Lale Gül, scrittrice di origine turca, ha deciso di vivere liberamente in Olanda e racconta in questo suo libro autobiografico diventato bestseller la lotta piena di coraggio e determinazione di Büsra per affermare la sua individualità, in un mondo tradizionalista e retrogrado. Büsra ha quasi venti anni, è una ragazza musulmana e vive nel problematico quartiere di Kolenkit a ovest di Amsterdam. Qui regnano disoccupazione, criminalità, povertà, ignoranza. I suoi genitori sono immigrati turchi semianalfabeti, ultrareligiosi e nazionalisti. Da bambina Büsra frequenta la scuola coranica nel fine settimana, ma quella cultura sente che non le appartiene, le sta subito stretta. Vuole vedere oltre, contagiarsi con il modo di vivere europeo. E’ fidanzata con Freek, un giovane non musulmano, è costretta a vederlo di nascosto perché i suoi genitori non approverebbero mai questa unione. Büsra non può ascoltare musica né festeggiare il compleanno, perché sono pratiche da miscredente. Deve sempre indossare il velo, non può truccarsi e non può indossare abiti aderenti e sexy. Non può andare in vacanza da sola, uscire la sera e avere amici maschi. Ma Büsra a tutto questo si ribellerà. Inizierà a lavorare in un ristorante come cameriera e rifiuterà i matrimoni combinati. Prenderà la pillola del giorno dopo e non accetterà di indossare il velo. La sua è una ricerca della felicità segnata da una perenne disobbedienza al patriarcato, alla sua famiglia retriva, al padre e alla madre che lei chiama ironicamente “i procreatori”. Büsra non vuole essere soltanto una gallina da cova, sottomessa alla volontà prima della famiglia, e poi del marito, dedita a dio, patria e famiglia. Attenta all’onore, alla reputazione, alla virtù, che evita i “peccati imperdonabili”, la vergogna. Che ama i pettegolezzi con le zie e i parenti e si conforma alla tradizione con ipocrisia. Ma il suo percorso è doloroso e difficile. Si chiederà nel mezzo del suo cammino: “Perché continuo a cedere? Perché non so essere furiosa, insolente, spudorata pericolosa e cattiva? (…) Perché non oso essere me stessa fino in fondo?”. Ma la sua liberazione sarà totale e alla fine, indipendente, autonoma e non sottomessa dirà: “Bisogna rimanere fedeli alla capacità di tradire senza pietà tutto ciò che è falso”. Io vivrò è il libro di esordio di Lale Gül, giovanissima scrittrice nata nel 1997. Dopo l’uscita del romanzo l’autrice vive di nascosto perché ha ricevuto numerose minacce di morte dalla comunità musulmana e ha interrotto i rapporti con la sua famiglia. Io vivrò è diventato un caso letterario e ha acceso un intenso dibattito su cosa sia l’integrazione in realtà. E’ un j’accuse duro ma sincero di Lale verso la sua cultura e l’ipocrisia della società multietnica. Il New York Times lo ha definito “un manifesto in nome della libertà individuale”. Una storia inesorabile e autentica. Questa la sua forza.