In risposta a Carlo Panella
Analisi di David Elber
Carlo Panella
Ieri sabato 6 maggio Informazione Corretta ha ripreso un articolo di Carlo Panella uscito il giorno prima su Linkiesta.it (
https://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=288&sez=120&id=90074). L’articolo è palesemente carico di strafalcioni storico-fattuali da risultare fastidioso nella sua lettura.
Qui ci limiteremo a evidenziare solo gli aspetti storici completamente stravolti dall’autore. Così ad un certo punto della sua disamina, Carlo Panella afferma: «… con Yasser Arafat che rifiuta la restituzione del novantacinque per cento delle zone d’occupazione…», poi prosegue: «Avventurismo palestinese irresponsabile duplicato nel 2005 quando Ariel Sharon restituisce senza condizioni la Striscia di Gaza». Qui il punto centrale della questione “analizzata” da Panella è il termine «restituzione». Questa è la definizione che ne fa la Treccani: Ridare, riconsegnare una cosa avuta in prestito, in consegna o in dono, o anche presa arbitrariamente: r. una somma di denaro, una macchina, una bicicletta; r. un deposito, un documento; r. un regalo, l’anello di fidanzamento; r. il maltolto, il denaro sottratto. Bene, è opportuno ricordare a Panella che Israele, cioè il popolo ebraico, non ha “avuto in prestito” dagli arabi o tantomeno “ha preso arbitrariamente” o “maltolto” i territori di Giudea, Samaria o la Striscia di Gaza. Questi territori sono stati assegnati al popolo ebraico dalla comunità internazionale fin dal 1922, in ragione del legame storico tra il popolo ebraico e la terra di Israele. È solo dopo 19 anni di illegale occupazione giordana ed egiziana che Israele è riuscita a riprenderli. Ne consegue che parlare di «restituzione» o di «territori occupati da Israele» è del tutto falso e ingannevole. Se Israele, per mezzo di negoziati e accordi, cederà tali territori agli arabi sarà nel suo pieno diritto a farlo ma si tratterà di “cessione” e non di “restituzione”.
Più avanti l’autore afferma: «Di fatto, l’occupazione militare israeliana della Cisgiordania dal 1967 a oggi ha corrotto la democrazia di Israele, vi ha introdotto un virus di sopraffazione nei confronti degli arabi, un suprematismo ebraico da sempre marginali ma ora dotato di grande forza politica, amministrativa e di governo per colpa delle dissennate scelte di Netanyahu». Questa frase è degna del peggior Caracciolo di Limes e dei suoi accoliti. “Virus di sopraffazione nei confronti degli arabi”? “suprematismo ebraico dotato di grande forza politica, amministrativa e di governo”? In che forma politica o amministrativa questa presunta sopraffazione o suprematismo avviene non è spiegato, forse perché semplicemente non esiste dalla fondazione dello Stato di Israele. È, invece, importante ribadire che nessun altro Stato al mondo che è costantemente attaccato da una parte della propria popolazione, quella araba, e da Stati confinanti arabi, ha istituzionalizzato la lingua araba, al pari dell’ebraico, ha permesso l’utilizzo della lingua araba e della sua cultura in scuole di ogni ordine e grado, ha sempre permesso il libero accesso ai cittadini arabi all’istruzione (in scuole arabe o ebraiche), a tutti i mestieri pubblici, nella sanità, nella magistratura e nel mondo dell’imprenditoria privata. In che cosa di concreto si manifesta la sopraffazione o il suprematismo ebraico?
Un’altra perla presente nell’articolo è la seguente: «Questa è la vera posta in gioco dietro la riforma della giustizia che il governo Netanyahu vuole imporre: togliere ogni autonomia alla magistratura per colonizzare senza più ostacoli la Cisgiordania e schiacciare con una repressione sanguinaria arabi israeliani e palestinesi». “colonizzare senza più ostacoli la Cisgiordania”? “schiacciare con una repressione sanguinaria arabi israeliani e palestinesi”? Queste frasi sono talmente ignobili che si fa fatica a commentarle. Ma un commento va fatto.
Per prima cosa va sottolineato il concetto di “colonizzare senza più ostacoli la Cisgiordania”. Ma di quale colonizzazione sta parlando Panella? Di quella dei 70.000 ebrei che furono vittime della pulizia etnica giordana, e dei loro discendenti, che faticosamente sono rientrati nelle loro case e nelle loro proprietà? È come dire che gli ebrei italiani che, a causa delle leggi razziali e delle deportazioni naziste, hanno perso tutto e dopo la guerra hanno faticosamente ripreso possesso dei loro beni sono dei colonizzatori? È bene ribadire che anche gli altri “coloni” hanno sempre acquistato terreni venduti a caro prezzo dagli arabi o hanno avuto la possibilità di costruire su terreni demaniali e non su terreni sottratti agli arabi.
Associare la riforma giudiziaria tuttora dibattuta, anche con toni aspri e accesi, ma nell’alveo di una contrapposizione democratica, con la volontà di “schiacciare con una repressione sanguinaria arabi israeliani e palestinesi” è priva di una qualsivoglia realtà dei fatti e alimenta solo l’odio verso Israele e i suoi cittadini al pari dei deliri di Francesca Albanese e simili figure.