Periscopio 14/07/2023
A cura di Diego Gabutti
Autore: Diego Gabutti
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 14/07/2023, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

Putin expected to meet Xi and Modi at SCO Summit following Wagner  insurrection | CNN
Vladimir Putin

Secondo Federico Rampini il vertice Nato di Vilnius «entrerà nella storia come un clamoroso autogol di Vladimir Putin». Prima dell’invasione dell’Ucraina «nessuno si sarebbe sognato di allargare la Nato a due Paesi neutrali come Finlandia e Svezia, adesso è praticamente cosa fatta». iltempo.it

Quindi, in alto i calici! Vladimir Putin si rivela anche in questo campo il nemico numero uno del suo stesso delirio imperiale. Vittorio Emanuele Parsi, il Foglio.

«Corpo d’un pesce e di quelli grossi!» esclamò Cianciafruscola. «Un prode, un conquistatore, un pretendente che aspira all’impero universo non può mica avere sempre tutti i suoi comodi!» François Rabelais, Gargantua e Pantagruele.

Dice un proverbio ebraico: «L’uomo pensa, Dio ride». Prendendo spunto da questa massima, mi piace immaginare che François Rabelais abbia udito un giorno la risata di Dio, e che sia nata così l’idea del primo grande romanzo europeo. Mi piace pensare che l’arte del romanzo sia venuta al mondo come eco della risata di Dio. Milan Kundera, scomparso l’11 luglio 2023.

Due comici russi fingono d’essere Volodymyr Zelensky e Henry Kissinger, l’ex segretario di Stato Usa che ha da poco compiuto 100 anni, cade nello scherzo telefonico. «Penso che il ritorno della Crimea porterà a un’escalation», ha detto Kissinger, e ha anche [rivelato] che, dopo la caduta del Muro di Berlino, gli Usa promisero all’Urss che la Nato non si sarebbe allargata a Est, se le leadership del Pcus non si fosse opposta alla riunificazione della Germania. Al finto Zelensky Kissinger confessa poi di credere che siano stati gli ucraini a far esplodere i gasdotti Nord Stream nel 2022. «Noi? Davvero lo pensi?» prosegue l’imitatore. «Sì ma non la devi prendere come una critica, non vi sto incolpando». HuffPost Italia.

In una scenetta televisiva d’ostentato servilismo, il presidente della Corte costituzionale russa Valery Zorkin ha portato a cospetto del presidente Vladimir Putin, la copia d’una mappa francese del XVII secolo, trovata nella sede del massimo organo giudiziario del paese. Ripreso dalla televisione di Stato, il magistrato ha spiegato, con ossequio: «Perché ve la mostro? Signor presidente, non c’è l’Ucraina sulla mappa!» Stefano Magni, Italia Oggi.

[1956]. Eravamo al terzo giorno dell’occupazione. Stavo andando in macchina da Praga a Budejovice (la città in cui Camus ha ambientato Il malinteso). Ovunque – sulle strade, nei campi, nelle foreste – erano accampati soldati russi. Mi fermarono. Tre di loro si misero a perquisirmi la macchina. Quando ebbero finito, lo stesso ufficiale che aveva dato l’ordine di eseguire la perquisizione mi chiese in russo: «Kak čuvstvue-tes’?», che vuol dire: «Come si sente? Che cosa prova?» La domanda non era né malevola né ironica; e continuò: «È soltanto un malinteso. Tutto si sistemerà. Voi dovete capire che noi amiamo i cechi. Noi vi amiamo!» Milan Kundera, Jacques e il suo padrone.

«Non mi sono rimaste altre ambizioni, se non la vittoria», ha detto Zelensky. Giulia Pompili, il Foglio.

Israele è in piazza. Centinaia di migliaia di cittadini di tutte le correnti politiche, destra, sinistra, centro, sono da quasi sette mesi nelle piazze di Israele con le bandiere, un mare di bandiere sventolanti, per protestare contro il governo di destra religiosa di Bibi Netanyahu. [...] In tutto questo casino che attraversa Israele da mesi, c’è un fantasma che s’aggira: [lo stesso] Netanyahu. [...] Dov’è? Perché non parla al popolo? Perché non ci rassicura? Perché, anziché accusare i dimostranti, tra cui molti del suo partito, d’essere «anarchici e terroristi», non provvede a calmare la sua coalizione di estremisti religiosi? Deborah Fait, informazionecorretta.com.

La giovane leader di destra che qualche anno fa reclamava in modo perentorio (e otteneva) le dimissioni di Josefa Idem, atleta famosa entrata nel governo d’Enrico Letta e accusata d’aver evaso l’Imu, adesso prende tempo sul caso Santanchè e fa capire che un avviso di garanzia non è una sentenza di colpevolezza. Stefano Folli, Repubblica.

[Giorgia Meloni:] «Insomma volete le dimissioni di Santanché, la quarta rata del Pnrr o la Venezi che dirige Bella ciao? Decidetevi: tutto in macchina non c’entra». È l’effetto autogrill: troppa scelta. Makkox, il Foglio.

Sul figlio di La Russa si può dire tutto, si possono tirar fuori suoi video vecchi cercando del marcio, sul padre si può dire la qualunque, ma su di lei [la ragazza stuprata] no, bisogna tacere. Giulia Sorrentino, Libero.

Comprendo la sofferenza del padre anche se, al suo posto, non sarei mai intervenuta. In generale, poi, io solidarizzo sempre con le ragazze che hanno il coraggio di denunciare. Giorgia Meloni.

Non s’era mai visto un capo del governo dire a un presidente del Senato che era meglio se taceva. Ma era [del resto] l’unico modo per uscire dall’angolo e preservare il suo racconto di madre, donna e cristiana. Alessandro De Angelis, HuffPost.

Credo che [i processi] competano alle aule dei tribunali e non alle trasmissioni tv. L’anomalia è che non [a lei, Daniela Santanchè] viene notificata l’indagine, ma a un quotidiano il giorno stesso in cui va lei in Aula per l’informativa. Giorgia Meloni (Ilario Lombardo, La Stampa).

Le parole della premier contro l’entrata a gamba tesa nell’indagine sul figlio, pur tardive, le fanno onore. Quelle su giudici e giornalisti sono invece indecenti. [Però vere, e tutt’altro che indecenti]. Marco Travaglio, il Fatto quotidiano.

[Meloni,] invece d’abbassare i toni, li ha innalzati. [Voleva dire «alzati», ma vabbé]. Giuseppe Conte (Antonio Bravetti, La Stampa).

La vicenda del Pnrr è paradossale e deprimente. Il centrosinistra, nei due anni in cui era in maggioranza con Draghi, non era riuscito ad avviare in modo visibile il piano. Adesso si scaglia contro il centrodestra perché in sette mesi non ha fatto di più. Diritto & rovescio, Italia Oggi.

La politica è fatta d’ipocrisie e di amnesie. Roberto Gervaso.

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