La Giordania, pompiere piromane? 26/04/2023
Analisi di Michelle Mazel
Autore: Zvi Mazel/Michelle Mazel
La Giordania, pompiere piromane?
Analisi di Michelle Mazel

(traduzione di Yehudit Weisz)

https://israelmagazine.co.il/la-jordanie-pompier-pyromane-michele-mazel/

Jordan-Palestine Allenby Bridge crossing will be | Roya News
Il ponte di Allenby


Con l'avvicinarsi del Ramadan, la tensione nella regione era al suo culmine. Hamas e Hezbollah  moltiplicavano le minacce e gli avvertimenti; una serie di attentati indiscriminati colpivano civili israeliani, comprese donne e bambini. I servizi di sicurezza israeliani, che davano la caccia ai criminali, erano in massima allerta. Per evitare l'escalation, il 26 febbraio si era tenuto un vertice regionale ad Akaba, in Giordania. Sotto l'egida degli Stati Uniti si erano riuniti dei rappresentanti di Israele, dell'Autorità palestinese, della Giordania e dell'Egitto. Al termine di questo incontro, israeliani e palestinesi avevano ribadito il loro impegno a rispettare tutti gli accordi precedenti e a collaborare per una pace giusta e duratura. Avevano anche ribadito la necessità di ridurre l'escalation sul campo e di impedire ulteriori violenze. I partecipanti avevano anche ringraziato la Giordania per aver organizzato e ospitato l'incontro e per gli sforzi del Regno atti a garantire dei risultati positivi. La televisione giordana aveva poi diffuso un comunicato stampa che  accoglieva con favore”questo successo”.  Purtroppo quell’incontro non aveva  minimamente ridotto le tensioni e il ​​19 marzo a Sharm el Sheikh, in Egitto, un altro vertice aveva riunito gli stessi partecipanti. Era stato pubblicato un comunicato pressoché identico al primo, con la differenza che, questa volta, era stato l'Egitto a ricevere i ringraziamenti. Il resto lo sappiamo. Scontri a Gerusalemme, nuovi attentati, lanci di missili dalla Striscia di Gaza, ma per la prima volta dopo tanto tempo, anche dal Libano. Lungi dal cercare di riportare la calma, la Giordania ha moltiplicato le condanne e gli avvertimenti contro Israele. E veniamo a quanto è accaduto domenica scorsa al posto di blocco israeliano sul ponte di Allenby. Un'auto ha destato i sospetti delle guardie di frontiera che avevano notato i tre ingombranti bagagli al suo interno. L'autista, esibendo il suo status di membro del parlamento giordano, ha rifiutato qualsiasi ispezione, ma gli israeliani l'hanno ignorato. Ciò che hanno trovato all'interno di queste borse li ha scioccati. Ascoltiamo Le Figaro: “Un deputato giordano arrestato da Israele per ‘presunto contrabbando’ -sic- di armi.”

Il Ministero degli Esteri giordano domenica ha dichiarato che le autorità israeliane hanno arrestato un parlamentare giordano sospettato di aver cercato di contrabbandare delle quantità di armi e oro dalla Giordania alla Cisgiordania. Secondo la stampa giordana, c'erano 200 pistole, dozzine di fucili d'assalto M16 e quasi cento chilogrammi di lingotti d'oro . Abbastanza per alimentare attività terroristiche contro Israele per molti mesi. Non c'è dubbio, inoltre, che alcune di queste armi sarebbero cadute nelle mani di bande rivali della comunità araba di Israele che stanno conducendo una guerra spietata all'interno di Israele e che hanno già ucciso 50 civili dall'inizio dell'anno. Ancora nessuna reazione ufficiale a Gerusalemme e ad Amman, dove si cerca una via d'uscita discreta dalla crisi. Ciò non impedisce ai nemici irriducibili dello Stato ebraico in Giordania di sollecitare il loro governo ad agire con urgenza per porre fine all'insulto dell'arresto e dell'incarcerazione di un membro del parlamento.

Peraltro, in Israele si mormora che questo tentativo di contrabbando è stato sicuramente preceduto da altri che non sono stati scoperti.

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