Perché abbiamo deciso di dare vita a Setteottobre
Manifesto-appello illustrato da Daniele Scalise
E' difficile prevedere quale forma assumeranno in noi fenomeni come la rabbia, l'orrore, la disperazione. Non sappiamo se ne verremo annichiliti o se magari, e inopinatamente, ne usciremo con la mente più chiara pur se piena di lividi. E' su questa seconda strada che si è incamminato un gruppo di persone, alcune legate da forte e longeva amicizia, altre appena conosciute ma con le quali è velocemente scattato un meccanismo di empatia e sintonia. Dopo quel maledetto sabato del 7 di ottobre abbiamo deciso di non consegnarci a un silenzioso cordoglio, a una rabbia sorda o a un congelante senso di impotenza e di dare vita all'associazione Setteottobre che però non ha solo uno scopo autoterapeutico ma anche e soprattutto vuole che tutti coloro a cui stanno a cuore i principi sacrosanti delle nostre pur lacunose democrazie uniscano la propria voce, la intreccino e la rafforzino con quella degli altri per costruire una rete di intelligenze e volontà nella lotta contro l'antisemitismo e contro il nazismo islamico, minaccia che grava sull'Occidente spesso irresponsabile quando non colluso. Stefano Parisi e Anita Friedman, Matteo Mungari e Celestina Perasso, Luigi Mattiolo e Stefania Stefanelli, Bruno Sed ed Elena Costantino, Camilla Parisi e Anna Borioni, Beppe Lanzilotta e Paolo Capaccioni, Andrée Ruth Shammah e Ilaria Borletti Dell'Acqua, Gabriele Albertini e Pigi Battista sono solo alcuni dei nomi del gruppo di noi fondatori a cui se ne vanno di ora in ora, di giorno in giorno aggiungendo con numeri sorprendenti. Si tratta di manager, diplomatici, comunicatori, avvocati e intellettuali, professionisti, uomini e donne, giovani e anziani, tutti animati non solo dall'indignazione ma spinti dalla necessità di non rassegnarci a una triste e muta testimonianza di fronte alla catastrofe. Siamo persuasi che la difesa di Israele rappresenti non solo un diritto indiscutibile dello Stato ebraico di esistere, vivere entro confini sicuri e difendersi ma siamo anche certi che Israele rappresenti l'avamposto delle nostre democrazie che, ripeto, pur con tutte le debolezze, mancanze, difetti e persino storture sono e restano un prezioso sistema di libera convivenza civile. Due le reazioni che più ci hanno colpito dopo il 7 ottobre: o una accidiosa indifferenza o una ipocrita 'equidistanza'. Nell'ultimo quarto di secolo uno sciame di menzogne, manipolazioni e doppiezze hanno tentato di imporre una visione distorta quanto aberrante. A questa minuscola pattuglia rumorosa e sostenuta da qualche forza politica malsana, siamo intenzionati a opporre la forza della ragione con la consapevolezza che a volte è necessario ricorrere alla ragione della forza, come del resto sta facendo, con coraggio e sacrificio, l'esercito israeliano. I membri dell'associazione Setteottobre condividono una forte ambizione e una ancora più potente determinazione a non lasciarsi sottomettere dai mostri e dai loro complici. Alle 10.30 della mattina del 21 gennaio alla Sala Umberto di Roma, e nel pomeriggio del 28 gennaio presso il Teatro Parenti di Milano, ci presenteremo alla società civile portando come testimoni uomini e donne che in Israele e nel resto del mondo non sono disponibili alla resa di fronte alla nuova e atroce barbarie. Qui di seguito potete leggere il nostro manifesto e chiunque ne condividesse i principi e volesse partecipare può chiedere un modulo di adesione a info@setteottobre.com
SETTEOTTOBRE - IL MANIFESTO
Il pogrom del 7 ottobre 2023 perpetrato da Hamas e Jihad islamica in Israele ha sconvolto le coscienze di tutti coloro che hanno a cuore e di- fendono il patrimonio civile, sociale, umano e politico delle democrazie liberali. È questo il risultato di una lunga ed efferata strategia del terrore che ha colpito la popolazione civile e si è alimentata di un odio feroce, di oscene ed esplicite rivendicazioni di “morte agli ebrei” con il proposito di cancellare l’“entità sionista”. Crimini accompagnati in Occidente da anni di irresponsabile minimizzazione, da inammissibili giustificazioni oltre che da una vile acquiescenza, fino a giungere alla legittimazione del terrorismo islamico. Importanti settori dei nostri sistemi di comunicazione e istruzione hanno, da parte loro, adottato ambiguità, manipolazioni e inganni che si esprimono in linguaggi evasivi capaci di deformare la realtà, convalidare le fonti contraffatte e tollerare le tesi più aberranti fino a trasformare le vittime in carnefici. Dal 7 ottobre nessuno potrà mai più dire – come molti dopo la Shoah – di non sapere perché oggi siamo stati tutti testimoni dell’abisso, travolti dalle im- magini che lo raffigurano, dalle urla straziate delle vittime e da quelle spietate dei boia. La libertà di pensiero e informazione, la libertà di religione, di riunione e associazione, la libertà alla vita privata e familiare, alla sicurezza, alla giustizia, alla certezza del diritto, non sono concetti astratti né conqui- ste eterne e noi riconosciamo nello Stato di Israele l’avamposto di quei valori in una regione dove essi o sono negati o sono condannati a una fragile sopravvivenza. Gli attacchi che subisce lo Stato ebraico che ha piena legittimità di esistere, vivere entro confini sicuri e difendersi, riguardano direttamente le nostre collettività e singolarmente ognuno di noi, uomo e donna che sia, giovane e vecchio, credente e ateo. Difendere oggi quelle libertà costate la vita a milioni di persone che ci hanno preceduto significa combattere le ipocrisie, le ambiguità e le falsità che da anni in Occidente contribuiscono a demolire i valori fondanti delle nostre democrazie, giustificando il terrorismo islamico e incoraggiando l’antisemitismo. Abbiamo dato vita all’associazione Setteottobre in quanto cittadini consapevoli e responsabili, intenzionati a combattere il negazionismo e le false notizie, perseguire l’esaltazione del terrorismo e dell’antise- mitismo, contrastare le ideologie totalitarie, promuovere lo studio e la difesa delle radici e dei valori delle nostre democrazie.