Francesca Albanese, Amnesty International: l'odio sconfinato per Israele 17/01/2023
Commento di Deborah Fait
Autore: Deborah Fait
Francesca Albanese, Amnesty International: l'odio sconfinato per Israele
Commento di Deborah Fait

A destra: Francesca Albanese

Giorni fa, durante un incontro Zoom organizzato dall’ Associazione Italia-Israele di Torino, con Marco Paganoni (Israele.net), che ha parlato sul nuovo governo eletto in Israele, mi ha colpito una sua frase, cito a memoria: “Se i paesi occidentali avessero dimostrato più solidarietà verso Israele, invece di remare sempre contro. Se l’ONU avesse votato una sola volta in favore di Israele contro i paesi arabi, oggi forse non ci troveremmo in questa situazione.”

Queste parole mi hanno colpita perché mi capita di scriverle spesso nei miei articoli e credo rispecchino il pensiero di molte persone che provano simpatia e amore per Israele. In questi primi giorni del nuovo governo, le varie ONG pacifiste ( quando scrivo pacifiste intendo organizzazioni antisemite che vorrebbero solo vedere la capitolazione di Israele) si sono dedicate alle critiche più velenose. Al di sopra di tutte è doveroso mettere Amnesty International, la più antica e la più importante delle organizzazioni di sinistra estrema contro Israele. Non ha bisogno di scuse per colpire Israele, lo fa in modo naturale e spontaneo alla minima occasione. Questa volta però ne ha avuta una grossa quasi servita su un piatto d’argento: la visita di Itamar Ben Gvir, ministro della Sicurezzza nazionale, sul Monte del Tempio che è situato nel cuore di Gerusalemme, la capitale. La sua visita è durata 13 minuti, senza nessun incidente, ma sono bastati per provocare l’isteria della suddetta Ong e di quelle che si spacciano da difensori dei “diritti dell’uomo” . Da ricordare una delle tante sue perle contro Israele: “ I governi che si sono succeduti in Israele hanno creato e mantenuto un sistema di leggi ,politiche e pratiche, progettate per opprimere e dominare i palestinesi”. Questa frase è stata ripetuta all’ONU da Francesca Albanese, rappresentante dei “diritti umani”, la quale, oltre a usare il termine “lobby ebraiche”, ha aggiunto che Israele deve essere condannata per crimini contro l’umanità. Una persona normale, quando pensa a crimini contro l’umanità, in genere si riferisce all’Iran, alla Cina, alla Russia, alla Turchia, ai vari paesi islamici, alla persecuzione e assassinio, per citarne alcuni, curdi, tibetani, uiguri, ucraini. Ma no, questa gente pensa a una sola nazione, unica al mondo per crudeltà, secondo loro: Israele! Naturalmente alla tavola rotonda organizzata dall’ONU contro lo stato ebraico partecipavano anche altri personaggi e non mancava neppure il solito ebreo di sinistra, antisemita, propalestinese e, purtroppo per i suoi studenti, anche professore universitario. Tra l’altro Francesca Albanese è famosa per aver paragonato la Shoah alla Nakba affermando “ Così tragica, terribile, indicibile è la tragedia che ha colpito il popolo ebraico con la Shoah, così per i palestinesi la Nakba (Parola araba che indica la catastrofe dovuta alla creazione di Israele) rappresenta lo sgretolamento del legame tessuto di un popolo”.

