Le Nazioni Unite contro la pace in Medio Oriente 18/05/2023
Analisi di Michelle Mazel
Autore: Zvi Mazel/Michelle Mazel
Le Nazioni Unite contro la pace in Medio Oriente
Analisi di Michelle Mazel

(traduzione di Yehudit Weisz)

https://israelmagazine.co.il/les-nations-unies-contre-la-paix-au-moyen-orient-michele-mazel/

Da decenni, da più di mezzo secolo, a quanto pare, il mondo intero aspira a vedere finalmente che la pace regni in Medio Oriente. E per arrivarci serve – ma è sufficiente – una soluzione a due Stati.  Israele e Palestina vivono in armonia grazie ad una pace giusta e duratura basata su dei confini sicuri e riconosciuti. Da Parigi a Berlino, da Londra a Washington, è diventato un vero e proprio mantra. Le parti sono regolarmente invitate a non intraprendere alcuna azione che possa mettere in discussione tale soluzione. Quello che è curioso è che nessuno sembra essersi reso conto che l'Autorità Palestinese, il legittimo rappresentante del popolo palestinese, non controlla più la Striscia di Gaza, che è diventata un'entità separata e proclama la sua intenzione di annientare Israele per stabilire un califfato islamico sulle sue rovine. Una verità evidente che l'Onu si rifiuta ancora di riconoscere. Come non vuole vedere che Mahmoud Abbas non rappresenta più granché e che le fazioni islamiste, che dettano legge in gran parte dei territori che lui neanche controlla più, militano apertamente per la distruzione di Israele. Va aggiunto che il vecchio Presidente, il cui mandato è da tempo scaduto, mostra poca voglia di sedersi al tavolo dei negoziati con i leader israeliani per portare avanti la soluzione dei due Stati. Secondo le sue asserzioni, gli ebrei non hanno niente a che fare con la Palestina. Essi sono degli usurpatori che dichiarano una presenza ebraica sulla spianata delle moschee che non è mai esistita. Ascoltiamo il Ministro degli Esteri palestinese indignato per gli auguri inviati dalla Presidente della Commissione Europea in occasione del settantacinquesimo anniversario della creazione dello Stato: “Dichiarare che Israele ha fatto fiorire il deserto è pura propaganda che falsifica la ricca storia e la cultura del popolo palestinese. Queste parole legittimano l'occupazione illegale e il regime di apartheid e contribuiscono alla negazione della nakba.”  Ci sarebbe piaciuto sentire il Segretario Generale delle Nazioni Unite condannare con la massima fermezza questo tentativo di delegittimare un Paese nato con la benedizione dell'Organizzazione, di cui è membro fin dalla sua nascita. Probabilmente troppo preoccupato per la guerra in Ucraina, il Signor António Guterres non vi ha prestato attenzione. Di certo, non si è opposto allo svolgimento presso la sede delle Nazioni Unite a New York di un grande evento commemorativo della “Nakba”- la catastrofe - e cioè proprio della creazione dello Stato ebraico 75 anni fa. Si è potuto sentire la voce di Mahmoud Abbas chiedere l'espulsione dalle Nazioni Unite del suddetto Stato, accusandolo di inventare dei fatti storici, proprio come fece Goebbels. Subito dopo, ha affermato che gli Stati Uniti e la Gran Bretagna (sic!) avevano voluto la creazione di Israele per sbarazzarsi dei loro ebrei.                                                

Purtroppo, tra i 45 Paesi membri che hanno boicottato l'evento e in particolare Stati Uniti, Inghilterra, Canada, Australia e India, seguiti da undici membri dell'Unione Europea, si cercherà invano il nome della Francia.

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