Guido Olimpio e il gioco della generalizzazione
Il giornalista non trascura una vena di compiacimento verso le azioni terroristiche dei terroristi-suicidi.
Testata: Corriere della Sera
Data: 05/04/2003
Pagina: 6
Autore: Guido Olimpio
Titolo: L’avvertimento palestinese: questa azione è una svolta, può infiammare altri Paesi
A che gioco sta giocando Guido Olimpio, nello spacciare singoli episodi per fenomeni diffusi e generalizzati?
GERUSALEMME - Non è una coincidenza. L’attacco di due donne kamikaze alla postazione americana cade nel giorno della riscossa propagandistica di Saddam, accompagna la retorica della Jihad, conferma il ricorso a metodi di lotta non convenzionali dal grande effetto emotivo, dimostra che tutti gli iracheni, comprese le madri, sono disposte a morire.
Tutti gli iracheni? Comprese le madri? E questo sarebbe dimostrato dall'attacco di due donne?
«E’ una svolta dalle conseguenze imprevedibili nell’intera regione» ha avvertito una fonte della sicurezza palestinese paventando l’emulazione in altri Paesi.
I palestinesi "paventano"? Il signor Olimpio conosce il significato di questa parola?
Dopo la prima azione suicida, il regime aveva parlato di quattromila persone pronte al martirio e da tutto il Medio Oriente si erano mossi volontari, pronti a immolarsi per la causa dei fratelli iracheni.
Da tutto il Medio Oriente?
Un proclama che ha avuto una grande eco sulla stampa internazionale e ha spinto il comando americano a rivedere le proprie regole di ingaggio. A Bagdad hanno capito di aver fatto centro, di aver individuato uno strumento rudimentale ma letale. Un processo già visto nei territori palestinesi, dove la logica del martirio attraversa l’intera società. Cattura membri di ispirazione marxista come il Fatah e seguaci dell’Islam radicale, diventa un elemento costante di discussione. Non tutti sono pronti a indossare la cintura, però condividono il gesto di chi ha il coraggio di farlo.
Tutti? Proprio tutti? Non sarà che Olimpio proietta sui palestinesi i propri desideri personali? E, a parte questo, non è un atteggiamento un po' razzista quello di ritenere tutti i palestinesi terroristi o sostenitori dei terroristi?
Il passo successivo è stato quello di coinvolgere le donne. Un altro parallelo significativo con quanto avvenuto in Palestina. La prima kamikaze palestinese dell’intifada si chiamava Wafa Idriss, faceva l’infermiera. Non si è mai avuto la prova certa che avesse fatto esplodere intenzionalmente la bomba che nascondeva in un borsone. Qualcuno aveva ipotizzato l’incidente di percorso. E all’inizio nessuno aveva rivendicato l’attentato nel centro di Gerusalemme. Poi vista la reazione - tanto israeliana che internazionale - il Fatah si è assunto la responsabilità. Da quel momemto Wafa è divenuta un modello, molte altre ragazze hanno scelto la via senza ritorno.
Molte? Diverse sì, lo sappiamo. Anzi, più di quelle che conoscono i lettori del Corriere, dato che Olimpio non informa mai sui numerosi attentati sventati in tempo dalle forze di sicurezza israeliane. Ma che siano davvero molte?
Gli iracheni ne hanno copiato il tragico rituale. La bandiera sullo sfondo, la donna che pronuncia il testamento spirituale con una mano poggiata sul Corano e l’altra che impugna un fucile. Sul capo una keffiah. Immagine forte dove la determinazione si mescola al fanatismo. Immagine inconsueta per l’Iraq, Paese dalle radici laiche.
Davvero inconsueta ed estranea ad un Paese che da oltre due anni finanzia lautamente il terrorismo suicida palestinese (invece che sfamare il proprio popolo)?
Evidentemente la necessità di combattere gli americani ha permesso di superare i divieti religiosi che proibiscono l’impiego delle donne e le convinzioni secolari. Gli iracheni, consapevoli della forza avversaria, hanno incoraggiato la scelta dei kamikaze. Sfruttando il fervore nazionalista, cavalcando i sentimenti di ribellione e usando il sangue innocente sparso dagli alleati.
Perché si sottolinea che il sangue sparso dagli alleati è innocente? Il signor Olimpio non ha visto il sangue innocente sparso dai soldati iracheni che sparano cui connazionali che tentano di fuggire? Come mai nessun accenno a quello?
Il primo episodio è parso un gesto spontaneo, ma quello di ieri ha avuto una preparazione, con una regia propagandistica.
Fonti dell’intelligence statunitense hanno raccolto informazioni su atti su larga scala ideati da unità agli ordini di Qusay e Uday Hussein, i due figli del presidente. I Feddayn-Saddam, la milizia composta da fedelissimi del regime, hanno creato team suicidi. Sono formati da 3-5 persone - uomini e donne -, si sono nascosti nei principali centri abitati e hanno libertà d’azione. Possono usare le cinture esplosive, zaini pieni di tritolo o una semplice granata. Altri impiegano automobili. I marines hanno invece neutralizzato un paio di bus trasformati in arieti esplosivi.
Nel Sud, vicino ai campi americani, sono stati segnalati dei piccoli alianti a motore. Poco rumorosi, sfuggono ai radar, sono stati acquistati in gran numero dal regime. Originariamente erano stati affidati alla fazione palestinese di Abu Abbas, il dirottatore della «Achille Lauro»,
Più che di una "fazione", per la verità, si tratta di un'organizzazione terroristica
poi sono stati passati ai miliziani. Il Pentagono teme che un kamikaze possa scendere nel mezzo di una base armato di mitra per una «operazione sacrificale». L’incursore sicuramente verrà ucciso, ma si porterà molti soldati in Paradiso.
Lungi da noi l'idea di voler fare il processo alle intenzioni, ma non riusciamo proprio a scacciare l'impressione che dalle parole di Olimpio traspaia un certo compiacimento.
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