La vergogna rossa nel giorno del ricordo
Commento di Francesco Storace
Testata: Libero
Data: 11/02/2024
Pagina: 5
Autore: Francesco Storace
Titolo: La vergogna rossa nel giorno del ricordo

Riprendiamo da LIBERO di oggi 11/02/2024, a pag. 5, con il titolo "La vergogna rossa nel giorno del ricordo", il commento di Francesco Storace.

Francesco Storace

Firenze, vandalizzata la targa in memoria delle Foibe, nel giorno del  Ricordo | Corriere.it

Questo è quello che resta a Firenze della targa in ricordo delle vittime delle Foibe dopo essere stata vandalizzata dagli attuali amici di Tito

Che pena quel pezzo di sinistra che sputa sul sangue italiano nel Giorno del Ricordo delle Foibe. Poi, c’è quella che pronuncia due paroline di cordoglio fasullo e non vede l’ora che passi la giornata. E ancora, quella che sta zitta perché se parla non si controlla. Elly Schlein, ad esempio, che dice la sua su tutto tranne che sul martirio delle Foibe, che non è un’invenzione della destra italiana, ma la drammatica realtà storica suggellata da una legge del Parlamento della Repubblica. E appresso a lei, al contrario di Matteo Renzi che non teme di parlarne, persino Carlo Calenda, che evidentemente vuol essere sicuro di non sbagliare per essere prima o poi riammesso al soglio Nazareno. Davvero una brutta giornata da quelle parti, persino con vandalismi, contorsioni ideologiche, letture ipocrite del dramma consumato nel confine orientale della Nazione. È che c’è un complesso di colpa e per questo non ce la fanno neppure a pronunciare la parola comunista. Ricordate quelli della “matrice”? Ecco, vorrebbero le foibe senza padre né madre. E c’è chi pensa a distruggere una targa in ricordo a Firenze – e non è stata nemmeno la prima volta – e poi lo striscione negazionista di Roma, e l’Anpi che delira. Niente, non ne vogliono sapere di rispettare una data che è incisa nella storia della Patria. Gli eccidi nelle foibe vanno negati. Tutta colpa del fascismo, dicono; come se il 25 aprile di ogni anno ci si mettessero in molti – ancora oggi – a fare controstoria con le vicende sanguinose del triangolo rosso, partigiani uccisi da partigiani. Neanche quelle 24 ore rispettano e anche per questo ferisce il silenzio di Elly Schlein. Cossiga, Ciampi, Napolitano, Mattarella, presidenti della Repubblica che non hanno esitato a condannare quei crimini. Lei, la segretaria del Pd, proprio non ci riesce. Giorgia Meloni, da Basovizza, chiede scusa per i decenni di «colpevole silenzio istituzionale», rotto nel 1991 proprio da Cossiga. Poi arrivò la legge di vent’anni fa voluta da Roberto Menia, ma ancora adesso c’è chi tace. E chi compie atti delittuosi. A Firenze il gesto probabilmente più grave e per fortuna tenta di metterci una pezza il governatore Giani, con un semplice ma significativo post su Facebook: «10 Febbraio - Giorno del Ricordo. Per conoscere e non dimenticare», con una foto del monumento che ricorda la Foiba di Basovizza, uno dei luoghi simbolo degli eccidi nel Nord Est. Sotto l’immagine compare il tricolore della bandiera nazionale. Ma la targa distrutta nel capoluogo toscano a ricordo e memoria dei caduti italiani «era stata ripristinata da pochi giorni. Ed ora è stata vandalizzata di nuovo. La targa dedicata ai Martiri delle Foibe, a Firenze, non ha pace. Firenze, purtroppo, si dimostra città della vergogna». A denunciarlo Giampaolo Giannelli, coordinatore toscano dell’Unione degli Istriani, appresa la notizia dell’atto vandalico contro la targa. «Ci auguriamo anche che l’amministrazione fiorentina faccia di più, sia sul fronte della sicurezza che della dignità da dare ad un luogo simbolo dei nostri martiri». A Roma si è fatta sentire in modo lugubre Rifondazione comunista, con uno striscione davvero orribile. Nel nome della controstoria e del revisionismo più insensato, un centinaio di persone ha partecipato al presidio dinanzi al museo della Liberazione di via Tasso a Roma «per commemorare gli eroi della Resistenza (ma che c’entrava...?) e per contestare la narrazione mistificata e tossica sulle foibe, imposta inopinatamente a tutti noi come verità di Stato». Con uno striscione che recitava: «10 febbraio Giorno della menzogna, no al revisionismo di Stato». Vergognoso, con tanto di bandiera iugoslava a far triste mostra di sè. Poi, la solita Anpi, per la puntuale lagna sulle «responsabilità del fascismo» nelle foibe. Dimenticando che quando il Parlamento varò la legge sulla Giornata del Ricordo solo pochi estremisti di sinistra votarono contro con le stesse “motivazioni”. Il bianchetto sul sangue italiano. E gran finale con questi provocatori: una ventina di attivisti del collettivo antagonista Cambiare rotta hanno srotolato uno striscione in piazza XVIII dicembre, a Torino, «contro il revisionismo storico» del Giorno del Ricordo. «Dai partigiani jugoslavi alla resistenza palestinese: dalla parte giusta della storia», recitava lo striscione, mentre sono stati accesi dei fumogeni rossi e sono state sventolate delle bandiere palestinesi. L’azione è durata una trentina di minuti. Ma si scatena anche un autorevole esponente del Pd come Gianni Cuperlo, che si scaglia contro il sindaco di Trieste, reo di aver tenuto un discorso che «neanche Almirante avrebbe fatto», dice con faccia tosta intollerabile. Del resto, Cuperlo anche nei giorni scorsi ha rivendicato di essere comunista e difende quella malvagia tradizione... La prossima lite sarà sul maresciallo Tito, ancora incredibilmente titolare di una onorificenza di Stato in Italia. La sinistra fa sapere che non tollera la sua revoca e già questo dice tutto. Speriamo invece che il centrodestra non si fermi. Nel nome del rispetto del sacrificio di quegli italiani.

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