranieri diventino un danno collaterale durante un attacco contro gli israeliani. L’allora Primo Ministro, Raymond Barre, lo disse chiaramente durante l’attentato di Rue Copernic nel 1980: “Questo odioso attentato che voleva colpire gli israeliti che si recavano alla sinagoga e che ha colpito dei francesi innocenti che stavano attraversando rue Copernic ” Avrebbe potuto anche esprimersi diversamente. Nel 1976, un Airbus dell'Air France, in volo da Tel Aviv a Parigi con 246 passeggeri a bordo, la maggior parte dei quali erano israeliani, fu dirottato da terroristi palestinesi e costretto ad atterrare a Entebbe. Gli israeliani e le persone con nomi dal suono ebraico furono separati dagli altri. Il capitano Michel Bacos e l'intero equipaggio dell'Air France si erano rifiutati di essere rilasciati insieme agli altri 147 ostaggi, dichiarando: “ Era nostro dovere restare con i nostri passeggeri.” Questa volta, invece, nessun membro della Federazione Internazionale di Hockey su ghiaccio si è alzato per protestare contro una discriminazione così palese, o per minacciare di boicottare le competizioni se Israele fosse stato escluso. Nemmeno la Francia, i cui rappresentanti presero l’iniziativa nel 1908 di fondare la prima Lega internazionale di Hockey su ghiaccio. È vero che oggi la campagna di demonizzazione dello Stato ebraico è in pieno svolgimento e che all’Aia vengono rivolte contro di esso accuse scandalosamente false. Inoltre, la Francia ha appena rifiutato di aderire alla coalizione internazionale contro gli Houthi che attaccano “in solidarietà con Hamas”, senza discriminazioni, le navi che navigano nel Mar Rosso. Con l’avvicinarsi delle Olimpiadi estive del 2024, Parigi non vuole attirare l’ira dell’organizzazione terroristica. Non sono forse attesi più di venti milioni di turisti? Da qui la domanda: alla luce di questo precedente, non c'è motivo di temere altre iniziative volte a impedire alla delegazione israeliana di partecipare a questi giochi?