Antonio Tajani in Israele. Speriamo serva ad aprirgli gli occhi
Commento di Deborah Fait
A destra: Antonio Tajani
È di oggi la notizia che Antonio Tajani andrà in visita ufficiale in Israele e negli Emirati Arabi Uniti. Proprio ieri avevo scritto al ministro una lettera aperta in cui lo invitavo a porre finalmente fine al carattere fortemente ostile a Israele della Farnesina, ostilità che continua come negli anni passati, nonostante il cambio di governo. Per anni abbiamo masticato amaro, dai tempi di Antonio Martino, grande amico di Israele, il quale, stringendomi la mano durante una mia visita alla Farnesina disse “Sempre con Israele”. Ricordo che me ne andai dal suo ufficio con il cuore gonfio di speranza. Purtroppo il suo incarico al ministero durò solo un anno. Dopo abbiamo avuto Emma Bonino molto vicina all’Iran quindi lontana, lontanissima da Israele e, negli ultimi anni, i peggiori di tutti, Federica Mogherini, grande fan di Arafat e Luigi Di Maio sul quale è meglio che non mi esprima. Quando è stato eletto il governo di Giorgia Meloni ho avuto un sospiro di sollievo. -Adesso cambieranno le cose - avevo pensato - adesso finalmente Israele, in Europa, avrà almeno una nazione amica-.
Al momento purtroppo niente mi fa pensare che le cose stiano cambiando. Alla Farnesina esistono ancora uffici che chiamano Palestina lo stato di Israele, che non riconoscono Gerusalemme sua capitale, che fanno politica e propaganda in favore degli assassini palestinesi. Inaccettabile, vergognoso che una nazione che si dichiara -amica di Israele- accetti all’interno di un suo ministero organizzazioni che inventano uno stato inesistente e difendono, in modo anche ridicolo oltre che goffo e ignorante, -l’archeologia palestinese- che si sa sia inesistente. L’Unica archeologia in Israele e nei territori che l’AP occupa, è ebraica e dell’antica Roma, oltre ad antichi reperti cristiani. Purtroppo Antonio Tajani, in cui speravo, si è rivelato una grande delusione. Finora non ha fatto niente per ripulire la Farnesina, non solo, un paio di giorni fa, a Berlino, insieme ai suoi colleghi di USA, Germania, Francia, Inghilterra, ha firmato un documento contro Benjamin Netanyahu che vuole costruire 10.000 abitazionI in Giudea e Samaria. E quale è il motivo? Favorire la fondazione di uno stato “palestinese” indipendente e autonomo accanto a Israele. Ma quale stato palestinese vuole il ministro Tajani? Gli arabi dell’AP hanno detto, hanno persino scritto nel loro statuto, che vogliono un unico stato, arabo, con pochi ebrei ridotti a dhimmi e gli altri rimandarli in Polonia. Questo è ciò che la politica nazi-palestinese vuole. Sarebbe anche interessante sapere quale stato vorrebbero creare con una popolazione che manda bambini di 10 anni a ammazzare gli ebrei. All’Europa sembra normale tutto ciò? E poi, indipendente e autonomo? Con che soldi? I cittadini europei sono tenuti a mantenere chi non ha un’economia, chi non si è mai preoccupato di crearne una, chi spende tutte le stramaledette donazioni europee in armi e terrorismo? Questo è lo stato che vogliono? E poi la gatta da pelare la caricano sulle loro spalle? NO, se la dovrebbe vedere Israele con le armi in pugno per difendersi ma noi siamo stufi di veder morire i nostri figli per i -capricci- filopalestinesi dell’occidente burattino degli arabi. Ricordatevi, voi ministri europei, che i disgraziatissimi accordi di Oslo hanno diviso Giudea e Samaria in tre aree, la A ad amministrazione araba, la B sotto il controllo di entrambi, arabi e israeliani e la C completamente israeliana. È nell’area C che Israele costruisce case. Con che diritto vi opponete? E con quale diritto la EU costruisce case per gli arabi nell’area B e persino nell’area C e quando Israele le demolisce urlate al crimine contro l’umanità? Che delusione, il ministro Tajani. Mi auguro che questo suo prossimo viaggio in Israele serva ad aprirgli gli occhi e che Giorgia Meloni, che stimo, capisca che deve sganciarsi dalla politica estera antisemita dei precedenti governi e dall’atteggiamento ostile e filopalestinese di tutta l’Europa. È questo che gli amici di Israele speravano, ma finora nulla è cambiato, purtroppo.