Valli,quarta puntata
analisi del linguaggio dell'inviato di Repubblica
Testata: La Repubblica
Data: 28/06/2003
Pagina: 1
Autore: Bernardo Valli
Titolo: Un primo passo nel segno di Bush
Quarto servizio da Israele dell'inviato di Repubblica Bernardo "Hommoz" Valli.
Speriamo sia entrato in qualche ristorante di Gerusalemme e abbia gustato un buon "Humus", invece della fetecchia "Hommoz" (come lui l'ha chiamata) alla Porta di Damasco (si veda il suo primo servizio).
Il titolo è la sola cosa corretta, ma Valli non ne ha merito, i titoli sono di competenza del giornale e non di scrive il pezzo.

"... la solenne dichiarazione di Bush sulle rive del Mar Rosso, ad Aqaba, si è rivelata una bolla di sapone, non ha aperto almeno uno spiraglio nella tragedia israelo-palestinese.."
L'anti americanismo del quotidiano dell'Ing.Carlo de Benedetti non ha limiti. Non sappiamo come andrà a finire, ma non riconoscere a Bush quei pochi e magri risultati che sin qui si sono ottenuti ha dell'incredibile.
Secondo Valli poi, Bush si sta dando da fare per far dimenticare che non si sono trovate in Iraq le armi di distruzione di massa.
Poi Valli si contraddice, tanto da farci pensare che il proto abbia confuso l'impaginazione delle prime righe.

Quel che si profila in queste ore in Medio Oriente è dunque dovuto a Bush. Il merito gli va riconosciuto, senza condizionare già da adesso il giudizio a quel che accadrà in seguito"
Su Bush sarà meglio che Valli si decida. O son bolle di sapone o sono meriti.
Non avrà digerito un altro "hommoz" ?

Molto diversa era l'atmosfera dieci anni or sono quando ci fu il mutuo riconoscimento tra l'OLP e Israele, ad opera di Rabin e Arafat.
Peccato che Valli non ricordi che se Oslo è fallito a Camp David l'autore del fallimento è stato Arafat che ha rifiutato le proposte di Barak, laburista come Rabin e come Rabin pronto ad offrirgli stato e capitale su di un piatto d'argento.
Sharon contava sulla tradizionale complicità (americana)
Ben scelta la parola "complicità". Orienta subito il lettore verso una buona predisposizione verso Sharon.
i gruppi dediti al terrorismo
Ancora bravo Valli, la parola "dediti", per quanto non sbagliata, lascia una impressione favorevole in chi legge. Si può essere "dediti" ad opere di bene, "dediti" ad azioni umanitarie, persino "dediti" a brucianti passioni o al golf. Dediti al terrorismo attenua l'immagine del terrorista.
E Abu Mazen non ha ancora nè i mezzi nè la volontà politica di imporsi con la forza ai gruppi armati palestinesi.
Secondo noi invece Abu Mazen la volontà e la forza ce le avrebbe entrambe, solo che il guinzaglio corto di Arafat non lo lascia andare dove dovrebbe. Ma Valli si guarda bene dal tirare in ballo l'idolo semi infranto ma ben rappezzato con il bostik che è il vecchio rais. L'Europa lo mantiene in sella, e a Valli non interessa indagare. Continua a genuflettersi al buon Yasser.
Loro, gli israeliani, non trattano con Hamas. Esigono, non a torto, soltanto il suo disarmo.
"non a torto": troppo bbbuono, don Valli, non si doveva scomodare.
Chi tratta la questione mediorientale è spesso costretto a usare espressioni come odio, diffidenza, intransigenza, crudeltà. E, secondo a chi le attribuisce, suscita forti risentimenti in questo o in quel campo.
Non dubiti Valli,le parole che lui usa le conosciamo bene, come sappiamo bene qual'è il campo che non deve adombrarsi per il suo linguaggio. Non è quello israeliano.
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