Uno scandalo inesistente
Una frase a fondo articolo per chiarire l'uccisione del cameraman
Testata:
Data: 06/05/2003
Pagina: 4
Autore: la redazione
Titolo: Tredicenne palestinese ucciso a Nablus
"Israele. Un tredicenne palestinese è stato ucciso all'ingresso del campo profughi di Balat, a Nablus, in Cisgiordania, da colpi d'arma da fuoco sparati da israeliani che erano stati attaccati a sassate."
Non viene spiegata la dinamica dei fatti, né vengono citate le fonti, ma sembra abbastanza evidente che il ragazzo si è trovato in mezzo agli scontri e che, purtroppo, ci è andato di mezzo.
Solo in fondo alla riga, veniamo informati che i soldati israeliani hanno reagito alle sassate. Dal titolo, infatti, sembra che ci sia stata la precisa intenzione di ammazzare un ragazzino palestinese. Tutto l'articolo, per il momento è fazioso e scorretto.

"Intanto emerge che il cameramen inglese potrebbe essere stato ucciso da spari palestinesi".
Questa affermazione, se comprovata, è di una gravità inaudita, perchè fino ad ora tutti hanno gridato allo scandalo contro gli israeliani che uccidono deliberatamente giornalisti o reporter stranieri, in segno di spregio alla stampa libera. Quando però si tratta di rettificare la notizia e si deve dire che ad uccidere son stati i palestinesi, allora il tono diventa sommesso, ma il danno è stato fatto. Alla gente è rimasto impresso che gli israeliani "cattivi" ammazzano i giornalisti. Lo stesso è avvenuto con il massacro di Jenin, massacro mai perpetrato, ma nell'immaginario collettivo Jenin è un nome che richiama alla memoria l'uccisione di donne e bambini innocenti.

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