Tre errori di Zelensky? Neanche per sogno! 10/02/2023
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Volodymyr Zelensky

Gentile Signora Deborah Fait!
sono un lettore abituale di "Informazione corretta" e Suo estimatore, anche se talvolta non perfettamente in sintonia con certe Sue tesi. Sono del pari un estimatore di Israele e del Popolo ebraico, anche perché il nonno di mia moglie (Oscar Neulander) era ebreo e la sua famiglia fu in buona parte uccisa nella ex Jugoslavia dagli ustascia e dai nazisti, allora occupanti. Con riferimento alla risposta da Lei data al lettore Mario Rossini, nella quale ha scritto: "L’ho già scritto ma lo riscrivo perchè forse non è chiaro: Zelensky, non abituato a politica e guerre, poteva facilmente scappare, non sarebbe stato il primo capo di stato a farlo (noi italiani ne sappiamo qualcosa con il nostro ex re, vero?), poteva rifugiarsi nella sua villa in Italia e godersi i suoi soldi.", mi permetto di farLe sommessamente presente che S.M. il Re Vittorio Emanuele III, al contrario di quanto da Lei frettolosamente riportato, non fuggì "per godersi i suoi soldi", ma ritenne di spostare il Governo italiano da Roma -allora occupata dai nazisti- in altra parte del territorio italiano, libera dall' ingombrante presenza dei nazi-fascisti. Riguardo a tale "fuga", l' ex presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi disse -proprio durante il suo settennato- "Il Re ha salvato la continuità dello stato (il governo italiano colmò l'incombente vuoto istituzionale, imponendosi agli alleati quale unico interlocutore legittimo)." così lo storico marxista Lucio Villari ha scritto: "Sono, in proposito, assolutamente convinto che fu la salvezza dell'Italia che il Re, il governo e parte dello stato maggiore abbiano evitato di essere afferrati dalla gendarmeria tedesca e che il trasferimento (il termine "fuga" è, com'è noto, di matrice fascista e riscosse e riscuote però grande successo a sinistra) a Brindisi gettò, con il Regno del Sud, il primo seme dello stato democratico e antifascista ed evitò la terra bruciata prevista, come avverrà in Germania, dagli alleati." e addirittura Dolmann nelle sue Memorie riferisce che Kesselring giustificava la condotta del Re in forza della "ragion di Stato" e che a torto od a ragione Vittorio Emauuele si era comportato da Sovrano, confortando questa tesi con quanto ebbe a riferirgli lo stesso Hitler: "Nessuna delle conseguenze dell'armistizio sarebbero state tanto fatali se io fossi riuscito ad impadronirmi del Re e del Principe. Chi poteva dichiararmi la guerra e chi avrebbe diviso così fortemente l'Italia dando in tal modo un forte appoggio agli Alleati... Tutto si sarebbe potuto rimediare se i reali fossero rimasti a Roma.". E' pur vero che, come ha detto Albert Einstein "E' più facile spezzare un atomo che un pregiudizio" e pregiudizi nei confronti dei Savoia ce ne sono sempre stati da che è stata imposta, con un referendum piuttosto "discutibile", questa repubblica agli italiani, grazie anche al voto dei repubblichini fascisti che in massa votarono per la repubblica.Mi permetto infine di inviarLe copia della lettera che il Rabbino Elio Toaff ebbe a scrivere il 16 Dicembre 1958 a S.M. il Re Umberto II per ringraziarlo di "una generosa offerta" di denaro. Nel rinnovarLe la più assoluta stima, La saluto cordialmente. Shalom

 Alberto Scardino

 Gentile Alberto,
La ringrazio per la sua interessante lettera che però, per un senso di correttezza, devo contestare. Io non ho scritto “frettolosamente” che re Vittorio Emanuele III fuggì “per godersi i suoi soldi”. Mi riferivo al presidente Zelensky ribadendo che non è fuggito nella sua villa in Italia per godersi i suoi soldi in santa pace ma è rimasto là, nel suo paese, sotto le bombe. Ma veniamo al Re. Non voglio confutare la sua visione della storia ma io ho sempre letto e studiato (non su siti o testi fascisti che mi pregio di non frequentare) che Vittorio Emanuele III, nella notte tra l’8 e il 9 settembre 1943, dopo una iniziale esitazione, convinto da Badoglio del pericolo di cadere in mani tedesche, fuggì da Roma alla volta di Brindisi “lasciando esercito e civili a loro stessi”. Roma fu dichiarata “città aperta”, seguirono le rappresaglie tedesche contro l’esercito italiano allo sbando, senza più ordini perchè Badoglio si “dimenticò” di applicare il piano militare stabilito. Non è stata una fuga quella del Re? Opinioni, per me si perché credo ancora nell’antico valore che il capitano non deve mai abbandonare la nave. È esattamente quello che sta facendo Zelensky. È vero che i Savoia non godono di troppe simpatie e non entro nel merito se sia giusto o meno, se la colpa sia loro o dei comunisti o di chiunque altro. La storia è complicata, la sua interpretazione ancor di più, soprattutto per quanto riguarda i mostruosi accadimenti della Seconda Guerra Mondiale. Quanto alla lettera di Rav Toaff è una missiva diplomatica e giustamente rispettosa verso un ex Re. La ringrazio per la stima che contraccambio.
Un cordiale shalom