Periscopio 26/07/2023
A cura di Diego Gabutti
Autore: Diego Gabutti
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 26/07/2023, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

Israeli Prime Minister Benjamin Netanyahu taken to hospital after suffering  chest pains | World News | Sky News
Benyamin Netanyahu

Odessa bombardata. È la conferma: Putin devasta l’Ucraina a piacimento. Titolo del Fatto quotidiano.

[Mosca] sta vivendo una fase [...] d’espansione. I forni della metallurgia lavorano a pieno ritmo, e così le industrie del cemento e dell’energia. [...] Sta di fatto che la Russia pare in grado di produrre più missili di quanti ne sforni l’America. Maurizio Belpietro, La Verità.

Concludo con un dato per ancorare tutti a quel senso di realtà tragicamente smarrito dall’Unione europea: l’Inghilterra ha 225 testate nucleari e la Francia 290, la Russia 6000. Non siamo nel settembre 1939. Siamo nell’era nucleare. Il rischio non è l’umiliazione della Russia, ma l’incenerimento dell’Europa occidentale. Alessandro Orsini, il Fatto quotidiano.

Non aveva sistemato al meglio la sua vita un certo Eric Blair / su tutte le foto il viso è di un’insolita tristezza. Zbigniew Herbert, L’album di Orwell (da L’epilogo della Tempesta, Adelphi 2023).

Mentre dal teleschermo giungono notizie preoccupanti sull’andamento della guerra, Winston Smith [il protagonista di 1984] comincia a vagare con i pensieri e scrive qualcosa con la punta d’un dito nella polvere che vela il tavolo: 2+2=5. Il risultato errato dell’operazione è la chiave di volta del suo processo rieducativo: il sistema gli è entrato in testa. Ebbene, nelle ristampe mandate in libreria dai tipi di di Secker & Warburg, la sua casa editrice, il 5 saltò per un problema tipografico e da allora, per trentasette anni, l’operazione si è presentata così: 2+2 =. Quel refuso ci aveva dato una flebile speranza. Tommaso Pincio, Domani.

La speranza vede il punto debole delle cose. Paul Valery, Cattivi pensieri.

Il governo di destra di Benyamin Netanyahu approva l’inizio della riforma giudiziaria e la protesta dilaga a Gerusalemme e nel resto del Paese. Ansa.

Uno sketch di due anni fa della trasmissione satirica israeliana Eretz Nehederet è riemerso in questi giorni come un video virale visualizzato da diversi milioni di persone. Nella preveggente clip realizzata molto prima che vedesse la luce l’attuale disegno di riforma giudiziaria, l’attore Assi Cohen, interpretando il suo saccente personaggio Shauli, proponeva il rimedio perfetto per i mali del paese: la guerra civile: «Ashkenaziti contro mizrahi, sinistra contro destra, ultraortodossi contro laici. Gli arabi possono starsene in disparte per poi vedersela con chiunque prevalga nella battaglia ebreo contro ebreo». Editoriale del Jerusalem Post, da informazionecorretta.com.

L’immagine forse più vivida dei tumulti che attraversano la società israeliana arriva dalla città di Kfar Saba, dove un’auto ha travolto di proposito un gruppo di manifestanti sul ciglio della strada provocando tre feriti. Rossella Tercatin, Repubblica.

Appunti per Giorgia: il tracollo di Vox conferma che il ritorno al Medioevo non è un buon argomento di campagna elettorale. Linkiesta.

I vertici [di Fd’I] raccomandano alla delegazione a Bruxelles e alla pattuglia parlamentare a Roma di non commentare il voto spagnolo. Pietro Salvatori, HuffPost.

Pronti a revocare l’onorificenza al comunista Tito. (Nota storica: di italiani ne ha fatti ammazzare di più Giorgio Almirante). Luca Bottura, «battutista» della Stampa (da Libero).

[Altra «nota storica», per i collezionisti di bêtise:] il «riformismo» di sinistra ha rinnegato i suoi valori e sostiene riarmo, nazionalismo, imperialismo americano e atlantismo muscolare della Nato. Elena Basile, il Fatto quotidiano.

Qualche giorno fa, dovendo andare da Roma a Foggia, sono salito su una carrozza di prima classe d’un treno Italo. Vicino a me sedeva un ragazzo che avrà avuto 16 o 17 anni. T-shirt bianca con scritta colorata, scarpe da ginnastica Nike, pantaloncini corti neri, capelli biondi tagliati corti, uno zainetto verde. Io indossavo, malgrado il caldo, un vestito stazzonato di lino blu e una camicia leggera. Avevo una cartella di cuoio marrone dalla quale ho estratto i giornali: il Financial Times del weekend, New York Times e Robinson, il supplemento culturale di Repubblica. Stavo finendo di leggere il secondo volume della Recherche du temps perdu di Proust e in particolare il capitolo Sodoma e Gomorra. [...] Nelle file dietro e in quelle davanti sedevano altri ragazzi della stessa età del mio vicino. Avevano tutti o le braccia o le gambe o il collo con tatuaggi piuttosto grandi. Nessuno portava l’orologio. Parlavano ad alta voce,  incuranti di chi stava attorno. Parlavano di calcio, di giocatori, di partite, di squadre, usando parolacce e un linguaggio privo di inibizioni. Alain Elkann, Repubblica.

Sarà colpa di Caronte. Sarà un contraccolpo alla vita d’un figlio «danneggiato» come Lapo. Sarà che l’altro rampollo, John, i giornali li compra ma non li legge. O forse è solo un fenomeno di insensatezza cerebrale. Fatto sta che, dopo aver letto il pezzo di Alain Elkann sulle pagine culturali (sic!) di Repubblica, appare verosimile la leggendaria frase attribuita all’Avvocato Agnelli in merito al matrimonio della figlia Margherita: «Com’è possibile che con tutti gli ebrei brillanti in giro, abbia scelto questo idiota?» Dagospia.

La redazione ha letto con grande perplessità un racconto pubblicato sulle pagine della cultura del nostro giornale a firma del padre dell’editore. Ci dissociamo dai contenuti classisti contenuti nello scritto. Cdr di Repubblica.

Larousse definisce la madeleine «un biscottino dolce e leggero fatto con zucchero, farina, succo di limone, brandy e uova». (La quantità di brandy contenuta in una madeleine non basterebbe a ubriacare un moscerino). Considerato quanto Proust scrisse grazie a uno stimolo così blando, è una vera perdita per l’umanità che non abbia avuto un appetito più vigoroso. A.J. Liebling, Tra i pasti. Un appetito per Parigi, Settecolori 2023.

Non basta essere rispettabili. Bisogna anche sembrarlo. Roberto Gervaso.

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