Periscopio 30/06/2023
A cura di Diego Gabutti
Autore: Diego Gabutti
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 30/06/2023, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

Wagner-Söldner - Eine feste Größe der russischen Außenpolitik

Ex ministro della Cultura bielorusso, Pavel Latushka ha fornito alla Corte penale internazionale materiale che proverebbe il coinvolgimento del presidente Aleksandr Lukashenko nel trasferimento forzato di bambini ucraini in Bielorussia. Latushka, ha dichiarato che il materiale consegnato alla Corte penale internazionale indica che più di 2.100 bambini ucraini provenienti da almeno 15 città occupate dalla Russia sono stati portati con la forza in Bielorussia con l’approvazione di Lukashenko. repubblica.it 1

Prigozhin è a Minsk. Lukashenko: «Ho convinto Putin a non ucciderlo». repubblica.it 2

[Ma non ha convinto Putin a non ammazzare le famiglie ucraine]. Attacco russo a Kramatorsk, su un popolare ristorante e su alcuni edifici nel Donetsk: almeno 11 morti e 56 feriti, tra le vittime ci sono tre bambini. repubblica.it 3

Tutti bombardano la pace. Ma il Papa non s’arrende. [Ah, è la pace che bombardano?] Titolo del Fatto quotidiano.

Ora il problema principale del Cremlino sono le forze armate, anzi, tutto l’apparato repressivo, i famigerati «siloviki», gli uomini della forza: servizi segreti, polizia, esercito. [...] Il tentativo di Putin di mostrare che «i Wagner» erano finanziati dalle casse dello Stato (fa anche dei numeri, 80 miliardi di rubli, quasi un miliardo di euro in un anno) dovrebbe mostrare quanto [Prigozhin] sia stato ingrato, ma probabilmente attiva nelle teste dei militari «regolari» una calcolatrice che confronta queste somme astronomiche col loro scarso approvvigionamento. Anna Zafresova, La Stampa.

«La Germania ha dichiarato guerra alla Russia» annota Franz Kafka nel diario il 2 agosto del 1914. «Nel pomeriggio, lezione di nuoto». [...] Andare a nuotare fu la maniera migliore che trovò Kafka di raffreddare la furia e potersi comportare da filosofo, e non da intellettuale irresponsabile. Capisco anche che qui e ora, quando sui mezzi di comunicazione ha ragione chi sbraita più forte, la moderazione e lo scetticismo riflessivo contino poco. Ma propagarli è una delle prime responsabilità dell’intellettuale. La prima in assoluto è andare a nuotare. Javier Cercas, La verità di Agamennone.

Due uomini davanti alla più grande moschea di Stoccolma, a Södermalm, quartiere centrale della capitale svedese, nel giorno dell’Eid al Adha, la festa musulmana del Sacrificio. Uno urla con un megafono. L’altro, occhiali da sole, sigaretta in bocca, AirPods alle orecchie e bandiera svedese ben evidente calcia una copia del Corano, lo calpesta, ne strappa le pagine, ci infila della pancetta dentro e infine gli dà fuoco: «Svegliati Svezia!» Qualcuno cerca di tirargli un sasso e viene arrestato. [...] Il video ritrae l’atteso epilogo di una manifestazione antislamica che la polizia è stata costretta ad autorizzare da recenti sentenze di tribunale. Daniele Castellani Perelli, Repubblica.

È un brutto spettacolo vedere un presidente del Consiglio alzare la voce contro un esponente dell’opposizione. E ricordare al segretario e deputato di +Europa Riccardo Magi, che alzava un cartello per la cannabis libera, di sapere cosa vuole dire stare al tre per cento e cercare visibilità. [...] Non è un atteggiamento istituzionale alzare i toni con questa veemenza ma a Giorgia Meloni non è sembrato vero poterlo fare davanti alle telecamere delle televisioni. Amedeo La Mattina, Linkiesta.

Mi assumo la responsabilità di non ratificare il Mes. Giorgia Meloni, corriere.it

Il Mes è una sorta di co-assicurazione fra i paesi dell’area dell’euro. Per non ratificarlo bisognerebbe rispondere a una domanda. Quale sarebbe il senso di non ratificarne la riforma avendo però contribuito, o avendo garantito di essere pronti a farlo, al capitale del Mes? Nicola Rossi (Alessandra Ricciardi, Italia Oggi).
 
Lo ratificheranno. Stanno cercando un modo per non perdere la faccia rispetto alla menzognera narrazione che hanno fatto per anni sul Mes. Perché per i populisti la politica non è «cambiare lo stato presente delle cose». Bensì aizzare la rabbia della gente contro un fantomatico nemico, meglio se straniero, cui addossare le colpe che invece sono solo del nostro modo malato di conquistare il consenso senza poi avere la minima idea di cosa farne. Luigi Marattin (Andrea Ducci, Corriere della sera).

Da che si potrebbe trarre la previsione sperimentale dei fenomeni sociali se non dall’indole degli uomini? Tolta questa fonte, rimangono solo le teologie e le metafisiche, o se vuolsi, gli oracoli. Vilfredo Pareto, Fatti e teorie.

Teoria della ferita. È quella che venne impiegata da Edmund Wilson per leggere l’opera di Hemingway come una serie di cerchi irradiati dalla bomba che lo colpì durante la Prima guerra mondiale. L’uscita a pochi mesi di distanza della nuova edizione del Giornale di guerra e di prigionia di Gadda, del finalmente ritrovato Guerra dai manoscritti di Céline (entrambi per Adelphi) e, più addietro, la nuova veste critica de I racconti incompiuti di Tolkien (Bompiani) consente di rigirarsi tra le mani la medesima scheggia, conficcatasi nel cuore di tre giovani soldati e futuri scrittori, dislocati in punti diversi dello stesso conflitto, per i quali il salto quantico d’orrore vissuto da un’intera generazione confluirà poi in opere decisive per il ‘900 letterario. [...] Parrebbe l’incipit di una barzelletta – c’erano un italiano, un francese e un inglese… – e invece si tratta d’un punto di non ritorno, da cui lo sguardo del padre del noir definitivo, del cane rabbioso di Viaggio al termine della notte, del creatore della Terra di Mezzo uscirà trasformato per sempre. Edoardo Rialti, il Foglio.

Reputo – se mai li conto – / primi – i poeti – poi il sole – / poi l’estate – poi il cielo di Dio – / e poi – l’elenco è chiuso. Emily Dickinson, Poesie.

Non chiedermi come sto. Potrei sentirmi peggio. Roberto Gervaso.

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