Periscopio 18/02/2023
A cura di Diego Gabutti
Autore: Diego Gabutti
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 18/02/2023, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

Zelensky in video all'apertura del Festival del Cinema di Berlino: «La  Russia rivuole il muro» - Open
Zelensky a Berlino

Berlino è stata a lungo una città divisa da un muro, un muro che divideva civiltà e tirannia, democrazia e totalitarismo. Un muro che divideva le persone ma anche la loro cultura, le loro filosofie. Ora la Russia vuole ricostruire lo stesso muro da noi. Vuole costruire un muro tra noi e l’Europa. Volodomyr Zelensky (messaggio video alla Berlinale, il festival del cinema di Berlino).

La Russia sta concentrando grandi forze ed energie nel tentativo di confondere, agitare, far perdere all’Ucraina e agli alleati occidentali il punto focale. Gli annunci, con tanto d’immagini sfacciate e leak costruiti ad arte, d’una concentrazione di mezzi sul confine tra Ucraina e Bielorussia, i frequenti accenni alla mobilitazione sotterranea di soldati russi da mandare al fronte, i jet rombanti al confine e i palloni lanciati nei cieli dell’Ucraina per confondere gli allarmi antiaerei e portare l’esercito di Kyiv a sprecare munizioni preziose, mettono Mosca su un altro campo di battaglia: quello del caos. Micol Flammini, il Foglio.

Tra la paura generale d’una guerra che il mondo va preparando e la paura particolare di cruente ideologie, è ben vero che viviamo nel terrore. Albert Camus, Il secolo della paura.

Anima nera delle operazioni di mercato, al servizio della guerra che alimenta la morte in Ucraina, egli indossa mille maschere ma vende morte e non lo racconta neanche ai propri figli. Sarà colpito a morte davanti alla famiglia. È il soggetto ideale per la vendetta di Alfredo e di tutti i compagni in carcere. Conosciamo le sue abitudini, gli interessi. Non avrà mai pace, ovunque andrà troverà un compagno anarchico pronto a vendicare il carcere d’Alfredo e degli altri compagni. Un volantino firmato «Fai», Federazione anarchica internazionale.

Il terrorismo del XXI secolo non risponde a un unico dogma: un adolescente squilibrato che massacra i compagni di classe in una cittadina americana di provincia e la barbara esecuzione di giornalisti da parte dei folli militanti dello Stato islamico non hanno fra loro alcun legame ideologico. Ma il terrorismo come mezzo per risolvere problemi personali e globali è un segno dei nostri tempi. Ljudmila Ulickaja (postfazione a Russo no Michail Ševelëv, edizioni e/o).

Goffredo Bettini, l’ultimo ingraiano rimasto, ricorda al suo partito che per riconnettersi con il popolo anche le canzonette possono servire. Antonio Polito, Corriere.

[Al Festival] c’è stato Ultimo, uno di quelli che un tempo avremmo cercato, conosciuto, coinvolto, come avevamo fatto con artisti come Venditti, De Gregori, Barbarossa. Goffredo Bettini 1 (corriere.it).

Fatte (ma direi piuttosto strafatte) le debite proporzioni. Pierpaolo Albricci, Italia Oggi.

Bettini è uno dei pochi che ancora si lascia martellare da passioni politiche primordiali. Sanguina a tempo pieno. È il suo genio. Il suo carisma. La gente di sinistra, che ha voglia di sinistra, va quindi alle presentazioni del suo libro, A sinistra da capo. Fabrizio Roncone, Corriere.

Pur proclamando un mondo totalmente nuovo, egualitario e libero, integralmente umano, la rivoluzione dei soviet rotolò [rotolò?] verso la rigidità del potere. Goffredo Bettini 2, A sinistra da capo.

«Qualcuno era comunista» è la più bella descrizione poetica dell’anomalia rappresentata da un partito comunista occidentale che era riuscito a raggiungere il 34% dei voti. Le odierne tristi banalizzazioni neo-ideologiche [tristi? neo-ideologiche?] cancellano l’incredibile quantità di ragioni che spinsero milioni di persone, anche non comuniste, a sostenere il Pci. Walter Veltroni a sproposito di Giorgio Gaber e del comunismo.

Sarebbe da studiare come sia diventato oggetto culturale preferito degl’impresentabili, povero Gaber. Guia Soncini, Linkiesta.

Che cos’è il comunismo? È l’antisemitismo del Processo di Praga. È l’aspirazione di pace di chi firmò l’Appello di Stoccolma, e l’odioso bellicismo dei banditi di Malacca. È l’inflessibile ateismo che incendia chiese e tortura ecclesiastici, e la fede ostinata di un Decano della Chiesa d’Inghilterra o d’un pastore di Brooklyn. È il rigido internazionalismo d’un giurista francese o d’uno sradicato scienziato nucleare, e lo sciovinismo d’un russo appassionato o d’un fanatico arabo. Maturando, il comunismo diventa fluido come l’aria o il mare. Sembra che perda ogni definizione, e sia insieme tutto e nulla. Di conseguenza, messi davanti a questo paradosso, gli anticomunisti inquieti vedono il comunismo dappertutto, mentre gli anti-anticomunisti, che denunciano la «caccia alle streghe», non riescono a trovarlo da nessuna parte. James Burnham, La diffusione delle ideologie.

Berlusconi assolto «perché il fatto non sussiste» dal Tribunale di Milano. Titolo del Corriere.

La festosa voluttà con cui nove decimi della stampa celebrano l’assoluzione di Berlusconi e dei suoi 28 falsi testimoni prezzolati è l’ennesimo tradimento di una professione molto più sputtanata della prostituzione. Per 40 anni il delinquente incallito e impunito non soltanto ha violato buona parte del Codice penale, ma ha pure comprato mezza Italia per nascondere i suoi delitti: giudici, finanzieri, complici, testimoni, politici, dirigenti tv, giornalisti, intellettuali. Marco Travaglio, il Fatto.

Ogni lingua, se può muoversi liberamente, si presta a tutte le esigenze umane, alla ragione come al sentimento, è comunicazione e dialogo, comando ed esecrazione. La LTI si presta solo a quest’ultima. Victor Klemperer, LTI. La lingua del Terzo Reich.

Giustizia è fatta. Gianfranco Miccichè (palermotoday.it).

Si fa presto a dire giustizia è fatta. Intanto quel pover’uomo di Mubarak è morto convinto che sua nipote fosse una troia. Un tweet.

Se diventassi virtuoso, mettetemi la camicia di forza. Roberto Gervaso.

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