Stati Uniti-Cina, un confronto globale 08/03/2023
Analisi di Antonio Donno
Autore: Antonio Donno
Stati Uniti-Cina, un confronto globale
Analisi di Antonio Donno

Biden:
Joe Biden

Il nuovo ministro degli Esteri cinese, Qim Gang, ha confermato chiaramente – questione ormai risaputa – che Taiwan fa parte integrante della Repubblica Popolare Cinese, anche se si augura che il ricongiungimento avvenga in modo pacifico. Di recente, Biden ha, a sua volta, ribadito che Taiwan è uno Stato indipendente e che gli Stati Uniti non permetteranno mai che l’isola perda la sua libertà e indipendenza. Così, le due posizioni sono ben definite nella loro contrapposizione. È chiaro che Pechino, nella situazione attuale, non farà passi concreti per l’annessione di Taiwan: l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha provocato una crisi internazionale cui la Cina non intende aggiungere altre questioni che potrebbero aggravare in modo pericoloso il già vacillante equilibrio internazionale. In questo senso, Qim Gang ha chiarito in modo inequivocabile che la Cina non ha fornito armi né alla Russia né all’Ucraina, il che vuol dire che Pechino non intende aprire un fronte di crisi nel Pacifico occidentale a proposito della questione di Taiwan.

     Come è chiaro da tempo, Pechino, tuttavia, è molto attiva nel Pacifico, soprattutto nel Mar Cinese Meridionale, che penetra in un’area strategicamente e economicamente fondamentale che separa gli Stati della Penisola indocinese e le Filippine dalla Malaysia e dall’Indonesia, un passaggio fondamentale verso l’Oceano Indiano. La penetrazione degli interessi cinesi in quest’area preoccupa non poco l’India, nemica storica della Cina sulle questioni himalayane; se si dovessero aggiungere contrasti nell’Oceano Indiano quell’immensa regione ne subirebbe le conseguenze. La Cina si muove cautamente, ponendo gli interessi economici al primo posto rispetto ad altre questioni di carattere politico-strategico.

     La risposta degli Stati Uniti si è concretizzata il 16 settembre 2021 con la creazione dell’Aukus, un partenariato strategico tra Stati Uniti, Australia e Regno Unito nei settori dell’intelligenza artificiale e della cybersicurezza, al fine di contenere l’espansionismo cinese nell’Indo-Pacifico. L’Aukus si aggiunge al Quad (Quadrilateral Security Dialogue), accordo stipulato nel 2007-2008 tra India-Giappone, Australia e Stati Uniti. L’Aukus non sostituisce il Quad, ma lo rafforza, proprio a causa dell’avanzata di Pechino nell’Indo-Pacifico. L’intreccio di Aukus e Quad costituisce una rete di alleanze politiche in funzione anti-cinese. Questi accordi hanno un’importanza fondamentale per mantenere l’equilibrio strategico tra i due oceani, nei quali si confrontano gli interessi economici e politici di Paesi di opposte strutture politiche. Si tratta, tuttavia, di un equilibrio instabile, in ragione del problema taiwanese.

     Gli Stati Uniti di Biden, dunque, hanno costruito nel Pacifico occidentale una rete di alleanze importanti per contenere l’espansionismo cinese, un’operazione di alto profilo strategico che colma l’assenza di Washington nei quattro anni del mandato di Trump e nei precedenti otto anni di Obama.
Questa lunga assenza, che ha compromesso la presenza degli Stati Uniti nel confronto tra le Grandi Potenze, abbisogna di un’attenta revisione in altri scacchieri della politica internazionale, nei quali la Cina ha conquistato posizioni di potere. In particolare, nell’Africa sub-sahariana, dove Pechino ha acquisito grandi aree coltivabili e, soprattutto, ha installato numerose aziende e diffuso a largo raggio la sua tecnologia, rendendo quei Paesi africani quasi del tutto dipendenti dalla Cina.

     Gli interessi economici globali della Cina hanno tenuto quel Paese fuori dal problema ucraino. Xi Jinpeng sa bene che l’avventura di Putin costerà alla Russia un cospicuo ridimensionamento delle ambizioni internazionali di Mosca, la cui economia sta subendo un declino che porterà la Russia ben al di sotto di quella cinese, fornendo a Pechino un lasciapassare per più vaste conquiste politico-economiche internazionali. L’alleanza Mosca-Pechino è solo di facciata. In realtà, il tempo dirà quale delle due Potenze totalitarie avrà la meglio nel panorama globale. Tutto, oggi, sta a dimostrare che la Cina è in evidente vantaggio e lo spreco di energie a tutti i livelli della Russia nella sua avventura in Ucraina non farà altro che accrescere il divario tra i due Paesi.

Immagine correlata
Antonio Donno