Il nuovo governo Netanyahu scelto da Israele 26/12/2022
Commento di Deborah Fait
Autore: Deborah Fait
Il nuovo governo Netanyahu scelto da Israele
Commento di Deborah Fait

A destra: Benjamin Netanyahu

Benjamin Netanyahu ha formato il nuovo governo, il più a destra che Israele abbia mai avuto e penso che molti all’estero si chiederanno il motivo di questa scelta estrema del popolo israeliano. Prevedo già gli attacchi che subiremo da parte dei media, le critiche, le accuse di oscurantismo che ci pioveranno sulla testa da tutte le parti. La risposta è più semplice di quanto si creda, più semplice di tutte le dotte spiegazioni degli analisti politici e delle supposizioni velenose dei nostri nemici. Israele dalla sua fondazione non ha potuto vivere un solo giorno di pace, la popolazione ha vissuto guerre infinite, Intifade a ripetizione, terrorismo quotidiano e, se questo non bastasse, ha dovuto sopportare odio, critiche a non finire, persecuzioni e ingiustizie di ogni tipo da parte dell’opinione pubblica e dai media. Questo 2022 è stato, dopo l’ultima intifada, l’anno più violento che Israele ha dovuto subire, morti e feriti, terrorismo a Gerusalemme, a Tel Aviv, famiglie intere ammazzate da aggressioni lungo le strade del paese a causa di sassaiole e di bombe con l’unico scopo di far capottare le automobili. A questo aggiungiamo la politica ambigua dell’Amministrazione americana di Joe Biden con chiare posizioni non proprio amichevoli che ricordano molto da vicino quelle di Barak Obama, il presidente più antisraeliano dopo Jimmy Carter. Negli Stati uniti, oltre a ondate di antisemitismo senza precedenti nei campus universitari e per le strade delle grandi città americane, è in corso una politica di delegittimazione di Israele che fa impressione. È tornata in auge, a sentire il segretario di Stato Antony Bliken, la discussione sulla sovranità israeliana del Golan che Donald Trump aveva riconosciuto come appartenente a Israele, come Gerusalemme la sua capitale. Adesso che Trump è caduto in disgrazia le sue decisioni vengono contrastate e, se possibile, cancellate. Con il permesso di Biden, l’OLP ha riaperto a Washington la sua missione diplomatico/terroristica e sono ripresi gli aiuti finanziari all’UNRWA, l’organizzazione che rende imperituro, ereditario, di generazione in generazione, lo status di rifugiato (caso unico al mondo) e che auspica il “ritorno” in “Palestina” di milioni di arabi per liquidare, una volta per sempre, Israele e il popolo ebraico. Il programma politico, iniziato con Hussein Barak Obama, sta avendo successo negli Stati Uniti. Noi Le abbiamo provate tutte, abbiamo ceduto territori, abbiamo accettato che siti millenari ebraici come le Tombe dei Patriarchi e delle Matriarche, il Kotel, il Monte del Tempio, la Tomba di Rachele, la Tomba di Giuseppe e altri siti venissero denominati dall’Onu e dalle sue agenzie al servizio dei palestinesi, con nomi esclusivamente arabi, mentendo quelli storici ebraici a nostro solo uso. Abbiamo sopportato tutti i tipi di aggressioni da parte dei nostri nemici/ vicini e, a volte, anche degli arabi israeliani che invece di essere felici di vivere in una democrazia cercano di distruggerla con il terrorismo. Beh, non siamo d’accordo. Israele non si farà liquidare così facilmente, non ci faremo buttare via. Abbiamo rifiutato con il voto l’andazzo della sinistra israeliana, impegnata a porgere in continuazione una mano di pace e a tentare il dialogo con chi vuole solamente la nostra morte. Ogni mano tesa ci è costata dei morti e questo ha fatto sì che alle urne gli israeliani votassero a destra, non solo, alla destra estrema. Certo questo avrà un prezzo per tutti noi e lo pagheremo come sempre abbiamo pagato tutto nella storia. Ma come diceva la grande Golda “meglio odiati che morti”.

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Deborah Fait

"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"