De Giovannangeli adotta i "trucchi" dei terroristi
Tre attacchi de L'Unità contro Israele
Testata:
Data: 03/05/2003
Pagina: 15
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: Sanguinoso raid a Gaza per stanare capi di Hamas
A desumere il tono fazioso dell’articolo basterebbe già solo la foto che campeggia a tutta pagina ( ritrae il corpicino in fin di vita del bambino di due anni, vittima innocente dei recenti scontri a Gaza), foto corredata di un altisonante titolo che, oltre a propagandare la solita errata equazione "Esercito israeliano = terrorismo di Stato", ci fa anche capire che ormai il giornalista dell’Unità non solo non disdegna di difendere i terroristi palestinesi, ma ne adotta anche qualche astuzia, tra cui quella di servirsi strumentalmente di piccoli scudi umani per diffondere meglio le proprie idee.
In un superficiale e fazioso articolo il giornalista ripercorre i tristi fatti avvenuti giovedì mattina a Sajaya, quartiere di Gaza.
L’usuale propaganda anti-israeliana de L’Unità si muove qui su tre linee guida principali.

Prima linea. Si accusa l’esercito israeliano di aver organizzato una cruenta e violentissima operazione militare la quale, pur avendo come obiettivo tre "militanti di Hamas" come li definisce il giornalista ( in realtà trattasi di pericolosissimi terroristi dalla lunga carriera e dalla parentela eccellente) , ha poi finito per ritorcersi invece contro gli inermi civili palestinesi, facendone strage.
Sia qui sia poi per tutto l’articolo, il giornalista cita, strumentalizzandoli, brani di un ormai famigerato editoriale, apparso qualche giorno fa, del giornale israeliano Ha’aretz ( oramai famigerato perchè già La Repubblica ne ha fatto un simile distorto e fazioso uso ).
Il giornalista vuole così dimostrare che non lui, ma addirittura un giornale israeliano pensa che, ancora una volta, l’esercito israeliano si sia comportato vergognosamente e quasi senza motivo.

Inspiegabile. Cruenta. Controproducente. Così il commentatore militare di «Ha’aretz» , autorevole quotidiano di Tel Aviv,
Il giornalista è solito definire "autorevole" o anche "autorevolissimo" Ha’aretz quando le opinioni del giornale israeliano finiscono per caso ( o per forzatura, molto spesso) per collimare con quelle ben note de L’Unità.
Liquida l’operazione militare condotta da Tsahal nel rione di Sajaya (Gaza), dove 13 palestinesi sono rimasti l’altro ieri uccisi durante un raid israeliano che si prefiggeva la cattura di tre militanti di Hamas
L’operazione di giovedì non è affatto "inspiegabile". Ricordiamo che l’esercito israeliano, all’indomani del rapido susseguirsi di ben due attentati terroristici che hanno nuovamente spezzato innocenti vite israeliane, si trovavano a Sajaya per catturare tre pericolosissimi terroristi . I quali però si sono barricati in una casa assieme a dei civili palestinesi , tra cui due bambini e un anziano. L’operazione militare che si sarebbe potuta concludere in brevi battute, si è invece protratta per ben 13 ore ( con tutti i rischi che ciò comporta) proprio perchè l’esercito ha ripetutamente chiesto di far evacuare i civili dall’abitazione , in modo da potergli garantire salva la vita . I folli terroristi si sono invece rifiutati di accettare urlando che tutti loro ( cioè loro più i civili, tra cui due bambini) sarebbero morti come martiri. In seguito ai successivi scontri alcuni civili sono morti e questa è certamente una tragedia che però non è assolutamente imputabile all’esercito israeliano, ma ai tre terroristi di Hamas, che il nostro giornalista non sembra affatto condannare. Condanna invece che non manca di fare Ha’aretz che chiarisce bene tutti questi retroscena ( a differenza de L’unità) pur essendo un giornale apertamente antigovernativo ( poiché in Israele chi ha opinioni polemiche nei confronti di chi amministra il potere può avere pure un giornale, mentre nelle città palestinesi in genere ti impiccano per poi esporti sulla pubblica piazza).

Seconda linea. Il giornalista racconta della solita mortifera ( in quanto diffonde odio e morte) manifestazione palestinese susseguita ai fatti sopraccitati.

La considerazione preoccupata del quotidiano israeliano trova conferma nell’imponente manifestazione che si dipana nel pomeriggio per le vie di Gaza City. Cinquantamila palestinesi sfilano nel centro della città per invocare vendetta contro i "criminali sionisti". I funerali dei "mariti della Jihad" si trasformano ben presto in una dimostrazione anti-israeliana che investe anche il nuovo governo di Abu Mazen.
Il giornalista vuol farci credere dunque che se i gruppi terroristi armati ( e il giornalista non manca di riportare in seguito le folli dichiarazioni di alcuni esponenti presenti alla manifestazione , senza del resto filtrarle con alcun commento) persistono nelle loro pratiche criminali è colpa di Israele e della sua incontenibile voglia di difendere il proprio diritto ad esistere contro chi la vuole annientare. Il giornalista ce lo spiega a chiare lettere : se Abu Mazen fallirà , sarà per colpa di Israele!

Terza linea.

La vicenda di due kamikaze con passaporto di sua maestà investe anche l’International solidarity movement (Ism), il movimento pacifista internazionale che da oltre due anni invia "scudi umani" a protezione dei civili palestinesi nei territori.
Anche i tre avventori del pub a Tel Aviv, quelli saltati in aria, probabilmente avrebbero voluto avere in quel momento qualcuno accanto che li proteggesse e che possibilmente li salvasse dal loro terribile destino di morte.
La stampa israeliana e britannica sostiene che i due terroristi autori dell’attentato a Tel Aviv si erano infiltrati proprio nelle file dell’Ism
E’ assai probabile che i terroristi, non potendo più farsi comodamente traghettare dalle ambulanze Unrwa poiché , dopo tanti attentati messi a segno in questo vile modo, gli israeliani hanno imparato la lezione e bloccano tali ambulanze per i dovuti controlli, ora optino per nascondersi tra le fila di queste associazioni "pacifiste".
Magari tra una bandiera bruciata ed un insulto ad Israele stanno anche nascendo delle belle amicizie...

Secondo Ha’aretz , che cita fonti del ministero della Difesa,
a che non è più "autorevole" adesso che le posizioni non collimano più
è possibile che presto le autorità militari israeliane decidano di espellere decine di pacifisti internazionali che operano nei territori.
Anche se mostrata come una decisione crudele ( il giornalista riporta anche una breve intervista ad un esponente del Ism assolutamente faziosa e irreale) , questa sarà una contromisura dovuta se si dimostrerà che queste associazioni coprono tra le loro fila degli aspiranti kamikaze.
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