L'amministrazione democratica nasconde la dimensione religiosa del conflitto 17/02/2023
Analisi di Michelle Mazel
Autore: Zvi Mazel/Michelle Mazel
L'amministrazione democratica nasconde la dimensione religiosa del conflitto
Analisi di Michelle Mazel

(traduzione di Yehudit Weisz)

https://israel247.org/2023/02/ladministration-democrate-occulte-la-dimension-religieuse-du-conflit/

Inexcusable Palestinian Terror | Uri Pilichowski | The Blogs

Attentati e tentativi di attacchi terroristici sono all'ordine del giorno in Israele. Nessun bersaglio è sacro, né i fedeli che escono dalla sinagoga dopo il servizio di Shabbat, né i ragazzini non ancora usciti dal mondo della (loro) infanzia. L’essenziale è uccidere degli ebrei.  Questo è il risultato della spaventosa impresa di lavaggio del cervello che sono diventati i social media,  abbinata ai sermoni del venerdì nelle moschee. A ciò si deve aggiungere l'incoraggiamento delle autorità di Ramallah – che ricompensano generosamente i terroristi in carcere e che si prendono cura delle famiglie dei “martiri”. Ciascuno di questi attentati viene accolto con un'esplosione di gioia a Gaza, ma anche nella parte orientale di Gerusalemme, dove di recente le donne sono scese in piazza per distribuire dei dolciumi.  Così si è potuto vedere non solo uno, ma due “giovani” di tredici anni cercare la gloria e il martirio colpendo degli israeliani. Ci si attende invano una reazione favorevole dall'Occidente per fustigare questo indottrinamento all'odio fin dalla più tenera età; tutt'al più l'Onu, le Nazioni Unite e l'Unione Europea “condannano fermamente” questo o quell'attentato prima di invitare devotamente “entrambe le parti” alla moderazione. Tanto che è difficile capire l'ultima presa di posizione del Dipartimento di Stato americano, che ha appena espresso la sua “delusione” e la sua “disapprovazione” per la decisione del governo israeliano di legalizzare gli avamposti in Giudea e Samaria.  Fornisce un certo numero di argomentazioni che non mancano di sorprendere. Quel provvedimento, ha detto, aggraverebbe le tensioni. Come se esso fosse intervenuto nel vuoto, come se gli arabi della regione non avessero nulla a che fare con questa situazione esplosiva. Il secondo argomento è ancora più vano. Il provvedimento comprometterebbe la Soluzione dei due Stati che il mondo intero afferma di invocare, con l’eccezione dei principali interessati. 

Hamas, che ha preso il potere a Gaza cacciando i rappresentanti dell'Autorità palestinese, che è l'unico rappresentante legittimo sul terreno, non fa mistero di voler distruggere l'”entità sionista” e di fondare sulle sue macerie un califfato islamico fondato su la Sharia. I leader di Ramallah hanno costantemente respinto tutti i piani di pace proposti da Israele – in particolare da Ehud Barak, Ehud Olmert e Tzipi Livni – senza mai presentare una controproposta. I libri di testo scolastici instillano odio per l'ebreo e negano ogni legittimità allo Stato ebraico, che non compare sulle loro cartine geografiche.  Il presidente Mahmoud Abbas - il cui mandato è scaduto da tempo - e la sua squadra non rappresentano più granché, e la loro autorità è compromessa ovunque da militanti che affermano di appartenere a fazioni che competono per estremismo. Per loro la Soluzione dei due Stati non esiste: vogliono la totale eliminazione dei "sionisti" o degli "ebrei". Ed è gridando "Allah Akhbar" che attaccano.  L'Amministrazione Democratica, come l'Unione Europea, nasconde consapevolmente questi fatti e la dimensione religiosa del conflitto.

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