Francia e Italia: i premi per la disinformazione 05/01/2023
Commento di Deborah Fait
Autore: Deborah Fait
Francia e Italia: i premi per la disinformazione
Commento di Deborah Fait

Ben-Gvir visits Temple Mount: 'Israel will not give in to Hamas threats' -  The Jerusalem Post
Itamar Ben Gvir al Monte del Tempio

Mi è stato segnalato da un amico il sito InfoEquitable, un gruppo francese di persone attive nello smascherare le distorsioni tossiche concernenti Israele, che spingono a creare una visione falsata della realtà. In poche parole: pregiudizi, stereotipi, falsità. Ecco i premi per la disinformazione per il 2022.

Le Monde: al primissimo posto si trova il quotidiano che definisce i terroristi palestinesi “martiri” che vogliono “giustamente” la distruzione di Israele. Segue Amnesty International che ha ricevuto il premio per la campagna globale più falsa e ingannevole strombazzando urbi et orbi che in Israele vige un regime di apartheid. Sono decenni che i media internazionali avvelenano le menti di milioni di persone contro Israele in un modo che ricorda molto da vicino la criminale propaganda di Hitler che infettò l’Europa intera, aperta peraltro a riceverla, grazie all’odio antiebraico promosso dalla Chiesa nei millenni.

America: il primo premio va assegnato ex equo al New York Times e all’ONU che fanno a gara a chi diffonde più pregiudizi, ingiustizie, distorsioni della storia, in modo che immorale è dire poco. In America del Nord hanno lavorato tanto bene (a cominciare da Barak Obama, radicalmente antiisraeliano…”Giudea, Samaria, Gaza e Gerusalemme sono terre nazionali palestinesi”) che molte importanti università portano sui loro muri esterni l’avviso “Vietato entrare agli ebrei”.

E in Italia che succede? Il primo premio per la disinformazione lo darei a Enrico Mentana che non si risparmia quando si tratta di dare una visione distorta di Israele e che in questi giorni non ha lesinato critiche al nuovo governo insediatosi alla Knesset, votato dalla maggioranza della popolazione. Quando, martedì all’alba, Itamar Ben Gvir, Ministro della Pubblica Sicurezza, è salito sul Monte del Tempio, il luogo più sacro per gli ebrei, il nostro si è lanciato in una filippica che appare persino ridicola in tutta la sua assurdità. Scrive Mentana su Facebook: “Le prime mosse del nuovo governo israeliano sono inquietanti…il neo ministro della sicurezza nazionale Ben Gvir ha compiuto stamattina la sua provocatoria passeggiata lungo la Spianata delle Moschee, luogo sacro dell’islam (si è dimenticato l’altro nome del luogo, quello originale, cioè Monte del Tempio per diritto di primogenitura, eh eh eh Mentana!) e continua: ”fu l’analoga passeggiata di Ariel Sharon a originare la sanguinosa seconda intifada palestinese...Quasi contemporaneamente il neo ministro degli esteri, Eli Cohen, teneva un’amichevole conversazione col suo omologo russo, Lavrov, in cui si è parlato di rafforzare la cooperazione bilaterale, come se non ci fosse una guerra di invasione in Ucraina. Due episodi, una stessa linea che allontana Israele da tutto l’occidente democratico”. Non si permetta Mentana di dubitare della democrazia israeliana! Non si può sentire simile bestemmia, la democrazia israeliana non si tocca! Ma veniamo agli argomenti di cui scrive nel suo assurdo comunicato. Allora, diciamo che il Monte del Tempio oltre a essere il luogo più sacro dell’ebraismo, si trova in territorio israeliano, è quindi diritto di ogni ebreo e di ogni israeliano che lo desideri, salirvi, guardare e , se vuole, anche pregare. I palestinesi, appoggiati dal re di Giordania, hanno voluto creare in loco una dittatura e, protetti da un’Europa tragicamente antisionista, si permettono di vietarne la salita agli ebrei che prendono a sassate e a sputi, quando non a bombe molotov. È questo stato di cose che dovrebbe indignare il signor Mentana, è questo schifo che dovrebbe scandalizzare e sollevare il biasimo di tutto il mondo democratico contro tale palese ingiustizia e contro il diritto di ogni uomo di pregare dove, come e quando vuole. Non ho mai sentito una parola di critica contro questa politica ignobile e teocratica propria del mondo islamico. Nessuno si è mai incazzato perché agli ebrei non è concesso di salire al loro luogo più sacro. Tutte le porcherie palestinesi sono accettate di buon grado dal mondo intero. Se l’islam un giorno ( e accadrà se non state attenti) si impossessasse di San Pietro e vietasse ai cristiani di entravi, cosa direste? Questo è successo con i nostri luoghi sacri, con il beneplacito delle Nazioni Unite le quali hanno già convocato un consiglio di emergenza per discutere il caso. Il mondo è sconvolto dalle guerre ma all’ONU convocano l’emergenza perché un uomo, un ebreo, un israeliano ha semplicemente esercitato un suo diritto elementare. Abominevole! È il segnale che quel baraccone di imbroglioni non ha senso di esistere. Ma a Mentana non bastava quello che aveva già detto, ha aggiunto anche che Eli Cohen, ministro degli esteri del governo Netanyahu, e il russo Lavrov avrebbero avuto un’amichevole conversazione proprio mentre la Russia sta cercando di radere al suolo l’Ucraina intera. Beh, anche questa è una bufala perché Eli Cohen si è limitato a trasmettere al suo omologo russo un messaggio di martedì 3 gennaio, da parte del segretario di Stato americano, Anthony Blinken. Niente di più, ha semplicemente fatto da tramite a una richiesta da parte del governo USA che in questo periodo ha difficoltà a parlare in prima persona con la Russia. Itamar Ben Gvir non ha violato nessun accordo, lo status quo rimane tale, ha semplicemente esercitato un elementare diritto di ogni essere umano, quello di andare a pregare dove vuole in casa propria, in questo caso sul Monte del Tempio. Consiglierei l’opposizione israeliana, che ha le mani anchilosate a forza di tenderle senza che nessuno le stringa, e tutti coloro che, nel resto del mondo, si strappano i capelli demonizzando lo stato degli ebrei, di occuparsi di cose più serie che accadono in casa loro, tipo gli scandali, le guerre, l’odio antisemita, il degrado delle capitali, Roma in testa, e di lasciare in pace Israele che danni, da queste parti, ne hanno fatti abbastanza.

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Deborah Fait

"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"