Falso il ritratto di Rachel Corrie...
...la sedicente pacifista era animata dall'odio per Israele e l'America
Testata:
Data: 05/04/2003
Pagina: 87
Autore: un giornalista
Titolo: Rachel, scudo umano
Falso, spudoratamente falso, scandalosamente falso questo ritratto di Rachel Corrie, e falsa anche l'immagine di Israele che ne risulta. "Amava la pace" dice la breve presentazione "e l'ha cercata dove non c'è". Falso: Rachel odiava Israele. E odiava l'America. Questo odio era la molla che determinava le sue azioni, non l'amore per la pace. "Una persona meravigliosa" dice la madre: e quale madre non definirebbe così la propria figlia, soprattutto se morta giovane? Noi però l'abbiamo vista in una foto con la faccia deformata e stravolta dall'odio mentre insegna ai bambini palestinesi come si brucia una bandiera americana. "E' stata uccisa il 16 marzo" dice la didascalia che accompagna le foto, e anche questo è falso: Rachel è morta in un incidente da lei stessa provocato. E non siamo noi a dirlo, bensì il ragazzo che era con lei, pacifista - o sedicente tale - come lei, amico di lei, e come lei antiisraeliano. E tuttavia non parla neanche per un istante di uccisione, bensì di incidente: quando il bulldozer si è avvicinato, Rachel ha tentato di arrampicarsi sulla pala, ed è scomparsa dalla visuale dell'uomo che lo manovrava. La famosa foto in cui brandisce il megafono era di qualche ora prima. Insomma, ancora una volta è stato fabbricato un "caso" inesistente, per demonizzare ancora un po' di più Israele, e a questo ennesimo falso Io donna dedica ben tre pagine.
Il servizio consiste nella riproduzione di un messaggio email alla madre: messaggio allucinante nella sua falsificazione dei fatti, nella rappresentazione di ogni azione israeliana come violenza premeditata e gratuita, dettata da pura e semplice malvagità. Ma tutto questo alla redazione di Io donna ancora non basta. Per non correre il rischio che al lettore possa sfuggire la reale misura della perfidia israeliana, vengono messi in grassetto i passaggi più salienti. Frasi come queste:

Dall'inizio di questa Intifada le case distrutte a Rafah sono circa 600.
Cosa resta a questa gente? Dimmi se riesci a pensare a una cosa qualsiasi. Io non ci riesco.
I frutteti, le serre e gli alberi distrutti: anni di cure e di lavoro perduti.
Non posso credere che succedano cose del genere nel mondo e che queste cose non suscitino un clamore maggiore.
Il terrorismo? Non esiste, non viene mai nominato, neanche con eufemismi. Responsabilità palestinesi, errori, scelte criticabili? Zero. I palestinesi sono semplicemente delle creature innocenti sulle quali si è abbattuto, senza una sola ragione al mondo, l'uragano della violenza israeliana, per la quale "penso che si possa parlare di genocidio".
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