Unicef e Unrwa coinvolti nel terrorismo palestinese?
La Pyalara, associazione non governativa fondata da studenti palestinesi, non rinuncia a esaltare il terrorismo
Testata:
Data: 11/04/2003
Pagina: 1
Autore: Federico Steinhaus
Titolo: Unicef e Unrwa coinvolti nel terrorismo palestinese?
L'UNICEF e l'UNRWA (l' agenzia dell' ONU che fornisce aiuti umanitari e
culturali ai profughi palestinesi) finanziano ed aiutano di fatto una
associazione vicina al terrorismo palestinese?
La domanda è legittima, e sarà evidente dopo aver letto una sintesi delle
circostanze che giustificano questo dubbio.
PYALARA sta per "Associazione giovanile palestinese per la Leadership e l'
attivazione dei diritti", una Organizzazione Non Governativa fondata da
studenti palestinesi nell'anno 2000 (sito: www.pyalara.org/).
Essa descrive le proprie finalità come segue: "Diffondere la consapevolezza
delle proprie radici e della propria identià, dell' ambiente e della
cultura, anche in relazione ad altre nazioni ed al mondo intero. Creare una
cultura giovanile vitale in Palestina...grazie alla quale vengano fatte cose
mai fatte prima, si esplora la vita, si valicano frontiere sociali, ed in
cui non siano vietati gioia e piacere. Un impegno a sviluppare la comunità,
il popolo e la nazione".
Nessuno potrebbe ragionevolmente opporre argomenti a queste nobili finalità.
Difatti, il bilancio annuo di circa 144.000 dollari di PYALARA è finanziato
dall'UNICEF, che considera questa associazione "un importante partner
strategico in Palestina", dalla Croce Rossa Internazionale, dalla Fondazione
(a sua volta finanziata dal governo tedesco) Friedrich Naumann, e da altri
enti pubblici e privati europei. PYALARA pubblica in inglese ed arabo un
mensile di 16 pagine (The Youth Times) che tramite l'UNRWA viene
distribuito in 2.000 copie nelle scuole, nelle università, nei centri di
interesse sociale. Ovviamente, PYALARA ha ottime relazioni con tutti i
ministeri dell' Autorità Palestinese.
Bene, anzi benissimo: e allora?
Nel sito dell'associazione si può leggere un articolo che esalta Abu Ali
Mustafa, uno dei capi storici del Fronte Popolare per la Liberazione della
Palestina, marxista-leninista, che dal 1972 ha organizzato gravissimi
attentati anti-israeliani, dalle autobombe fatte esplodere a Gerusalemme
all'uccisione di un ministro israeliano, dal massacro di 24 viaggiatori
all'aeroporto di Tel Aviv (eseguito in collaborazione con terroristi della
Rote Armee Fraktion tedesca e giapponese) al sequestro di un aereo francese
durante il quale i passeggeri Ebrei furono separati dagli altri (e che si
concluse con il raid di Entebbe).
In questo articolo Mustafa viene descritto come "un leader politico...la cui
storia rende onore al suo attivismo nazionalista"."Noi crediamo che il
conflitto e la lotta contro Israele siano un principio strategico che non
può essere subordinato a nessun' altra considerazione" disse in una
intervista ad Al Jazeera, continuando: "Noi crediamo che il popolo
palestinese...ha il diritto di usare tutti i mezzi, inclusa la lotta
armata".
Non è tutto. In una lettera indirizzata al "caro mondo", pubblicata nel sito
in www.pyalara.org/youthtimes/ac_4.html .,possiamo leggere quanto segue:
"Il mondo parla molto a proposito dei giovani palestinesi che sacrificano
volontariamente le loro vite in nome della loro patria e condanna quanto
fanno, ma si deve ricordare che stiamo parlando di una nuova generazione la
cui innocenza è stata portata loro via nel minuto stesso in cui sono nati. I
giovani in questione sono cresciuti fra orrendi crimini di guerra ed esposti
ai più terribili atti di violenza...Ditemi, in tutta onestà, chi è da
biasimare per quanto fanno?".
Da queste due citazioni risulta evidente: 1) che questa associazione
giovanile non è apolitica, come invece proclama di essere al fine di
ottenere le ricche sponsorizzazioni internazionali ed il credito morale di
cui ama circondarsi, e 2) che questa associazione giovanile, sia pure
indirettamente ma non per questo meno evidentemente, appoggia e giustifica
il terrorismo, incluso quello suicida.
Le nobili finalità descritte quale missione culturale in un contesto di
universalità sono pertanto un inganno ordito a danno dei finanziatori (ONU,
stati europei, fondazioni) oppure - e preferiremmo che questa seconda
ipotesi fosse quella vera - alcune macroscopiche disattenzioni hanno
originato questi infelici proclami a favore del terrorismo.
Sia come sia, gli sponsors occidentali ed internazionali dovranno chiedere
conto a PYALARA di quanto sopra, e vigilare sulla reale apoliticità delle
sua attività sociali e culturali.
Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com ad andare a visitare il sito www.pyalara.org e scrivere le proprie critiche