Liberazione: se lo conosci lo eviti
Con Liberazione l'informazione tocca il fondo
Testata:
Data: 02/05/2003
Pagina: 1
Autore: Barbara Mella
Titolo: Liberazione: se lo conosci lo eviti
Credevamo di aver toccato il fondo con il manifesto, ma ci sbagliavamo, oh se ci sbagliavamo! Se per il manifesto, infatti, la verità è cosa altamente disdicevole, per liberazione è un autentico tabù, più o meno al pari di quello dell'antropofagia. Già lo scorso agosto avevamo letto un esilarante articolo di Silvio Cerulli che, indignato per il documento Onu che riconosceva che a Jenin non vi era stato alcun massacro e confermava in pieno tutti i dati pubblicati da Israele (una cinquantina di morti, quattro quinti dei quali combattenti, e 25 persone mancanti all'appello alla data del 1° maggio 2002), ci raccontava tutto ciò che egli aveva "visto" coi propri occhi: "A Jenin vi erano esecuzioni e fosse comuni, corpi anneriti e straziati, brandelli di carne umana ... 1200 profughi sono ancora dispersi ... sono almeno 150 i corpi delle vittime che sono già state identificati. Nessuno conosce il destino dei 500 partigiani che per otto giorni difesero Jenin dallo strapotere militare israeliano. Secondo la gente del campo molti corpi sono stati gettati dai bulldozers nella rete fognaria, altri sono stati bruciati o sepolti in fosse comuni in uno speciale cimitero dove l'Idf seppellisce i corpi di forze nemiche o terroristi": il grande Daniel Pennac non avrebbe saputo fare di meglio nelle sue storie di Benjamin Malaussène con sorella veggente e cane epilettico.
Dopo questo luminoso esempio di giornalismo, è praticamente inutile esaminare in dettaglio l'operato di questo quotidiano; vorremmo tuttavia fare un accenno a un articolo del 14 aprile, in cui l'ineffabile Giancarlo Lannutti ci apre gli occhi sulle dichiarazioni di Sharon a proposito della sua disponibilità a rinunciare agli insediamenti e a riconoscere lo stato palestinese. Avevamo forse creduto che Sharon fosse davvero disposto a fare quanto dichiarato? Ci avevamo proprio creduto davvero? Allocchi!! La dichiarazione di disponibilità l'ha fatta unicamente per aiutare l'alleato americano, orrendamente impantanato in Iraq e sotto la minaccia della sollevazione dell'intero mondo arabo: un osso buttato agli arabi per tenerli buoni, tutto qui. Quanto allo stato palestinese, dato che Sharon pretende un'assurdità come la rinuncia al terrorismo, è chiaro in quale conto si debba tenere.
Colpisce, poi, la totale assenza delle "persone" israeliane. Ci sono i brutali soldati, i politici fanatici, gli occupanti e altra simile paccottiglia, ma le persone no. Persone israeliane che soffrono non ce ne sono. Persone costrette a vivere nella paura non ce ne sono. E non ci sono neanche israeliani assassinati, o almeno uccisi: quando un terrorista suicida si fa esplodere, un certo numero di israeliani, semplicemente, "perdono la vita" (distrazione?). Si ricorda invece con immensa commozione (Ivan Bonfanti, 27.4) "l'arresto, un anno fa, del popolarissimo leader palestinese Marwan Barghouti", di cui segue un appassionato panegirico. Ecco, questo è Liberazione: una cosa da sconsigliare fortemente ai cardiopatici, a chi soffre di ulcera, e anche, semplicemente, a chi è un po' debole di nervi o di stomaco. Come diceva uno slogan di qualche anno fa: se lo conosci lo eviti.