La TV dell'Autorità palestinese
Abu Mazen per essere credibile deve fare pulizia
Testata:
Data: 01/05/2003
Pagina: 0
Autore: Federico Steinhaus
Titolo: La Tv dell'Autorità palestinese
Della lettera scritta da Saddam al popolo iracheno, piena di appelli all'
orgoglio nazionale ed alla resistenza ad oltranza, un passaggio centrale è
stato omesso dalla nostra stampa.
Un passaggio che è centrale non solo per la sua collocazione nel contesto
della lettera, ma anche per il suo significato politico.
Saddam scrive testualmente: "Noi non vivremo in pace e sicurezza fintanto
che la mostruosa entità sionista rimarrà sulla nostra terra araba, e per
questo motivo non vi dovrebbe essere alcuna frattura nell' unitarietà della
lotta araba". Ed accomiatandosi dagli iracheni conclude: "Viva a lungo il
grande Iraq ed il suo popolo, viva a lungo la Palestina, libera ed araba dal
fiume al mare".

Contemporaneamente, scorrono sugli schermi sintonizzati sul canale
televisivo ufficiale dell' Autorità Palestinese spot con immagini eloquenti
di palestinesi che uccidono israeliani, ed in sottofondo musica e parole che
incitano alla violenza armata rafforzano il concetto della sacralità
nazionalista dell' uccisione di ebrei.
Questo spot si collega in una continuità cronologica e politica con gli
altri, che a nome dell' Autorità Palestinese illustrano concetti non diversi
indicando gli israeliani come assassini e torturatori di vecchi e bambini
palestinesi.
Forse i responsabili della Road Map dovrebbero vedere questi programmi ed
analizzarne, con i contenuti, la cadenza costante e martellante, per
valutare meglio la loro pericolosità.

Sempre a proposito della Road Map, sul versante israeliano una associazione
per i diritti umani, Shurat Hadin, ha denunciato la complicità del nuovo
primo ministro palestinese Abu Mazen con l' attacco terroristico contro la
scquadra israeliana alle Olimpiadi di Monaco del 1972, che sfociò in un
massacro.
Quell' attacco, condotto dal gruppo "Settembre Nero" costituito da Arafat
dopo la strage di palestinesi compiuta dal governo giordano di re Hussein
nel settembre del 1970, fu finanziato direttamente da Abu Mazen; lo sostiene
nella sua autobiografia Mohammed Faoud Oudeh, il cervello dell' operazione;
lo stesso Daoud ha confermato per iscritto questa accusa in una intervista
rilasciata nell' agosto del 2002 al giornalista di Sports Illustrated
Magazine Don Yaeger.