De Giovannangeli monotono, sempre contro Israele
Le morti israeliane per gli attentati terroristici non contano nulla
Testata:
Data: 13/05/2003
Pagina: 19
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: Sharon chiude a Gaza e attacca l’Europa
E se non dovesse bastare il titolo (in cui, si noti, viene implicitamente suggerito che Gaza, cioè i palestinesi, e l’Europa facciano parte dello stesso medesimo fronte opposto al fronte israeliano, il premier attacca sia Gaza sia l’Europa che dunque sono la stessa cosa?), a corredare l’articolo c’è una fotografia a dir poco scandalosa. Ritrae alcuni palestinesi che si apprestano ad attraversare un chekpoint, tuttavia il fotografo che li ritrare si trova probabilmente all’interno di una qualche costruzione (dalla foto non si è in grado di stabilirlo): l’effetto (assolutamente ricercato) di questa foto è comunque che questi inermi uomini palestinesi che si accingono ad andare al lavoro siano seguiti dal mirino di un’arma israeliana.

A peggiorare le cose, la foto è accompagnata dalla didascalia: "Un chekpoint israeliano nei territori occupati".

Ricordiamo che non esistono territori occupati dagli Israeliani, esistono semmai territori contesi tra Arabi e Israeliani: parlare di territori "occupati" significa delegittimare volutamente i diritti storici di Israele.

Nell’articolo poi De Giovannangeli supera se stesso

Striscia di Gaza sigillata. Incursioni in Cisgiordania. La minaccia di nuovi attentati suicidi. Le polemiche di Ariel Sharon contro un’Europa "filo-Arafat". La delusione degli arabi che parlano esplicitamente di fallimento della "Road Map". Le timidissime speranze suscitate dalla missione in Israele e nei Territori del segretario di stato Usa Colin Powell sono sembrate svanire in meno di 24 ore.
Le timidissime speranze suscitate dalla missione in Israele e nei territori del segretario di stato Colin Powell sono sembrate svanire in meno di 24 ore. Essendovi la minaccia di nuovi attentati suicidi contro civili israeliani, si è deciso di chiudere tutti i valichi di passaggio della striscia di Gaza (luogo in cui si stanno preparando gli attentati). Si susseguono missioni ad alto rischio dei soldati israeliani per stanare eventuali terroristi all’opera, una corsa contro il tempo per evitare che nuovi innocenti civili israeliani saltino in aria. Polemiche di Sharon, sconcertato che l’Europa persista a difendere un dittatore sanguinario. La delusione degli arabi che parlano esplicitamente di fallimento della "Road Map" e delusione degli israeliani che ieri si erano sentiti spergiurare che le organizzazioni terroristiche sarebbero state disarmate e invece già oggi devono correre ai ripari per evitare una nuova strage.
Mofaz ha motivato la chiusura con il pericolo di una nuova ondata di attentati anti-israeliani che sarebbe in fase di avanzata preparazione, mentre in poche ore tre palestinesi sono stati uccisi dal fuoco dei soldati israeliani a sud della striscia di Gaza: due miliziani che stavano piazzando un ordigno accanto ad un cunicolo per contrabbando di armi a Rafah.
Mofaz chiude la striscia di Gaza perchè, così dice, si stanno preparando nuovi attentati mentre per il momento sono invece i palestinesi a continuare a morire, ci dice De Giovannangeli. A morire sono due miliziani (terroristi) che... piazzavano un ordigno! Ma per il giornalista questo è un piccolo insignificante dettaglio.
Il terzo palestinese ucciso è un giovane agricoltore, Hassan El-Hastal (18 anni), colpito a morte mentre era al lavoro nell’appezzamento di famiglia a Khan Yunis, vicino alla colonia ebraica di Ganei Tal.
Non ci viene volutamente detto come si sono svolti i fatti che hanno portato alla morte del giovane palestinese, ma ci viene fornito un dato chiaro: "Prossimità ad una colonia ebraica". Non fornendoci l’esatta verità, il giornalista lascia volutamente intendere che la colonia (dove risiedono i sinistri coloni ebrei) sia implicata nella morte del giovane agricoltore.
All’odierno elenco di vittime, va poi aggiunto un anziano palestinese, deceduto nel reparto di terapia intensiva di un ospedale dove era ricoverato dal settembre 2001, quando era rimasto gravemente ferito in un’incursione israeliana a Tulkarem, in Cisgiordania.
Vorremmo sapere come stanno oggi (e quanti sono poi morti in seguito alle terribili ferite riportate) tutte le vittime israeliane sopravvissute ai vari attentati terroristici palestinesi dal 2001 ad oggi.
E sempre in Cisgiordania, i soldati israeliani hanno imposto il coprifuoco e compiuto rastrellamenti
Hanno compiuto rischiosissime missioni (rischiose per se stessi) per individuare ed arrestare feroci terroristi
Ed è in questo scenario di "ordinaria violenza" che la diplomazia internazionale cerca di mantenere aperto uno spiraglio al dialogo.

Riassumendo, De Giovannangeli ci ha parlato di 4 morti palestinesi, "incursioni", "rastrellamenti", Gaza "sigillata" e ci dice che questo è lo scenario di "ordinaria violenza" su cui la diplomazia internazionale dovrà agire per portare la pace : i morti israeliani non esistono e non vengono menzionati, il terrorismo è un’invenzione degli ebrei ( un po’ come Auschwitz), la diplomazia internazionale deve aiutare i palestinesi perchè gli israeliani non vogliono la pace. Più chiaro di così...
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