La complicità dell’UNRWA 28/01/2024
Analisi di David Elber
Autore: David Elber

La complicità dell’UNRWA
Analisi di David Elber

Un po’ alla volta la verità sta emergendo: l’UNRWA è complice dei terroristi di Hamas. Già da decenni si erano raccolte prove sulla collusione di questa ignobile istituzione internazionale con i movimenti terroristici palestinesi, ma le prove raccolte dal 7 ottobre in merito al suo pieno coinvolgimento con le squadre della morte di Hamas non lasciano più dubbi: l’organizzazione pseudo umanitaria è parte integrante del gruppo di massacratori e non solo, come vedremo, perché 12 suoi membri (accertati) hanno preso parte all’eccidio del 7 ottobre. Quanto emerso dalle prove fornite dagli stessi “impiegati” UNRWA, molti di loro hanno partecipato all’eccidio del 7 ottobre o ne hanno sostenuto la glorificazione nei social media, hanno trasformato le loro case e le strutture dell’UNRWA come carcere per gli ostaggi, come deposito di armi, come piattaforme per lanciare razzi sulle città israeliane e come copertura per numerosi tunnel di Hamas. Tutto questo è potuto emergere senza dubbi solo grazie all’operazione militare che Israele stà conducendo a Gaza. La storia di questa abbietta “associazione a delinquere” è troppo lunga e articolata per essere ben tratteggiata qui, ma, molto brevemente, metteremo in luce solo gli aspetti più eclatanti e paradossali. Fin dalla sua fondazione è ben nota la funzione politica dell’UNRWA: non può essere annoverata tra le agenzie umanitarie perché non ha mai ridotto il numero di rifugiati da quanto è stata costituita (1949), anzi, è vero il contrario: è un’agenzia “moltiplicatrice” di rifugiati, che sono passati, infatti, dai 520.000 iniziali ad oltre 5.500.000 attuali, e questo grazie a dei criteri ridicoli mai utilizzati per nessun altro, al di fuori del popolo palestinese. Questo è avvenuto per mere ragioni politiche, cioè per assicurare che un accordo con Israele non possa mai essere realizzato, utilizzando a questo fine la leva dei “profughi” e del ancora più fantasioso “diritto al ritorno” che nel diritto internazionale neanche esiste. È bene ribadire, ancora una volta, che Israele non è responsabile della situazione dei rifugiati palestinesi, essendo la causa esclusiva del loro status le guerre scatenate dai paesi arabi nel 1948 e nel 1967. Ciò nonostante, dovrebbe essere Israele, secondo i paesi arabi, la UE e la quasi totalità dell’ONU ad assorbire tutti questi profughi per giungere alla “pace”. Dal 1949 ad oggi l’ONU, tramite la sola UNRWA, ha speso oltre 25 miliardi di dollari per i rifugiati palestinesi, cioè il doppio dei soldi del piano Marshall con cui è stata ricostruita l’Europa dopo la Seconda guerra mondiale. Cosa altrettanto sorprendente è il numero di “impiegati” di questa agenzia. L’UNRWA, infatti, impiega più di 30.000 persone (la quasi totalità palestinesi tra i quali numerosi terroristi) per prendersi cura dei 5.5 milioni di rifugiati e discendenti, cioè la ragguardevole cifra di un dipendente ogni 176 rifugiati. Mentre l’UNHCR (l’Alto Commissariato per i rifugiati) ha a disposizione circa 11.000 persone per gestire l’emergenza di oltre 68 milioni di persone, cioè una ogni circa 6.100 rifugiati. Questo significa che l’UNRWA oltre che una moltiplicatrice di rifugiati è anche una moltiplicatrice di “impiegati” e si è potuto vedere di che genere di impiegati si tratta. Già nel 2014 si era palesato a Gaza, in occasione dell’operazione militare israeliana “Margine protettivo”, come le sedi dell’UNRWA e soprattutto le sue scuole venivano utilizzare regolarmente dai terroristi di Hamas come depositi per razzi, armi e munizioni. Va sottolineato che varie indagini hanno dimostrato che molti dipendenti stessi dell’UNRWA erano, e sono, membri di Hamas. Però nessun provvedimento, da parte di un qualsiasi organismo internazionale, è mai stato preso per porre fine a questa situazione che si protrae da decenni. Tra i principali compiti dell’UNRWA c’è la gestione delle scuole e la pubblicazione dei testi scolastici palestinesi. È doveroso sottolineare che i testi scolastici utilizzati sono diventati, da numerosi anni, un strumento di propaganda anti israeliana oltre che di vero e proprio odio antiebraico. Cosa che non ha precedenti. Soprattutto in considerazione del fatto che sono realizzati, pubblicati e diffusi con i soldi dell’ONU, della UE e degli USA. La cosa è diventata talmente grave che perfino l’ONU stessa, dopo ripetute segnalazioni, si è dichiarata “preoccupata” in un rapporto, del 29 agosto 2019, redatto dalla commissione contro le discriminazioni razziali. Ma nonostante la “preoccupazione” mostrata, nulla è stato fatto per porre fine a questo abominio “culturale” e i suoi effetti si sono visti il 7 ottobre: oltre agli sgherri di Hamas diverse centinaia di “civili” palestinesi hanno preso parte attiva all’eccidio, allo stupro e al rapimento di civili israeliani. Gli USA dell’amministrazione Trump si sono dimostrati gli unici a prendere passi concreti contro l’operato dell’UNRWA. Così nel corso degli ultimi due anni di amministrazione hanno progressivamente diminuito, fino a congelare, il loro cospicuo contributo annuo che si aggira a oltre 350 milioni di dollari (pari a circa il 25% del budget totale). Questo provvedimento è stato immediatamente ribaltato con l’insediamento dell’amministrazione Biden che ha ripreso i copiosi finanziamenti che si è ben visto a cosa sono serviti. Per quanto appena esposto, è necessario che il governo di Israele impedisca che, questa organizzazione criminale, al pari di Hamas, possa più operare nei territori di Gaza, Giudea e Samaria. Se il politicizzato ONU non avrà il coraggio o la forza di smantellare questa agenzia (cosa più che probabile), Israele dovrà trovare la forza di denunciare i governi (USA, Germania, Svezia e UE i principali finanziatori) che finanziano questi complici di Hamas e impedire che questa agenzia operi sul territorio. Questo deve essere un punto imprescindibile prima di sedersi ad un qualsiasi tavolo di trattative.

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