La Polonia protesta contro Noa Kirel, la pop star israeliana all'Eurofestival
Commento di Deborah Fait
Noa Kirel
I media israeliani da giorni parlano del caso “Eurovisione” e delle dichiarazioni di Noa Kirel. Noa Kirel, la pop star israeliana, classificata terza all’Eurofestival, è stata duramente criticata dalla Polonia per aver detto, secondo Anna Maria Zukovska, membro del governo, che “La più grande vittoria è stata aver reso il mio paese orgoglioso di me e l’aver ricevuto 12 punti dai polacchi dopo che la mia intera famiglia era stata uccisa ad Auschwitz.” Apriti cielo! Non doveva dire una cosa del genere! Sono anni che la Polonia tenta di far passare la convinzione di essere stata vittima del nazismo e non complice o, in molti casi, collaborazionista. Strano tentativo che farebbe amaramente sorridere se non fosse un desiderio postumo di inventarsi una verginità inesistente raccontando frottole per cancellare un passato indegno. Questo voler cambiare la storia tragica della Shoah ha provocato diversi scontri diplomatici con Israele, rinnovatisi in questi giorni a causa dell’innocente frase di Noa Kirel. La Zukovska ha dichiarato “Sono questi i modi di insegnare l’Olocausta in Israele? Insegnare ai giovani che è stato commesso in Polonia e non in Germania?” Noa non ha mai detto che la Shoah è stata pensata e organizzata dalla Polonia, semplicemente ha nominato Auschwitz come il luogo dove la sua famiglia fu massacrata. Auschwitz, il più grande e più tristemente famoso campo di sterminio, si trova, fino a prova contraria in Polonia e la Polonia, sempre fino a prova contraria, aveva 3.300.000 cittadini ebrei che sono scomparsi finiti nei campi della morte, bruciati vivi nelle sinagoghe, sepolti nelle fosse comuni. Potevano i nazisti commettere uno scempio di tale portata da soli? Senza la collaborazione del governo e dei cittadini polacchi? E’ vero che la Polonia è stata invasa dai nazisti nel 1939, è anche vero che molti partigiani polacchi e semplici cittadini furono uccisi dai nazisti ma è storia che la maggior parte dei campi di sterminio furono posizionati all’interno del territorio polacco. Nonostante il numero dei Giusti che cercarono di salvare gli ebrei, la narrativa polacca, dagli albori ad oggi, è costellata di antisemitismo e la demoniaca abilità dei nazisti di ammazzare il 90% degli ebrei di quel paese è stata possibile solo con il contributo del popolo e dei governanti della Polonia. E’ una ferita, quella del collaborazionismo, che si riapre saltuariamente e fa scoppiare inevitabilmente piccoli casi diplomatici con Israele. Se è verro che alcuni cittadini polacchi rischiarono la vita per salvare gli ebrei, non mancano documenti che testimoniano la complicità di molti altri con il nazismo. Non solo la Polonia, anche l’Italia, la Francia, l’Ungheria e quasi tutti i paesi di un’Europa che è diventata così il più grande cimitero ebraico del mondo. Gli sforzi di passare per vittime quando si è stati anche carnefici sono macabri, arbitrari e enormemente scorretti. I polacchi che vivevano nelle vicinanze di Auschwitz sentivano l’odore di carne bruciata, vedevano in lontananza il fumo uscire dai camini, vedevano passare i treni piombati e i prigionieri affacciarsi disperati ai finestrini chiusi con il filo di ferro. I milioni di polacchi che si appropriarono dei beni e delle case degli ebrei non si chiesero mai dove fossero i legittimi proprietari che loro stessi avevano tradito, consegnandoli nelle mani della polizia polacca e dei nazisti. Allora, abbiate coraggio, cari polacchi, assumetevi le vostre responsabilità, più di 3 milioni non sono bazzeccole e non potete posizionare Auschwitz se non sul vostro territorio. Potete aprire davanti a quella tremenda scritta “Arbeit Macht Frei” tutti i chioschi di gelati che volete, ma la vergogna rimane là, nel vostro territorio, nei secoli dei secoli. Rassegnatevi e dimostrate un po’ di dignità invece di piagnucolare che non è stata colpa vostra. La Shoah è colpa di tutta l’Europa, voi compresi.