Cara Deborah,
Da tempo non vale più la pena guardare Piazza Pulita. Formigli, degno allievo di Santoro, usa il suo spazio TV senza rispettare le regole di professionalità nella conduzione del confronto: far emergere dagli invitati le ragioni del dissenso e contribuire a renderle chiare al pubblico. La sua conduzione è ormai militanza politica di modesta levatura.
Sergio Toninelli
Caro Sergio,
Sono pochi i programmi televisivi che si salvano. Se poi riguardano Israele possiamo contarli sulle dita di mezza mano. Formigli conduce, con sicumera e maleducazione, una trasmissione pessima, degna solamente di qualche fanatico che si crede progressista.
Un cordiale Shalom
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Carissime Deborah e Fiamma,
Ho avuto una discussione con un cattocomunista e l’ho zittito chiedendogli se era sceso in piazza per i 400 mila morti nella guerra, ancora in atto, nello Yemen. O per i 350 mila in Siria dimenticando il milione di morti tra Iran e Iraq con bambini mandati a morire nei campi minati come martiri. E avendo una età come la mia, 71, gli ho chiesto se i 20 mila palestinesi fatti secchi da Hussein di Giordania lo avevano ai tempi commosso. Dei morti tra Hezbollah , Hamas ,OLP e company ho solo accennato.Esempi nel Mondo infiniti purtroppo, ma SOLO Israele è da condannare? Scusatemi ma vedo poco coraggio negli interventi in televisione : meglio allora non andare e lasciare quegli…a parlarsi sbrodolando tra di loro. Vi sono vicino e prego che gli ostaggi siano TUTTI liberati, unica possibilità che Israele a oggi può accettare per fermarsi.
Un abbraccio
Tiziano Della Cagnoletta
Caro Tiziano,
Ha fatto molto bene a chiedere conto al cattocomunista di tutti i morti fatti dai vari paesi arabi, perennemente in guerra fra loro. La gente lo sa ma è molto più comodo e soprattutto non pericoloso, demonizzare Israele. Lo sanno anche i vari conduttori e opinionisti che ci ammorbano sui media. Condannare Israele è meglio che rischiare, a volte la vita stessa, denunciando le malefatte arabo-islamiche. La ringrazio per la sua solidarietà.
Un cordiale shalom
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Cara Deborah,
sono anni che penso che le commemorazioni del 27 gennaio siano ormai diventate dei gusci vuoti, tristi spettacoli per coloro che apprezzano gli ebrei solo quando sono morti. L’errore commesso, secondo me, forse anche in buona fede, è stato quello di parlare solo delle vittime della furia nazi-fascista, tralasciando il fatto che gli ebrei non sono un popolo estinto bensì una realtà viva e vegeta, con uno Stato sovrano e democratico che lotta da più di settanta anni per il suo diritto di esistere contro la furia arabo-islamica (e non solo). Il risultato quale è stato? La schifosa equiparazione della Shoà al conflitto arabo-israeliano, con Israele ovviamente dalla parte del carnefice. Come per dire "Cari nonni e bisnonni che, nel migliore dei casi, non avete alzato un dito per difendere gli ebrei ottanta anni fa, avete fatto bene perché se lo meritavano in quanto cattivi come i nazi-fascisti”. Se davvero il 27 gennaio vuole ancora avere un significato per chi ha una coscienza, oltre ai sei milioni di morti in Europa dovrebbero essere commemorati anche i caduti del pogrom del 7 ottobre in Israele. Sono tutti vittime della stessa furia omicida antisemita, mai sopita e adesso riesplosa in maniera così eclatante con il placet dell’ONU e dei governi “progressisti” occidentali.
Con affetto e devozione,
sua
Marialessandra
Cara Marialessandra,
È esattamente quello che penso io. La Shoah ha avuto la sua continuazione in Israele, con tutti i morti innocenti avuti nel corso di 80 anni, la minaccia di genocidio da parte dell’Iran. Infine il 7 ottobre, con il pogrom che può ricordare solo quelli dei Cosacchi che andavano a bruciare e a stuprare nei ghetti degli ebrei nell’Impero russo. In Israele durante la commemorazione di Yom haZikaron, Giorno del Ricordo, che cade il giorno prima della Memoria della Shoah, commemoriamo tutti i nostri caduti per guerre e terrorismo. Quest’anno avremo più di 1.400 da aggiungere ai 23.000 dello scorso anno.
Un affettuoso shalom
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Gentile signora Fait,
Condivido totalmente la sua esortazione: il giorno della memoria non sarà ammantato di ipocrisia, e nessuno dovrà avvicinarsi al glorioso popolo ebraico per ripulirsi la coscienza.
Con stima
Pierluisa Casadio
Cara Pierluisa,
La ringrazio e auguriamoci che il popolo dei “ma…però” resti a casa il 27 gennaio. Sarebbe troppo vederli e sentirli parlare con una retorica pelosa e cinica. Il Giorno della Memoria è una commemorazione troppo seria e importante per condividerla con chi tutto il resto dell’anno demonizza Israele.
Un cordiale shalom