Un nipote dalla memoria labile
Il Re di Giordania dimentica, ma il Corriere non gli fa le domande giuste
Testata:
Data: 25/04/2003
Pagina: 6
Autore: Antonio Ferrari
Titolo: Ora l'America liberi i Palestinesi o gli arabi si sentiranno traditi
Stupisce e delude, l'intervista a re Abdallah di Giordania pubblicata sul Corriere della Sera di oggi, 25 aprile. Delude perché eravamo abituati a sentire, da questo giovane sovrano, analisi lucide e prese di posizione coraggiose. Qui invece non troviamo che discorsi vaghi e fumosi, quando non addirittura ambigui. Ambiguo, per esempio, il continuo porre in dubbio le intenzioni degli americani di cui pure, teoricamente, sarebbe alleato ("Le forze della coalizione hanno detto che vogliono restituire l'Iraq agli iracheni", "Non sappiamo quale sia il loro piano", "Sono preoccupato che la coalizione tenti di dare agli iracheni una costituzione occidentale", "Molti arabi dicono: ok, voi americani dite che siete venuti per liberare gli iracheni da un regime oppressivo e supponiamo d'essere convinti delle vostre buone intenzioni"). E sconcerta il suo tirare in ballo, piuttosto a sproposito, la questione palestinese ("Allora provatelo: liberate anche i palestinesi dall'oppressione"). Che cosa vorrebbe significare: che come hanno bombardato l'Iraq per liberare gli iracheni dal tiranno che li opprimeva, così ora dovrebbero bombardare la Palestina per liberare anche i palestinesi dal tiranno che li opprime? Sicuramente re Abdallah non intende dire questo, ma che cosa allora? E restiamo davvero senza parole quando arriva addirittura a mentire spudoratamente: "L'Iraq oggi è al centro di tutto, ma nella nostra mente il problema principale è quello palestinese". Sappiamo benissimo che non c'è niente di più falso: sappiamo che da oltre mezzo secolo l'intero mondo arabo ha usato e strumentalizzato la "causa" palestinese e la sofferenza dei palestinesi per i propri scopi e i propri interessi, sappiamo che, quando i palestinesi non facevano comodo, non hanno esitato a sterminarli - a iniziare proprio dalla Giordania - a migliaia e a decine di migliaia: e allora che cosa ci sta raccontando? Davvero non riusciamo a capirlo. E' vero che con un bisnonno assassinato e un padre che ha subito almeno una ventina di attentati deve stare ben attento a come si muove nel complesso e delicato scenario mediorientale, e tuttavia non riusciamo a capire quali siano il senso e lo scopo di tutte queste dichiarazioni, rese certo volontariamente, al nostro quotidiano. Se lo scopo dell'intervista era quello di portare un contributo alla comprensione di ciò che sta accadendo in Medio Oriente, non sembra davvero che sia stato coronato da successo.
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