Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi 08/02/2024, a pag.4, con il titolo "Le 'bombe sugli ospedali' di Ghali irritano la comunità ebraica italiana. Il rapper: chi tace acconsente" la cronaca di Zita Dazzi.
Walker Meghnagi, presidente della Comunità Ebraica di Milano, ha crtiticato la canzone/propaganda del cantante Ghali.
MILANO — Sbarca anche a Sanremo la polemica sulla guerra a Gaza. Il trapper Ghali nella sua canzone in gara ha fatto un chiaro riferimento a quel che sta accadendo ai civili della Striscia: «Bombardate un ospedale per un pezzo di terra». Ore dopo, alla fine del festival, anche Dargen d’Amico ha lanciato un appello per il cessate il fuoco. Ma è soprattutto contro Ghali che tuona il presidente della comunità ebraica di Milano, Walker Meghnagi: «Al festival di Sanremo, che dovrebbe unire tutti gli italiani, è andata in scena una esibizione che ha ferito molti spettatori. Ghali ha proposto una canzone per gli abitanti di Gaza, ma a differenza di Ghali non possiamo dimenticare che questa terribile guerra è il prodotto di quanto successo il 7 ottobre. Dopo che i terroristi di Hamas, che controllano Gaza, superano il confine legalmente riconosciuto di Israele e sterminano in sole due ore oltre 1.400 ebrei, con donne stuprate e mutilate, le ragazze davanti ai propri genitori e le madri davanti ai propri figli, neonati bruciati vivi nei forni a microonde, bambini ammazzati a freddo uno per uno, disabili e anziani massacrati senza pietà». Meghnagi chiede alla Rai di intervenire contro Ghali, accusandolo di aver mancato di tener conto del fatto che «gli abitanti di Gaza hanno festeggiato con balli e distribuendo caramelle ai passanti, complimentandosi con chi ha commesso tale massacro ». Il cantante in serata ha replicato alle accuse del capo della comunità ebraica milanese: «È necessario prendere una posizione perché il silenzio non suoni come un assenso», scrive su Instagram, E aggiunge: «Sono venuto a Sanremo per portare unmessaggio, non ho né il ruolo né l’ambizione di risolvere una questione internazionale. Ma se la mia esibizione porta a ragionare sull’irragionabile, se la mia canzone porta luce su quello che si finge di non vedere, allora ben venga. Non si può andare oltre». Intanto, dopo un video virale sui social con insulti e accuse totalmente infondate dell’ex diplomatica Elena Basile contro Liliana Segre, la senatrice a vita ha deciso di sporgere querela per diffamazione. L’autrice del post, ieri sera, ha tentato una marcia indietro, dopo aver accusato Segre di essere insensibile alla morte dei bambini palestinesi «come i nazisti che abbracciavano i loro figli dopo aver mandato gli ebrei alle camere a gas». Nemmeno dopo la richiesta di rimuovere il post da parte del figlio della senatrice, Luciano Belli Paci, l’ex diplomatica aveva risposto. Così, gli avvocati hanno deciso di procedere con la querela, anche se Basile, in forte ritardo, si è detta dispiaciuta per aver mal interpretato le dichiarazioni pubbliche della più importante testimone della Shoah italiana, che ha sempre detto di aver «perso il sonno dopo il 7 ottobre, pensando a tutti i bambini di ogni nazionalità e religione che stanno soffrendo, in particolare ora quelli palestinesi». Basile, ieri mattina, aveva scritto su Instagram attaccando anche Repubblica: «La senatrice Segre deve aver avuto un eccellente giornalista che ha travisato il suo pensiero facendole dichiarare che mentre era in corso il massacro a Gaza lei non riusciva a dormire perché pensava ai bambini ebrei uccisi il 7 ottobre. Sarei veramente felice se la senatrice smentisse questa stampa faziosa». Numerose le dichiarazioni di solidarietà alla senatrice, tra le quali quella del console di Israele Marco Carrai.
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