Repubblica censura l'eccellente collaboratore
La scelta dei titoli mette in evidenza le convinzioni antiisraeliane del redattore
Testata: La Repubblica
Data: 29/04/2003
Pagina: 1
Autore: Timothy Garton Ash
Titolo: Solo la pace in Israele curerà le ferite dell'Occidente
Non intediamo recensire e tanto meno criticare l'articolo di Garton Ash,
che è a tutto tondo, denso di analisi intelligenti e tutt'altro che banali,
che le si condivida o meno.
Ci vogliamo e ci dobbiamo invece occupare di chi, al quotidiano Repubblica,
ha avuto la responsabilità di inquadrare l'articolo estrapolandone alcuni
concetti. Si tratta di una persona sicuramente faziosa, ma, questo è forse
ancora peggio, priva di senso critico e di intelligenza politica.
Chi ha letto l'articolo ed esprime queste opinioni non è un "addetto ai
lavori". Ma sa leggere.
L'articolo si occupa di una serie di argomenti attinenti al futuro dell'
Occidente, dei valori e delle tradizioni di cui dovrà garantire la
continuità storica, dei pericoli che gravano sulla sua unità e sui suoi
rapporti con un mondo islamico percorso da molte pulsioni negative. L'
autore scrive dei rapporti dell'Europa con gli Stati Uniti, di quanto
pesino in essi storia ed ideali comuni, delle difficoltà psicologiche dell'
Est europeo ex comunista nell'entrare a far parte integrante di questi
valori. E si occupa (anche, non soprattutto) del conflitto fra Israele e
palestinesi, della necessità di risolverlo nella definizione di un comune
benessere, di una comune sicurezza, di una comune libertà.
Ebbene: il titolo scelto da Repubblica per l' articolo è "Solo la pace in
Israele curerà le ferite dell' Occidente"; i due occhielli che dovrebbero
fornire al lettore una sintesi dei concetti principali contenuti nel testo,
allo scopo di indurlo a leggere l'intero articolo, sono testualmente:
"Molti europei pensano che dare ai palestinesi uno Stato rappresenti un
contributo maggiore alla vittoria nella lotta al terrorismo che non
deporre Saddam", e " "Bollare le critiche europee alle politiche di Sharon
con accuse d'antisemitismo è offensivo: per molti di noi il progetto
incarnato dall'Ue ha a che fare con il "mai più" del post Olocausto".
Due frasi che estrapolate da un contesto ricco di idee, ma anche di
sfumature, tagliano con l'accetta un ragionamento articolato, e ne falsano
addirittura il significato.Un sistema che, una volta di più, mette in
evidenza l'animosità anti-israeliana di alcuni "tecnici" di Repubblica che
non perdono occasione per esprimere con la scelta di titoli, occhielli,
fotografie le loro opinioni, sovrapponendole a chi ne ha la titolarità e la
legittimità, incuranti del danno che recano alla credibilità del giornale.

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