Lettera aperta a Massimo D'Alema
Legga meno L'Unità , di più il Riformista
Testata: Libero
Data: 04/05/2003
Pagina: 6
Autore: Angelo Pezzana
Titolo: Caro D'Alema sul Medio Oriente sbaglia
Riportiamo un articolo di Angelo Pezzana pubblicato su Libero domenica 4 maggio 2003.
E' un bene che i nostri leader politici viaggino e si documentino di persona. Che appartengano alla maggioranza o all'opposizione non fa differenza. Non si capisce bene quale leadership rappresenti oggi all'opposizione Massimo D'Alema, ma è notevole il suo impegno internazionale. E' appena rientrato da un breve viaggio nel vicino oriente e il Corriere di ieri gli ha dedicato un'intervista di quasi una pagina. Purtroppo, se dobbiamo giudicare dalle sue affermazioni, dobbiamo dire che non è un viaggiatore attento. Oppure non ha fatto in tempo a documentarsi sugli ultimi sviluppi della situazione. Sembra che la liberazione dell'Iraq non sia avvenuta, che Arafat sia ancora il deus ex machina di prima e che dai suoi referenti laburisti israeliani non abbia percepito i mutamenti che anche lì sono avvenuti.
D'Alema ritiene che la nomina di Abu Mazen sia anche il frutto di una discussione interna fra i palestinesi. Ma quando mai, caro presidente ? Non le hanno mai raccontato quanta fatica hanno impiegato Onu,Usa, Europa e chi ne ha più ne metta a schiodare Arafat dalla sua poltrona ? Ne era talmente avvinghiato che è riuscito a tenersene persino qualche pezzo. Tanto da limitare il reale potere del nuovo primo ministro e soprattutto l'azione anti terrorismo palestinese che il responsabile della sicurezza Moahammed Dahlan fatica a mettere in corso per l'opposizione dura che Arafat gli sta facendo. Non essendo riuscito ad escluderlo dal governo, il raiss semi deposto sta muovendo tutti i suoi apparati per mettergli i bastoni fra le ruote.
Proprio D'Alema e la sinistra internazionale, che ciecamente hanno sostenuto lo status quo mascherandolo sempre con molte spalmate della parola pace ( buona per ogni occorrenza), adesso affermano che occorre dare fiducia al nuovo gruppo dirigente. Ma guarda, a noi sembrava che questa fiducia che adesso D'Alema invoca, il primo a darla ad Abu Mazen sia stato proprio Sharon ed il cattivo occidente rappresentato dal guerrafondaio Bush. Per non parlare del cugino Blair, che sul Medio Oriente non ci pare la pensi proprio come D'Alema, se non altro la guerra a Saddam Hussein lui l'ha fatta mentre il nostro era contrario. A cose fatte D'Alema adesso riscopre la comunità internazionale, i doveri dell'Europa, le responsabilità dell'America, e non aspetta altro che di essere sentito dal governo Berlusconi per dire la sua sulla soluzione del conflitto israelo-palestinese.
Non ci pare cominci bene, se dobbiamo credere a quanto ha dichiarato al Corriere.
" Il terrorismo palestinese ha fatto scendere una cortina di silenzio su quel che hanno fatto gli israeliani", afferma D'Alema, e ci viene da chiedergli ma quando mai, se persino le notizie sugli attentati suicidi vengono precedute dall'annuncio di una "vendetta" israeliana, poco importa che non sia ancora avvenuta. E questo sarebbe silenzio, quando i nostri media non hanno il coraggio di chiamare terroristi quelli che si fanno saltare in aria uccidendo cittadini innocenti ma li gratificano con il meno impegnatiovo nome di "militanti" o "miliziani" ?
Quale silenzio sarebbe mai sceso sulle malefatte di Israele, Onorevole D'Alema,quando ogni giorno sul banco degli imputati c'è Sharon e mai una volta che sia comparso Arafat ? e perchè ce l'ha con quel muro di protezione, tirato su a malincuore per qualche kilometro soltanto e fortemente voluto da A.B.Yehoshua, lo scrittore più famoso e più a sinistra d'Israele, che non ha altro scopo che impedire la penetrazione dei terroristi ? Cosa deve fare Israele per essere giudicata benevolmente dagli organismi internazionali ?
Caro presidente, la smetta di ripetere luoghi comuni, li lasci a quella sinistra che, ci pare, non sta simpatica neanche a lei.
Le informazioni sul vicino oriente, se proprio non le vuole leggere su Libero,le prenda da quel bel giornale che è il Riformista, dove ci sono degli esperti ai quali non le sarà difficile dare credito. Lasci perdere per un po' le presunte "umiliazioni" di Arafat e guardi più in là della retorica politica. Troverà persino una sinistra inaspettata, che ha incominciato a ragionare. Lasci perdere le frasi fatte. Lei ha una qualità, è ambizioso.La smetta dunque di parlare come se fosse un lettore dell'Unità.