De Giovannangeli non conosce la storia
Un buon libro potrebbe aiutarlo
Testata:
Data: 09/05/2003
Pagina: 14
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: Sharon apre alla Siria: trattiamo senza condizioni
E se l’articolo parla della disponibilità di Ariel Sharon a riaprire i dialoghi di pace con la Siria (cosa che, a dire il vero, non sembra una grande novità, visto che semmai la Siria si è sempre dimostrata violentemente ostile ad Israele), allora non si capisce perchè è stata inserita una foto che ritrae alcuni Palestinesi, visibilmente stremati dal caldo, bloccati ad un checkpoint e un’altra foto in cui si vede la famigerata statua di Saddam Hussein nel momento in cui viene distrutta.

Il giornalista racconta la storia dei rapporti diplomatici tra Siria (ricordiamocelo: Stato in cui anche i più elementari diritti civili vengono negati, Stato che offre asilo a 11 organizzazioni terroristiche, Stato che occupa militarmente il Libano da 27 anni) e Israele, basti una frase...

La Siria ha sempre insistito che qualsiasi trattativa con Israele deve essere fondata sui risultati di precedenti tornate negoziali e sulle risoluzioni dell’Onu, termini che Israele ha respinto. I negoziati di pace, incagliatisi sul futuro delle alture del Golan occupate da Israele nel 1967, sono interrotti dal 2000
... per capire che Giovannangeli continua a non studiare la Storia. Saprebbe che il Golan fa parte dello stato di Israele.

Torniamo all’attualità, allora.

Ad attendere il segretario di Stato Usa è comunque una realtà segnata da una violenza inarrestabile, come testimonia l’ennesima esecuzione "mirata" di Iyad Al Bek, 27 anni, un miliziano integralista di Hamas a Gaza, dove la sua auto è stata sbriciolata da due razzi in un nuovo raid degli elicotteri da combattimento Apache.
La violenza inarrestabile è quella che bambini, donne, uomini israeliani sperimentano ogni giorno, essendoci sempre qualcuno che, con una bomba, gli ricorda che persino a casa propria qualcuno gli vuole negare il diritto alla vita. La violenza inarrestabile non è un terrorista (non miliziano integralista) ucciso affinché non sparga ancora sangue, la violenza inarrestabile sono tutti i 16.898 attentati terroristici subiti da Israele solo negli ultimi tre anni: quelle, caro De Giovannangeli, sono esecuzioni mirate contro civili innocenti ( togliendoci pure le virgolette).

Inoltre è pittoresco l’accento che il giornalista pone sul fatto che i razzi dei temibili elicotteri Apache israeliani hanno "sbriciolato" la macchina di un terrorista: non è un’arrogante prova di superiorità militare, si usano queste armi ad alta definizione proprio per raggiungere l’obiettivo, senza coinvolgere civili innocenti.

Tre altri palestinesi -tutti civili colpiti dal fuoco dei soldati israeliani- sono morti nelle ultime 24 ore,
Escluso che i soldati israeliani si divertano a sterminare civili come passatempo, chiediamo al giornalista: dove è successo? In quali circostanze? Dove si trovavano e che cosa stavano facendo questi civili?
Oltre ad un kamikaze che ha lanciato un’autobomba contro un posto di blocco nella striscia di Gaza, poco distante dalla colonia ebraica di Kfar Darom
Ma sono proprio crudeli questi soldati israeliani! Gli lanciano addosso un’autobomba e invece di lasciarsi saltare in aria, reagiscono difendendosi! Vergognoso...
"Al Bek sarà vendicato", minaccia il portavoce di Hamas, Abdelaziz Rantisi. Un avvertimento che suona anche come una sfida ad Abu Mazen e al proposito del neopremier di disarmare i gruppi di fuoco palestinesi.
Come dire, se Abu Mazen fallisce è colpa degli Israeliani che continuano a fare strage di Palestinesi. Hamas è solo un’organizzazione di anime candide che, se usa un po’ di violenza, lo fa solo per vendicare le ingiusitizie subite da parte israeliana.
"C’è un grosso punto interrogativo sulla Road Map a causa di una questione importante- afferma Abu Mazen- vale a dire che Israele non vuole attuarla". Spetterà a Colin Powell vincere le resistenze dell’alleato israeliano e dare finalmente avvio all’"itinerario di pace".
De Giovannangeli si rende conto di quello che dice? Premesso che Israele non è "l’alleato" degli Usa, di certo non nel sinistro senso che il giornalista vuole insinuare, se in Medio Oriente non c’è ancora la pace è solo perchè una delle due parti "semplicemente" si rifiuta ancora di riconoscere all'altra il diritto ad esistere.

Ci auguriamo che il nostro giornalista sfogli presto qualche pagina di Storia per informarsi sulla Siria e che magari butti un’occhio anche su tutte le proposte di pace, sempre respinte violentemente, che sono piovute sulla testa degli arabi palestinesi nel corso di questi ultimi ... 100 anni !

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