A destra: Tzvika Cohen
Il danno e la beffa.
La gentilezza è un valore importante ma in Israele bisogna stare molto attenti. Lo ha imparato a proprie spese Tzvika Cohen, residente di Maaleh Adumim, cittadina della Giudea, a est di Gerusalemme, che ha avuto la gentilezza di dare inconsapevolmente un passaggio a un terrorista. Cohen nel 2016 era stato vittima di un attentato che lo aveva lasciato fortemente debilitato tanto da aver bisogno di essere accompagnato da un badante. Martedì Cohen si trovava nel Centro commerciale della città dove fa volontariato. Là è stato avvicinato dal custode del Centro, un palestinese che lui conosceva molto bene. Il palestinese gli ha chiesto la gentilezza di accompagnare a casa suo figlio ventenne perché non si sentiva molto bene ( anche il figlio era impiegato nello stesso Centro…ma, secondo i nostri odiatori, non saremmo un paese che discrimina gli arabi?). Cohen ha accettato immediatamente e ha accompagnato con la sua macchina il ragazzo fino a casa, gli ha augurato di guarire presto ed è tornato in città. Il ragazzo, Muhammad Suleiman, è entrato in casa, ha preso un fucile e un coltello ed è tornato a Maaleh Adumim dove si è messo a sparare sulla gente cercando di colpire anche con il coltello tutti quelli che poteva. Ha ferito sei persone, immediatamente ricoverate all’ospedale, prima di essere ucciso dalla polizia di frontiera. Tzvika Cohen, ancora sotto schock, non avendo superato il trauma dell’attentato di cui era stato vittima anni fa, sicuramente non darà più passaggi a nessuno. Ma questi sono gli israeliani! Nonostante siamo consapevoli dell’odio degli arabi palestinesi, ci fidiamo sempre di quelli che vivono tra noi, finché non ci ritroviamo un coltello nella schiena.
***
Tu Be Av, la festa dell’amore.
Il 2 agosto, 15 del mese di AV, cade sei giorni dopo il 9 di Av in cui si piange e si digiuna in ricordo della distruzione del Tempio di Gerusalemme. Anticamente in questo giorno si festeggiava la natura e la rinascita del popolo ebraico. Ragazze e ragazzi, vestiti di bianco danzavano e si innamoravano. Nei tempi moderni è diventata una festa romantica per gli ebrei laici, l’equivalente di San Valentino. I religiosi aumentano lo studio della Torah. È comunque una festa di gioia. Nella storia ebraica gioie e dolori si alternano regolarmente. Dopo le tragedie e le lacrime arrivano sempre la gioia, la speranza e l’amore.