Diario di guerra 14/10/2023
Commento di Deborah Fait
Autore: Deborah Fait
Diario di guerra
Commento di Deborah Fait


Sono salita in questo momento dal rifugio sotto casa perché cinque minuti fa è caduto un missile sulla mia città.

In questi giorni circola negli ambienti italiani del giornalismo e dei social un nuovo slogan: “Hamas non è i palestinesi” e ogni volta che lo sento mi va il sangue alla testa. Ogni volta che un ebreo viene ammazzato il popolo palestinese si riversa nelle strade urlando di felicità, li vediamo distribuire caramelle e dolcetti vari, fare caroselli con le macchine, sia a Gaza che nei territori. Gridano “Allahu akhbar, yahud yahud”- ebrei, ebrei e le loro maledizioni contro Israele.  Quando sabato 7 ottobre, una settimana fa, c’è stato il massacro di ebrei ad opera di Hamas, i palestinesi erano per la strada esaltati di felicità, urlavano di una contentezza diabolica, sparavano in aria con i bambini che saltavano ridendo e urlando yahud. Allora chi ha il coraggio sporco di dire che i palestinesi non sono Hamas? Certo non tutti sono iscritti all’organizzazione ma tutti, assolutamente tutti, vogliono la nostra morte, dai bambini dell’asilo che sognano il martirio ammazzando ebrei, ai vecchi che biascicano che gli ebrei sono il demonio. Hamas è i palestinesi, i palestinesi sono Hamas, si riconoscono in questa organizzazione diabolica del terrore, la amano. E dico tutti perché quelli che non sono proprio d’accordo con il loro odio vengono ammazzati immediatamente.

Quando Hamas ha preso il potere nel 2006, i suoi sgherri sono andati casa per casa, a Gaza, per scovare i dissidenti. Li prendevano e, a volte, li ammazzavano sul posto, altre volte li buttavano dal 20simo piano dei palazzi a sfracellarsi al suolo, altre volte li garrotavano.
Quindi Gaza è stata ripulita dai dissidenti e dai simpatizzanti di Fatah che è il partito contro cui Hamas si batte per prendere il potere assoluto anche a Ramallah. Secondo statistiche se oggi si votasse nei Territori vincerebbe Hamas contro Abu Mazen, sempre secondo statistiche il 90% dei palestinesi vuole la distruzione di Israele. Quello slogan disgustoso, quella cantilena “Hamas non è i palestinesi”, per noi che siamo sotto i missili, per noi che abbiamo negli occhi i nostri bambini decapitati e l’esultanza dei loro, è solamente un ennesimo tentativo vomitevole per giustificare quello che ci stanno facendo.

Israele, il cattivo Israele, ha mandato a Gaza dal cielo migliaia di volantini invitando la popolazione ad andare verso sud. Israele, il cattivo Israele, ha allestito centinaia di autobus per raccogliere chi fugge e portarlo in salvo. Molti riescono a scappare, ma c’è un problema: appena Hamas se n’è accorto ha creato dei posti di blocco per trattenere la popolazione e far sì che muoia quando Israele attaccherà massicciamente Gaza. È questo lo scopo di quei macellai nazisti, provocare la reazione di Israele per fare in modo che muoiano i civili palestinesi e che, di conseguenza, il mondo dimentichi la nostra sofferenza per condannarci, senza pensarci su un attimo. Sappiamo che è sempre successo, ogni guerra scatenata da Hamas ha provocato vittime a Gaza e il mondo ci ha messo un attimo a sbavare odio contro Israele. Gli ebrei piacciono da morti, da vivi molto meno, è storia. Quando ha avuto inizio la guerra dei 6 giorni il mondo era col fiato sospeso, Israele sta per scomparire, poveri ebrei. Dopo 6 giorni era finito tutto, la guerra ma anche la simpatia e iniziava l’odio feroce per gli ebrei che avevano avuto la faccia tosta di non morire.
La solidarietà seguita ai massacri di ebrei di sabato 7 ottobre, sta già scemando, minuto per minuto, man mano che Israele reagisce la pietà per le nostre vittime, per i nostri bambini ammazzati, si fa sempre più blanda.

Ieri ho ascoltato per alcuni minuti Francesca Albanese, rappresentante ONU per i diritti dei palestinesi, ma ho dovuto cambiare canale. Non ho potuto, mi veniva la nausea, le sue parole, il suo sorriso indifferente, quasi sarcastico, quando un israeliano piangendo ricordava la Shoah, mi hanno dato il voltastomaco. Stasera, venerdì, e domani è stato decretato “Il giorno della rabbia” da parte dei capi palestinesi e le piazze dei paesi arabi stanno già incominciando a riempiersi, sono certa che accadrà anche in Europa per i nostalgici di Auschwitz.
Un’ultima triste nota, vedere giovani italiani che inneggiano a Hamas e vogliono vederci bruciare, mi ha riempita di dolore misto a rabbia. Non sarà proprio mai finita? Ho paura di no, il male vince più spesso del bene.

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Deborah Fait