Nel lontano 2005, su Facebook, la Albanese aveva equiparato Gaza al ghetto di Varsavia, mettendo anche sullo stesso piano il terrorismo di Hamas alla resistenza ebraica del ghetto contro i nazisti. Questa volta l’opportunità di demonizzare Israele, oltre alla salita di Ben Gvir sul Monte, è nata anche dall’ordine di rimuovere le bandiere palestinesi dai luoghi pubblici. Il provvedimento è arrivato in risposta all’enorme striscione con i colori palestinisti apparso per celebrare la scarcerazione di un terrorista arabo, tale Karim Younis, dopo 40 anni di galera per il rapimento e l’uccisone di un caporale dell’IDF, l’esercito israeliano, Avraham Bromberg. Il ritorno del terrorista nella sua città natale vicino a Haifa è stato trionfante, è stato celebrato come un eroe tra un turbinio di bandiere palestiniste ( in territorio israeliano) e tutto il villaggio ha partecipato ai festeggiamenti dell’assassino gridando contro i sionisti e per il trionfo del terrorismo. Abu Mazen gli ha telefonato dicendo “ I prigionieri ( leggi terroristi) sono tutti nostri fratelli e la loro causa è sacra per tutti noi”. Il ministro Ben Gvir ha ribadito giustamente “Non esiste che si si sventolino bandiere del terrore e si inciti alla violenza”. A questo ha risposto Amnesty “ L'apartheid di Israele contro i palestinesi: sistema crudele di dominio e crimine contro l'umanità. Questo spaventoso tentativo di cancellare l'identità del popolo palestinese è l'ultimo di una serie di misure che le autorità israeliane hanno introdotto per legittimare il razzismo e la discriminazione contro i palestinesi", ha dichiarato Amnesty mercoledì scorso. "I pretesti farseschi per questa direttiva (divieto di esporre la bandiera del nemico) non possono mascherare il fatto che le autorità israeliane stanno diventando sempre più spietate nei loro tentativi di schiacciare ogni opposizione al sistema dell'apartheid" e ha proseguito concludendo “Per decenni, la bandiera palestinese è stata un simbolo di unità e resistenza all'occupazione illegale di Israele, ed è usata in tutto il mondo come emblema di solidarietà con il popolo palestinese. La direttiva stessa getta benzina sull'odio razziale e semina divisione. È una delle tante politiche israeliane, attuate all'interno del sistema dell'apartheid, progettate per ridurre al minimo la presenza e la visibilità dei palestinesi e per mettere a tacere le loro voci”. Dunque , se Amnesty è stata sempre antisraeliana, non importa con quale governo, sinistra o destra pari sono per chi odia lo stato ebraico, se ritiene Israele colpevole di esistere, l’elezione di qualunque governo rafforza il suo odio e quello di tutti i suoi alleati all’ONU e in Europa. Le manifestazioni della sinistra israeliana naturalmente, riempiono di orgoglio tutte le ONG pacifiste che si sentono, così, rafforzate. Lo sforzo di Amnesty e di tutte le organizzazioni pacifiste mondiali è di annientare Israele con tutti i mezzi, la demonizzazione, la delegittimazione, il terrorismo per contribuire alla sua auto-implosione.

Per concludere con Francesca Albanese, anni fa aveva pubblicato su Facebook un’altra dimostrazione del suo odio: ”L'America e l'Europa, soggiogate l'una dalla lobby ebraica e l'altra dal senso di colpa per l'Olocausto, rimangono in disparte e continuano a condannare gli oppressi – i palestinesi – che si difendono con gli unici mezzi che hanno (missili squilibrati), invece di far affrontare a Israele le sue responsabilità di diritto internazionale…” Sebbene Albanese si sia poi scusata per il commento, non ha rimosso il post dalla sua pagina Facebook. Non può farlo, ci crede troppo! Ha anche avuto l’ardire di etichettare come "difensori dei diritti umani" individui condannati per terrorismo, nonché altri per aver dirottato fondi ad Hamas, soldi usati unicamente per finanziare il terrorismo, acquisto di missili, bombe e affini con cui ammazzare i civili israeliani. In un rapporto preparato per una sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Albanese ha definito due palestinesi “difensori dei diritti umani”: Salah Hamouri e Mohammed el-Halabi, entrambi condannati per terrorismo e affiliati a Fronte Popolare per la liberazione della Palestina (FPLP). Il curriculum di Francesca Albanese è lastricato di deliranti discorsi di odio contro Israele, ne ha fatto una missione, continua a frignare di non essere antisemita e ha la faccia tosta di chiedere solidarietà. Chi, come lei, alle Nazioni Unite, definisce “ignobile” ogni attività in favore di Israele, chi paragona il democratico stato di Israele alla Germania nazista, ha solo diritto a tanto disprezzo, altro che solidarietà.

Immagine correlata

Deborah Fait

"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"