Periscopio 30/08/2023
A cura di Diego Gabutti
Autore: Diego Gabutti
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 30/08/2023, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

Il lupo e l'agnello - Agente 0011

La partita del presidente della Russia è la prova del fuoco dell’autocrazia, che riassume in sé i pieni poteri nella stagione del successo, ma si carica della piena responsabilità davanti al fallimento. La sfida di Putin risente attraverso i secoli l’eco dell’antica condanna che nella storia russa ha sempre perseguitato il Cremlino: «Lo Zar può essere soltanto sanguinario o insanguinato». Ezio Mauro, Repubblica.

Smettere di dire che è sempre colpa di Putin sarebbe un passo avanti. Angelo D’Orsi, il Fattosky quotidiano.

[Ahimé]. Che chi è lupo agisca da lupo è la cosa più sicura di tutte. Jean de la Fontaine.

È stata l’Ucraina a iniziare la guerra. E sarà impossibile sconfiggerci perché noi abbiamo le armi più potenti. Vladimir Putin.

Quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, l’uomo con la pistola è un uomo morto? Dicevi così, Ramón? Vediamo se è vero. Clint Eastwood, Per un pugno di dollari (Sergio Leone, 1964).

Le forze russe in prima linea sono probabilmente stanche, se non esauste. Alcune sono state dislocate in quelle posizioni almeno dall’inizio della controffensiva, il 4 giugno, e molte di esse sono lì da molto più tempo. Le unità fresche non sono state fatte ruotare. Non è chiaro neppure quanto siano minate o presidiate le linee difensive secondarie della Russia, ma ci sono buone ragioni per dubitare che i russi abbiano un numero sufficiente di soldati d’alta qualità a presidiarle. La cosa più importante è che la Russia non dispone di grandi riserve operative. Ciò significa che qualunque breccia ucraina nelle linee esistenti sarà difficile da colmare rapidamente. È su questo che punta l’Ucraina. David Petraeus e Federick W. Kagan, Washington Post (dal Foglio).

Natalia Burlinova è un’elegante signora quarantenne russa che frequenta il nostro paese, partecipa a conferenze d’alto livello sulla politica estera, e ospita a Mosca studiosi e giovani leader italiani interessati a coltivare il dialogo con la «Terza Roma». Quello che finora ci era sfuggito è che di mestiere lavora con l’Fsb, il famigerato successore del Kgb, allo scopo di reclutare complici occidentali disposti a diffondere la propaganda del Cremlino e magari spiare. Ce lo ha ricordato il dipartimento della Giustizia americano, che incriminando Natalia il 17 aprile scorso, ha alzato il velo su questa nuova operazione organizzata dalla Russia per interferire con le nostre democrazie. Paolo Mastrolilli, Repubblica.

Anche dietro Vannacci si può vedere la mano di Putin. Vogliono spaccare la maggioranza. Fabrizio Cicchitto (titolo di Repubblica).

Parla Elisabetta Trenta, ex ministro della difesa: «Vannacci? Punito per le denunce sull’uranio». Titolo in prima pagina della Verità.

Elisabetta Trenta: «Sì, forse Vannacci paga le sue denunce sull’uranio». Titolo in seconda pagina della Verità (notare il «forse», che in prima pagina non c’era).

Non vi dimenticate della vostra identità. Voi siete eredi della grande Russia, la grande Russia dei santi, dei re, la grande Russia di Pietro il Grande, di Caterina II, quell’impero russo grande e colto, di tanta cultura, di tanta umanità, , siete gli eredi della grande madre Russia, andate avanti e grazie per il vostro modo di essere e per il vostro essere russi. Francesco 1, 25 agosto 2023 (in collegamento video con la Giornata della gioventù russa a San Pietroburgo).

La Russia amata dal Papa non esiste. Titolo del Foglio.

Un paese che vuole essere credibile in ambito internazionale rispetta gli impegni. Dovrebbero saperlo dalle parti del Pd e spiegarlo a Elly Schlein. Anche il più stolto capisce che una guerra che ci vede indirettamente coinvolti rende necessario il rafforzamento delle nostre difese militari. Eviti le segretaria del Pd d’inseguire il leader del M5S Giuseppe Conte, che da premier ha aumentato la spesa militare e da forza di maggioranza relativa del governo Draghi ha votato a favore dell’invio delle armi alla resistenza ucraina, e che poi ha deciso di reinventarsi «pacifista». I dem [vanno incontro alla] stessa parabola. Davide Faraone, deputato di Azione-Italia Viva (Ansa).

Il putinismo italiano è in sonno, ma pronto a risvegliarsi, più stupido e cattivo che mai, quando potrà sperare [in] una bella cerimonia di riconciliazione officiata dal portavoce di Putin, il caro Dmitry Peskov, che tiene ancora appuntate al bavero le insegne di Commendatore al Merito della Repubblica italiana, che nessuno gli ha mai tolto, chissà perché. Linkiesta.

Se fosse libero il campo, come volerebbe [il messaggero dell’imperatore]! Ma invece come sono inutili i suoi sforzi; ancora cerca di aprirsi un varco nelle sale del palazzo interno; mai ne potrà uscire; e se anche questo gli riuscisse, a che gioverebbe? Dovrebbe lottare per discendere le scale; e se anche questo gli riuscisse, non avrebbe guadagnato nulla: dovrebbe ancora attraversare i cortili; e dopo i cortili il secondo palazzo esterno che cinge il primo; e ancora scaloni e cortili, e di nuovo un palazzo; e così ancora per millenni; e se riuscisse finalmente a precipitarsi fuori dell’ultima porta – ma mai, mai questo potrà accadere – ci sarebbe ancora tutta la città imperiale dinanzi a lui, il centro del mondo, in cui si addensa tutta la sua feccia. Franz Kafka, Il messaggio dell’imperatore (Adelphi 2023).

Bisognerebbe fare più deficit. Ma l’Europa non ce lo permette. Claudio Borghi, Lega per Salvini premier (Fabio Dragoni, La Verità).

Aritanga, scialacquadané. Dal web.

Se gl’intellettuali sono quelli che di fronte all’avversario, come il cantante Morgan, non hanno repertorio dialettico più ricco di «bastardi» e «frocio di merda», non ci si può meravigliare se il pubblico non intellettuale s’esprime a grugniti e compra Vannacci. Guia Soncini, Linkiesta.

Su Facebook così come su Telegram è tutto un proliferare d’inviti a denazificare l’Ucraina da parte dei filorussi italiani da operetta. Fabrizio Baldi, milanofinanza.it.

Giuseppe Conte: manovrato o manovratore? Otto e mezzo, 2019.

[Per un po’] la popolarità ti dà l’illusione d’essere arbitro delle tue sorti. Roberto Gervaso.
 
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