Periscopio 14/03/2023
A cura di Diego Gabutti
Autore: Diego Gabutti
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 14/03/2023, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde : Stevenson, Robert  Louis, Del Buono, Oreste, Del Buono, Oreste: Amazon.it: Libri

«Non troverete il dottor Jekyll: è fuori casa» disse il signor Hyde infilando la chiave nella porta. [Poi] scoppiò in una feroce risata e un attimo dopo era sparito all’interno della casa. R.L. Stevenson, Lo strano caso del Dottor Jekyll e del Signor Hyde.

Il capo della compagnia Wagner Yevgeny Prigozhin ha detto d’essere stato tagliato fuori dalle comunicazioni speciali con le autorità russe – e dallo stesso Putin – a causa delle sue richieste di munizioni. «Per farmi smettere, mi sono stati spenti i telefoni speciali in tutti gli uffici», ha dichiarato, aggiungendo che chiederà le forniture di proiettili attraverso i media. Ansa.

Fin dove vuole arrivare Prigozhin? Se lo chiede il più popolare quotidiano russo, Moskovskij Komsomolets, vicino al Cremlino. Dopo anni nell’ombra, negli ultimi mesi il «cuoco di Putin» [ex galeotto ed ex venditore di hot dog] è uscito allo scoperto. [...] Ha condannato «i fallimenti» dei generali in Ucraina e lanciato un centro «per migliorare la difesa dello Stato», ha chiesto alla procura generale d’indagare sul governatore di San Pietroburgo Aleksandr Beglov e di chiudere YouTube. [Tutte] mosse da campagna elettorale. Rosalba Castelletti, Repubblica.

«Ho deciso di candidarmi alla presidenza dell’Ucraina». Yevgeny Prigozhin ha registrato un videomessaggio [nel quale afferma] che correrà alle elezioni presidenziali dell’anno prossimo in Ucraina. Sullo sfondo si sentono colpi d’arma da fuoco, probabilmente dal fronte di Bakhmut. repubblica.it

Come nella Russia del 1941, quando Stalin si guardò bene (vedi La terra inumana di Józef Czapski) dall’armare in territorio sovietico l’esercito polacco di prigionieri liberati dal Gulag, oggi Putin certo non intende armare l’esercito d’ergastolani liberati del Gruppo Wagner lasciandolo libero di scorazzare, oltre che in Africa e in Donbass, anche per tutte le Russie, come la cavalleria ribelle del cosacco Pugačëv nella Figlia del capitano di Puškin. Anche Ramzan Kadyrov, padrino dell’esercito ceceno, ha ricevuto il suo primo avvertimento: uno zinzino di veleno nel tè. Pierpaolo Albricci, Italia Oggi.

Critiche e attacchi tra vari personaggi dell’élite russa sono sotto gli occhi di tutti. [...] Secondo l’Institute for the Study o f War, Maria Zakharova avrebbe parlato di «lotte intestine nei circoli del Cremlino» e d’«incapacità da parte del vertice di controllare quel che viene detto». Sul suo canale Telegram l’accorta portavoce del ministero degli esteri [smentisce]. Fabrizio Dragosei, Corriere della sera.

Al termine d’una travagliatissima sessione plenaria dell’Assemblea nazionale del popolo, dall’andamento a tratti drammatico, Xi Jinping è stato rieletto presidente della Repubblica popolare cinese. L’ha spuntata per il rotto della cuffia: 2 mila 952 favorevoli, zero contrari, zero astenuti. [...] Con lo stesso punteggio Xi è stato confermato capo delle forze armate. Le varie cariche governative e assembleari sono state rinnovate, ma che curiosa coincidenza, a favore dei più ferventi apostoli di Xi, pure incoronati sul filo di lana: 2 mila 952 favorevoli, zero contrari, nessun astenuto. Tra passi dell’oca e rimbombar di tacchi [è seguita una cordiale e sincera] ovazione per Xi. Mattia Feltri, La Stampa.

A rivelare l’ultima missione «segreta» di Giorgia Meloni è stato Benjamin Netanyahu affrettando i tempi della [visita ufficiale]: «So che la presidente deve prendere un aereo». Dove va con tanta sollecitudine la presidente? Il mistero viene svelato qualche ora dopo, quando compare in una foto con Matteo Salvini e Silvio Berlusconi: la prima ministra ha lasciato di fretta Palazzo Chigi (e il premier israeliano) per andare alla festa di compleanno a sorpresa del leader della Lega, organizzata alla Tenuta dell’Annunziata, hotel con centro benessere e piscina in provincia di Como. Emanuele Lauria, Repubblica.

Chissà come si dice «buon compleanno» in afghano. Ma in swahili, la lingua dei «negher», si dice «heri ya kuzaliwa». Dal web.

È difficile immaginare qualcosa di più «trash» della festona organizzata nel milanese per i 50nni di Salvini proprio all’indomani della discesa a Cutro e quando sarebbe stato logico attendersi qualche momento di sobrietà. […] Ventiquattr’ore dopo [la catastrofe della conferenza stampa] erano tutti lì a festeggiare il capo della Lega con il karaoke e altre amenità, come una scolaresca alla fine dell’anno scolastico. Stefano Folli, HuffPost.

Cantavano Marinella di Fabrizio De André, quanto meno inadatta, trattandosi di un’emigrata calabrese finita prostituta e morta affogata in un fiume del Nord. Francesco Damato, graffidamato.com.

La didascalia sulla pagina Instagram [dell’autore del video] Nicola Porro è di sei secondo lui esaustive parole: «A proposito di crisi di governo». Quindi Porro [...] ritiene che quel video servirà a zittire chi parla di disaccordi politici tra [Meloni e Salvini]. Squarciagolano insieme «e come tutte le più belle cose vivesti solo un giorno come le rose». Chi mai può pensare che il governo non sia saldo? Guia Soncini, Linkiesta.

Grillo verso il processo per favori politici alla Moby [dell’armatore Vincenzo] Onorato in cambio di 240mila euro per il blog. Il comico intercettato: «Se ne occuperà Toninelli». Titolo del Giornale.

La loro unica guerra è quella contro i Pm. [Grandi foto di Renzi e Berlusconi. Dell’inchiesta su Grillo e Onorato dei Pm milanesi si parla poco a p. 14]. Titolo del Fatto quotidiano.

Elly Schlein (se ho raccolto una citazione esatta, quindi accolgo volentieri una smentita) avrebbe dichiarato che «per quanto riguarda la religione, è vero, mio padre è ebreo, ma non è particolarmente credente o praticante, e non lo sono neanche io». [...] Mezzo secolo addietro leggevo su Nueva Siòn: nessuno dice «sono nero, ma non praticante». Emanuele Calò, il Foglio.

L’ipocrisia è la grande risorsa dei peccatori e dei politici. Roberto Gervaso.

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