Tajani, niente più armi all'Ucraina
Commento di Deborah Fait
A destra: Antonio Tajani
Lo scontro verbale tra Zelensky e Berlusconi ha avuto come risultato la “vendetta” di quest’ultimo. Libero, ma anche altre testate, riportano la notizia che “l’Italia non ha più armi da mandare in Ucraina”. Questa è la dichiarazione del ministro degli esteri italiano, Antonio Tajani. Berlusconi, amico di Putin e strenuo difensore dei crimini russi, è convinto che non si debba superare un certo limite di aiuti militari al paese che si sta difendendo eroicamente. Ma la difesa può esistere solamente se ci sono armi a disposizione, questo è elementare, no?! Tajani rilascia ai media dichiarazioni che sono palesemente “ordini” del capo: niente caccia da combattimento a Zelensky. Un amico mi ha ricordato che la maggioranza degli italiani è d’accordo di abbandonare l’Ucraina a sé stessa lasciando che si arrangi con le armi che ha. Io non mi capacito, non riesco a capire tanta cattiveria, tanta differenza nel giudicare l’aggredito e l’aggressore. Non posso capire e niente può spiegare la richiesta di tanti di sospendere gli aiuti al paese che ha subito una delle aggressioni più bestiali e barbare in Europa dalla seconda guerra mondiale. Non capisco il motivo di tanto cinismo e crudeltà, non si smuovono neppure dinnanzi alle immagini del disastro umano creato dallo zar di Mosca. Da quando è scoppiata la guerra, un anno fa, leggo commenti pieni di odio contro il presidente ucraino, contro gli Usa, ma poche, troppo poche, sono le condanne contro il dittatore assassino. Qui gioca la stessa attitudine che hanno gli europei nel condannare Israele: l’anticapitalismo, l’antiamericanismo e il concetto socialista e terzomondista per cui, parlando di Israele, i palestinesi sono “povera gente” da difendere contro il ricco e potente Israele. Che l’Autorità Palestinese sia letteralmente ricoperta di miliardi non ha importanza, sono “poveri” a prescindere. Lo stesso antiamericanismo si nota nell’opinione pubblica per quanto concerne l’Ucraina che va abbandonata perché troppo vicina all’Europa , alla NATO e agli USA.
Quindi Putin, lo zar, il dittatore, l’assassino, va giustificato e capito perchè comunista e non importa se il comunismo è l’altra faccia del fascismo, non importa se Putin sia a capo di un’autarchia. La risposta, secondo alcuni irrispettosa di Zelensky alle esternazioni ciniche di Berlusconi, ha procurato a quest’ultimo l’amore incondizionato dei maggiori anti ucraini del mondo politico e giornalistico italiano, fino a questo momento anche strenui odiatori del vecchio di Arcore. Vauro, l’ultimo comunista, vorrebbe baciarlo in bocca. Lo ha dichiarato pubblicamente in TV. Il nemico storico di Berlusconi, Marco Travaglio, si è scoperto all’improvviso suo grande ammiratore. I sudditi di Putin, che ha aspramente rimproverato Zelensky per aver offeso l’amico Silvio, si stanno inchinando allo zar e plaudono la decisione di tagliare l’invio di armi. Muoiano pure tutti, deportino migliaia di bambini in Russia per tagliare le loro radici, radano al suolo le città. Tutto ciò non interessa ai putiniani. Mi auguro che abbiano una brutta sorpresa. Il popolo ucraino ha lasciato a bocca aperta tutto il mondo, quello pensante, per il coraggio e l’eroismo. Combatteranno fino all’ultimo uomo, fino all’ultima donna perché l’Ucraina è il loro paese e non ci sono novelli Stalin/Hitler che tengano. L’Ucraina vincerà perché il coraggio vince sempre. Slava Ucraini.