Netanyahu e il Caos
Analisi di Niram Ferretti
Benjamin Netanyahu
Ciò che le anime belle hanno di bello è che sono belle, si può tautologicamente dire. L'anima bella è sempre, per definizione, dalla parte della giustizia e del bene, è ontologicamente umanitaria e progressista, nel senso che crede nell'inevitabilità del progresso (inteso come bene collettivo, anche se bisognerebbe intendersi una buona volta sulla fisionomia di questo "bene"). L'anima bella è anche accortamente allarmista, a volte fino all'isteria. David Grossman, ultimo membro di quella che fu la trimurti glamour "de-occupazionista" israeliana (dove per "occupazione" si intende la legittima presenza di Israele in Cisgiordania) composta da lui, Amos Oz e Avraham Yehoshua, ha scritto un articolo per Haaretz, ripreso diligentemente da La Repubblica, in cui ci informa che il Caos è arrivato. Non è più alle porte, non dobbiamo attenderlo. E' arrivato. Il Caos (urge la maiuscola) è qualcosa di imponente e atterrente. Nelle scritture ebraiche esso ha la forma del Leviatano, un gigantesco serpente marino, un mostro abominevole che minaccia, come sempre fa il caos, l'ordine e la convivenza civile. Grossman scrive che "Il caos è qui, con tutta la sua forza di risucchio". No, non ha più la forma simbolica del mostro che emerge dalle acque, ma quella del nuovo governo Netanyahu. Si potrebbe dire che il caos è Netanyahu stesso, il più longevo primo ministro di Israele, dato per morto e risorto molte volte e di nuovo sulla scena nonostante si sia cercato ripetutamente di toglierlo di mezzo. Nel suo articolo, Grossman afferma con esplicito riferimento a Isaia, che "coloro che chiamano bene il male bene e male il bene sono già qui". Gli agenti del Caos hanno un nome, un corpo, una fisionomia tangibile. "L'anarchia mostra le zanne". Insomma, siamo sull'orlo dell'abisso, o meglio, siamo già dentro l'abisso. "Il mio cervello brucia", scrive Grossman, ed è, gli va dato atto, la frase più sensata di tutto il suo canovaccio caricaturale. Il bruciare di un organo interno al corpo quando non brucia a causa di un fattore esterno, si chiama "infiammazione", e in medicina l'infiammazione di un organo o di una parte del corpo è considerata una anomalia o una patologia da curare. Il caso Grossman è soltanto l'ennesimo esempio di questa patologia in corso nei confronti di Netanyahu e del suo nuovo governo che da ieri è in carica, il suo nome è demonizzazione. Vecchia malattia naturalmente, longeva e inossidabile. Già Ben Gurion, padre nobile della patria, associava a Vladimir Jabotinsky il nome di Hitler, e, naturalmente, per i suoi avversari, Menachem Begin era un fascista, ma qui si è giunti a un parossismo che, come nel caso emblematico del "mite" Grossman (le anime belle sono sempre necessariamente miti), deve ricorrere alla Bibbia e ai suoi profeti (Grossman cita Isaia esplicitamente) per potere descrivere l'orrore puro del nuovo governo, la catastrofe senza ritorno che sta per abbattersi su Israele. Forse più di Grossman ci vorrebbe Lovecraft. Il fatto che Netanyahu, il moderato Netanyahu, più simile al nostro Giulio Andreotti che a Viktor Orban, o a Donald Trump, abbia imbarcato nel suo governo due estremisti come Itmar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich, è stato ed è il boccone più succulento per tutti coloro i quali vedono sempre, quando un politico di destra vince le elezioni, il pericolo imminente per la tenuta democratica del paese che lo ha eletto. Gli "impresentabili" al governo sono diventati immediatamente i simboli della sua natura demoniaca, la prova provata che ora, con loro, Israele si trasformerà in una distopia totale, una teocrazia munita di polizia speciale, qualcosa di molto simile all'Iran, tanto per intenderci. Grossman, il "mite" Grossman è soltanto l'ultimo megafonista, in ordine di tempo, di questa narrazione, la sempre preferita a sinistra, urbi et orbi (lo abbiamo visto qui in Italia recentemente il tentativo forsennato di presentare Giorgia Meloni come l'erede di Benito Mussolini). Appena Netanyahu il "reprobo" è risultato di nuovo vincitore, si è immediatamente provveduto a delegittimare la sua vittoria utilizzando la retorica consueta, anche se, adesso si è giunti all'acme. Il già mostro Netanyahu, per anni presentato come un po' peggio di Al Capone, e i nuovi mostri Ben-Gvir e Smotrich. Come rinunciare allo scannatoio preventivo? "Sarà impossibile eliminare o anche solo addomesticare il caos che ha creato", scrive Grossman a proposito di Netanyahu. Al cospetto dell'Apocalisse, in effetti c'è poco da fare, bisogna viverla fino in fondo sperando che dopo di essa trionfi finalmente la Giustizia.
Niram Ferretti