Il messaggio del Papa: meglio tardi che mai. Adesso aspettiamo che pronunci la parola Israele! 07/02/2024
Diario di guerra di Deborah Fait
Autore: Deborah Fait

Il messaggio del Papa: meglio tardi che mai. Adesso aspettiamo che pronunci la parola Israele!
Diario di guerra di Deborah Fait

Papa francesco e l amessa davanti al dipinto con gesu avvolto da kefiah -  dago fotogallery
Papa Francesco officia una messa a Betlemme con sullo sfondo un Gesù Bambino avvolto in una «kefiah». Il capovolgimento della realtà è completo. Non solo Gesù non è più ebreo, ma diventa addirittura palestinese

“Il percorso che la Chiesa ha avviato con voi, l’antico popolo dell’alleanza, rifiuta ogni forma di antigiudaismo e antisemitismo, condannando inequivocabilmente le manifestazioni di odio verso gli ebrei e l’ebraismo, come un peccato contro Dio.”

È arrivato finalmente il messaggio del Papa, è arrivato dopo quattro mesi dal pogrom del 7 Ottobre, è arrivato dopo quattro mesi in cui il mondo intero si è scatenato contro Israele con un odio che una mente sana non può comprendere. Finora Bergoglio aveva parlato delle brutture della guerra tra palestinesi e Israele, tra l’Ucraina e la Russia, senza prendere posizione nonostante le migliaia di manifestazioni antisemite, le aggressioni agli ebrei in Europa e negli Stati Uniti, nonostante la paura degli studenti ebrei nei campus universitari trasformatisi in luoghi di violenza e di un’ostilità portata fino all’ossessione. Il 7 Ottobre sono stati massacrati nel modo più barbaro 1200 israeliani, 10.000 sono rimasti gravemente feriti, 256 sono stati rapiti dai mostri palestinesi, da quel giorno sono stati lanciati sulle città israeliane 13.000 missili. Subito dopo, qualche ora dopo, il mondo si è scatenato, non contro i mostri, contro Israele violato e ferito a morte. Gli israeliani inorriditi e increduli di fronte a tanta barbarie, raccoglievano i corpi martoriati, urlavano per i tanti bambini ammazzati e rapiti, per le donne spaccate in due, mentre nel resto del mondo si scatenava una violenza assurda e inconcepibile contro gli ebrei. Personalmente ho spesso criticato Papa Bergoglio. Ricordo la messa recitata a Betlemme sotto un enorme ritratto di Gesù bambino bardato di kefiah, ricordo con imbarazzo le immagini del Papa, capo della Chiesa, inginocchiato davanti alle scarpe lucide dei leader del Sud Sudan o di quando, per Pasqua, ha voluto lavare i piedi a giovani musulmani. Islam significa sottomissione ed è quello che ha dimostrato Papa Francesco: la sua sottomissione a un’ideologia che non è religione ma adorazione della morte. L’ultimo atto di questa sua sudditanza è la mancata presa di posizione contro lo sceicco Al-Tayyeb, grande imam di Abu Dhabi, che non ha condannato i massacri del 7 Ottobre, quasi compiacendosene, né la volontà di Hamas di sterminare tutti gli ebrei e di eliminare Israele dalla faccia della terra. Alla fine però, Bergoglio ha capito che le cose si stavano mettendo male, troppo male, che questo odio feroce contro l’ebreo potrebbe essere un pericolo paragonabile alle ideologie infernali terminate con la Shoah. È di pochi giorni fa il grido “Ripulire il mondo dagli ebrei” che si né levato dal Portogallo. Anche se il cristianesimo è in crisi, la condanna di Papa Bergoglio contro tutte le forme di antisemitismo e antigiudaismo, definendole un “peccato contro DIO”, può avere molto peso per qualche anima più sensibile di altre. Sorvoliamo sul fatto che in tutto il suo messaggio non appare mai la parola Israele però non si può pretendere troppo. Tutti i Papi hanno avuto difficoltà di pronunciare quella parola, ricordo che tanti anni fa, una delegazione di Italia Israele, con Angelo Pezzana e la sottoscritta, è andata sotto la finestra da cui parlava Paolo VI a gridare “Dì la parola Israele, Israele, Israele!” e lui alla fine, sorridendo, l’ha detta. Grandissima inutile conquista! Nella sua lettera il Papa ha chiesto ancora una volta la liberazione degli ostaggi. Parole inutili per Hamas e i mostri palestinesi ma forse importanti per qualcuno laggiù in Europa. Non mi faccio molte illusioni, il mondo non ci vuole, per quanto gli ebrei abbiano contribuito più di tanti altri popoli alla cultura e alla civiltà nel mondo, per quanto da Israele escano studi scientifici importanti per l’umanità intera, il mondo non ci ama e non ci vuole e questo dipende dall’ignoranza che ormai è diffusa in ogni ordine di scuola, università comprese, come giustamente ha scritto Angelo Panebianco sul Corriere della Sera di ieri (se vi fosse sfuggito lo trovate su www.informazionecorretta.com). Quattro mesi di ritardo, Papa Francesco, ma come si usa dire “meglio tardi che mai”. Certo, se arrivasse anche a pronunciare la parola Israele non sarebbe male.

Deborah Fait
Deborah Fait